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Reggio Emilia: «Privati pronti a costruire il palasport»

Ultimo Aggiornamento: 16/08/2014 14:57
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L’assessore allo sport è ottimista «La questione è avviata e il 2005 potrebbe essere l’anno decisivo

- Gazzetta di Reggio -

Due giorni fa il presidente della Legabasket Enrico Prandi; ieri (ma anche in passato) il presidente della Pallacanestro Reggiana Stefano Landi; oggi tocca a Giovanni Catellani, assessore allo sport e cultura, parlare del futuro palasport di Reggio, atteso da anni e ora, con la Bipop in serie A, ancor più necessario. Dall’intervista emergono segnali importanti: alcune imprese private hanno contattato il Comune per verificare la possibilità di costruire un impianto multifunzionale da almeno ottomila posti, del costo di 10 milioni. Il 2005 è l’anno decisivo, assicura Catellani.
Assessore, si torna a parlare del nuovo palasport.
«Landi dice una cosa vera - risponde Catellani - perché l’esigenza di un nuovo palasport è reale. Noi abbiamo già messo a disposizione l’area accanto al Giglio, ma occorre che un privato realizzi l’impianto mediante project financing, cioè costruisca e abbia in gestione il «pala» per un certo periodo, al termine del quale la struttura può essere riscattata dal Comune».
Qualche privato si è fatto avanti negli ultimi tempi?
«Sì, abbiamo persone e ditte interessate a verificare la possibilità di realizzare il palazzetto. Per ora siamo ancora ai primi contatti, ma la grande novità è che finalmente comincia ad esserci qualcuno interessato alla costruzione dell’impianto».
Quando si saprà qualcosa di più concreto?
«A breve ci saranno delle proposte: qualche ditta presto si farà avanti. Avere aperto la discussione sul palazzetto nuovo sta già portando a risultati concreti».
Come sarà il nuovo palazzetto di Reggio?
«L’idea minima è di avere un impianto da ottomila posti, anche perché, dalle verifiche compiute, senza un palazzetto di quella capienza non si riuscirebbe ad ospitare grandi eventi, e quindi non ci sarebbe un adeguato ritorno economico».
I costi ipotizzati?
«Nel piano triennale degli investimenti si stima una cifra attorno agli otto-dieci milioni di euro. La nostra stima è quella».
La strada, comunque, è il project financing.
«Assolutamente sì. Al di là della metodologia, serve l’intervento di un privato. Ne è consapevole anche la Pallacanestro Reggiana, la quale del resto non ha mai detto che il palasport lo deve costruire il Comune».
Quale sarà il ruolo del Comune nell’operazione, al di là dell’area messa a disposizione e urbanizzata?
«Verificare con i privati la fattibilità del progetto, ma anche se l’area individuata è sufficiente per un palazzetto di questo tipo».
Quindi il nuovo «pala» potrebbe anche non sorgere accanto al Giglio?
«Di aree ce ne sono diverse, a cominciare da quella del Giglio».
Tornando ai privati interessati alla costruzione, quali potrebbero essere i tempi, quantomeno quelli in cui potrebbe iniziare l’iter?
«Intanto la mia impressione è che si stia già andando avanti su questa strada. I tempi? Il 2005 potrebbe essere l’anno decisivo. Credo che a Landi e soci interessi più la prospettiva che una data precisa».
Nel frattempo, la Pallacanestro Reggiana ha chiesto al Comune di avere in gestione il vecchio Palabigi.
«Sì, ed è una richiesta logica. Sicuramente la loro richiesta è prioritaria, visto lo sforzo che Landi e la Pallacanestro Reggiana stanno facendo; uno sforzo che riconosciamo in pieno. Il Palabigi non è più sufficiente. Partiamo dalla gestione dell’impianto esistente e intanto verifichiamo con i privati la possibilità di costruire quello nuovo. La questione è aperta».
I grandi impianti sportivi, fino al fantastico palaghiaccio inaugurato nei giorni scorsi sulla spiaggia di Catania, proprio per garantire una certa redditività prevedono utilizzi non solo di tipo sportivo. Idem per il palasport di Reggio?
«Per avere un certo ritorno, l’impianto servirà per manifestazioni sportive, spettacoli ed eventi, come del resto avviene anche nella gestione del Palabigi. La Pallacanestro Reggiana ci ha fatto chiaramente capire di essere disponibilissima a condividere l’impianto assieme ad altri».
Il palaghiaccio di Catania, costato 11 milioni di euro, è stato costruito da privati e co-finanziato dall’Unione Europea. Reggio non ha possibilità di avere qualcosa dall’Ue?
«Non lo so, è un suggerimento da vagliare. Ma il discorso non è semplice, perché quello che serve a noi non è un impianto di base, e poi Reggio un palazzetto ce l’ha già. Piuttosto, su altre questioni ho visto che, più del finanziamento, l’importante è cominciare a pensare le cose; poi le risorse si trovano».
A livello di impiantistica, quali sono le esigenze principali di Reggio?
«Le esigenze macroscopiche sono due: il palasport, e abbiamo già detto che senza i privati non ce la facciamo a costruirlo, e poi le piscine. Anche in questo caso, il rapporto con i privati è fondamentale. A loro va la gestione degli impianti, fermo restando che da parte nostra si possa garantire un congruo utilizzo da parte dei cittadini; un uso il più ampio e diffuso possibile. Il palazzetto sarà completamente gestito dai privati, salvo qualche giornata in occasione di determinati eventi. Dal punto di vista delle strutture, penso che il 2005 sarà importante sia per le piscine che per il palasport».

Mauro Grasselli
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Una cosa del genere a Napoli ce la sogniamo, inutile spiegare perchè...[SM=g27829]
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16/08/2014 14:57
 
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E dopo 10 anni nessuna delle 2 città ha ancora il palasport [SM=g27812] [SM=g27816]

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