«Signora Crespi, Pesaro è con lei»

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Michelino Penberthy
00mercoledì 15 dicembre 2004 14:28
Sindaco e assessore allo Sport: «Violenza, una condanna senza giustificazioni»

Pesaro si ribella all’aggressione vigliacca subita da Simona, moglie di Marco Crespi, il coach della Scavolini. E rifiuta un’etichetta odiosa per un episodio incredibile e ripugnante non solo per il pianeta del basket, ma forse quasi senza precedenti anche in un mondo avvelenato e abituato a passare i peggiori confini come quello del calcio: due teppisti non possono infangare una città, sporcarne l’immagine sportiva e appassionata. Non si sgonfia certo la forte denuncia, da parte di tutti, dell’aggressione vile e volgare (insulti, sputi e birra scagliata contro la signora Crespi) avvenuta domenica pomeriggio a Baia Flaminia.
Mentre si indaga per dare un volto ai due teppisti, le istituzioni cittadine pronunciano una condanna durissima dell’aggressione e mandano un messaggio di solidarietà a Simona Crespi. Con una nota ufficiale il sindaco Luca Ceriscioli e l’assessore allo sport Maria Pia Gennari esprimono la vicinanza di Pesaro a Simona e condannano categoricamente l’episodio. «Non esistono presunte giustificazioni socio-culturali alla violenza - scrivono - Pesaro respinge e rifiuta certi comportamenti, alieni dall’agire comune e dalla cultura sportiva che ci caratterizza da sempre. La Scavolini - conclude la nota - con la sua storia incarna tanta parte della nostra città, dello sport bello e vero nel quale continuiamo insieme a credere».
E se la signora Crespi - ancora molto scossa - preferisce non tornare sull’argomento, coach Marco non riesce proprio ad accettare quanto accaduto. «Al di là dell’episodio, che non ha bisogno di essere commentato da parte mia, dico solo che quando si arriva fino a questo punto occorre fare una riflessione - spiega l’allenatore biancorosso - Non è sufficiente dire che è stata opera di due delinquenti, il problema è che in questo maniera si crea un clima di tensione, di polemiche, di dietrologie infinite. Si vengono a formare interessi incrociati che fanno perdere lo spirito del gioco (“enjoy basket” è un po’ lo slogan nel quale si rivede il tecnico -ndr) e fanno un male terribile alla pallacanestro. L’esasperazione rende tutti colpevoli di questi gesti vergognosi».
Certi squallidi personaggi vanno isolati affinchè quel che è accaduto non si ripeta. Nè qui nè ovunque. La squadra biancorossa è totalmente schierata con il suo coach, intorno al quale si stringono tutti, a cominciare da capitan Gigena: «Siamo davvero dispiaciuti - ha raccontato con partecipazione l’argentino dalla lunga militanza nella Scavolini - Inqualificabili certi atteggiamenti vili e squallidi come questa aggressione. Ci siamo messi tutti nei panni di Marco - perchè potrebbe realmente capitare a chiunque - e abbiamo pensato a come avremmo reagito. Io mi sarei arrabbiato moltissimo... Il disappunto della gente per come sta andando la nostra stagione può anche essere comprensibile, ma questo non giustifica comportamenti di questo livello. Tra noi ci siamo detti che ora dobbiamo essere più uniti che mai. Questo episodio non rappresenta minimamente i tifosi di Pesaro e la città. Spero che i due protagonisti dell’aggressione di domenica alla signora Crespi capiscano la gravità di ciò che hanno fatto e chiedano scusa ai diretti interessati. Sarebbe un bel gesto».


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