Anche senza commenti ufficiali, la posizione del Basket Napoli è ben chiara dopo che il patron della Harmont & Blaine è venuto allo scoperto. Il club del presidente Maione fa il tifo per il gruppo di imprenditori che l'amministratore delegato della griffe del bassotto sta provando a mettere assieme. Il progetto nei corridoi della società azzurra viene ritenuto di straordinario interesse e seguito con grandissima attenzione nella speranza possa andare a buon fine, anche se al momento le bocche sono cucite. Maione non ha mai nascosto la sua totale apertura verso aiuti esterni in un momento così delicato della vita del Basket Napoli, così come è noto che Menniti è stato avvicinato proprio da dirigenti della società nella speranza accettasse di dare una mano. «Contatti tra me e Maione ancora non ce ne sono stati - spiega Menniti - e del resto non potevano essercene. Bisognava per prima cosa fare un'analisi di verifica della struttura dei costi e dell'impegno economico per poi trovare una soluzione praticabile, seria, certa quanto meno per il prossimo biennio. Due milioni e mezzo per chiudere questa stagione e poi circa 5 milioni all'anno per i prossimi due. Dagli sponsor minori e di maglia si possono recuperare non più di 3 milioni nel biennio, dunque l'esposizione finanziaria prevista sarebbe di circa 10 milioni, non bruscolini». Il discorso legato alla conclusione di questa stagione fa ritenere che il gruppo dunque entrerebbe immediatamente nel merito del bilancio 2007-2008 saldando le pendenze di vario genere, comprese quelle nei confronti dei giocatori (le cui spettanze arretrate fino ad ieri non erano state anche pagate), del coach e dello staff e alleviando le sofferenze dell'avvocato Maione, che però difficilmente conserverebbe la presidenza, se non quella onoraria, doverosa per quanto ha fatto per il basket napoletano in questi anni. «Riguardo la presidenza - precisa Menniti -, dico solo che dobbiamo avere un foglio di carta bianco da scrivere, senza mettere a priori pregiudiziali ed esclusioni di nessun genere». «Le prossime 24 ore saranno importanti, ma ritengo che forse lunedì si possa provare a tirare le somme in modo definitivo. Dico solo che è il momento peggiore per un'operazione del genere. È una fase di passaggio, di crisi economica, fosse capitato 3 mesi fa sarebbe stato diverso. Io però ci conto, amo il basket, l'ho giocato, ce l'ho nel sangue e vorrei garantirne la sopravvivenza nell'immediato futuro».
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Non è vero che tutto va male, ma è vero che tutto potrebbe andare meglio, e che non ci vorrebbe poi molto a farlo andare meglio..