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Sette d'oro

Ultimo Aggiornamento: 26/08/2004 22:23
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26/08/2004 22:23
 
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Setterosa sale sull’Olimpo, sul posto dove stanno i veri grandi, le vere grandi squadre. Poche squadre possono vantarsi di aver vissuto un’epopea di successi, di trionfi. Una mostruosa macchina di continuità: ecco cos’è la nazionale di pallanuoto femminile, spietata anche quando sta per arrendersi. A un minuto e mezzo dalla fine del primo tempo supplementare la Grecia aveva realizzato un incredibile 1-2 che avrebbe steso chiunque, non le assatanate azzurre. Così, vistesi sull’orlo della sconfitta, le azzurre hanno ribaltato ancora una volta il destino segnando con Melania Grego le reti che servivano per conquistare l’oro, inframmezzate dal diagonale teso di Tania Di Mario.
Tre sequenze drammatiche ed esaltanti nel catino infernale dell’Aquatic Center davanti al primo ministro greco Karamanlis e alla presidente del comitato di Atene 2004, Gianna Angelopoulos. Gli ultimi secondi sono stati interminabili, finché Giusi Malato s’è impossessata del pallone e in quel momento l’Italia ha potuto liberare la gioia per un oro che mancava nella pallanuoto dal 1992, da quando il Settebello di Rudic sconfisse in casa gli spagnoli davanti al re dopo 4 tempi supplementari. Qui ne sono bastati 2, ma sono stati elettrizzanti, bellissimi. Il lieto fine alla favola del Setterosa c’è stato nel modo più difficile ed emozionante. Dopo 4 ori europei e 2 titoli mondiali, altri podi europei e mondiali, arriva il titolo più bello all’apice di un ciclo irripetibile. Onore alla Grecia che s’è saputa superare.
Partita tesissima, con continui capovolgimenti: soffrono le difese, c’è gran lavoro per i due portieri. Le elleniche trovano nella Liosi e nella Moraitidou due cecchine infallibili, sorprendendo una Conti stavolta non imperforabile. Il c.t. Formiconi ha chiesto soprattutto alle veterane di spingere, chiudere, aggredire le greche. Nel terzo tempo solo una rete di Giusi Malato dava l’idea dell’equilibrio in vasca, manifestatosi anche nel quarto parziale e nel primo tempo supplementare (2-2).

Continui capovolgimenti, reti a mitraglia, dalla Bosurgi alla Zanchi, che aveva risolto la semifinale contro gli Usa (che hanno battuto l’Australia olimpionica uscente 6-5 per il bronzo). Stavolta la Grego s’è ricordata di aver firmato al golden gol la finale del primo titolo mondiale e di un europeo contro l’Ungheria, un anno fa. Stavolta l’Italia non poteva perdere. Il romanissimo Formiconi voleva vedere metaforicamente il Papa, e l’ha visto. Com’è? "Bellissimo, altissimo". Sul monte di Olimpia c’è una squadra di invincibili pupe. Sono le donne della pallanuoto, calottina, palombella e gloria.
Grecia-Italia 9-10 dts (3-2, 3-3, 0-1, 1-1, 2-2, 0-1)
MARCATRICI: 2’09" Miceli, 3’45" Moraitidou, 4’51" Moraitidou sn, 5’53" Liosi, 6’24" Grego, 7’29" Liosi, 9’28" Miceli sn, 10’13" Zanchi, 10’47" Bosurgi, 12’09" Moraitidou sn, 13’08" Liosi, 17’32" Malato, 21’35" Liosi, 23’46" Miceli, 28’08" Liosi, 29’23" Oikonopoulou, 30’42" Grego, 31’51" Di Mario sn, 31’56" Grego.
GRECIA: Ellinaki, Asilian, Melidoni, Karapataki, Liosi, Kozompoli, Oikonomopoulou, Roumpesi, Moraitidou, Karagianni, Lara, Moraiti; n.e. Mylonaki. All. Iosifidis.
ITALIA: Conti, Miceli, Allucci, Bosurgi, Zanchi, Di Mario, Ragusa, Malato, Araujo, Musumeci, Grego, Toth; n.e. Gigli. All. Formiconi.
ARBITRI: Margeta (Slo), Kiszelly (Ung).
NOTE: sup. num. Grecia 5 (2), Italia 4 (2).
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