vee.dee
00mercoledì 1 dicembre 2004 11:53
01 Dicembre 2004 ore 11:04
C'era da aspettarselo. Dopo la buona partenza, il primo viaggio della stagione sulla costa Occidentale ha ridimensionato e non poco i Milwaukee Bucks. Se non nel gioco, almeno nella classifica. Contro Portland, Sacto, Lakers e Phoenix sono arrivate quattro sconfitte quattro, che unite alle due subite nel giro di tre giorni per mano dei Miami Heat, han fatto sei in fila. E per ritrovare la doppiavù c'è stato bisogno di tornare al Bradley Center, dove ad arrendersi son stati nientemeno che i Detroit Pistons, certo in questo momento non lo squadrone di giugno ma nemmeno gli ultimi arrivati (non me ne vogliano i Bobcats). Insomma, i Bucks restano squadra non semplice da decifrare. Le uniche certezze, per giunta negative, sono una difesa che concede quasi 100 punti a partita (5° peggiore nella Lega) e che nelle sconfitte arriva a 102,7 e un certo mal di trasferta. L'attacco è ben organizzato e funzionale (98 a partita, 11° per punti segnati), ci sono 5 uomini in doppia cifra di media e Mo Williams attorno ai 9 solo per incostanza personale, visto che nelle ultime due gare ha scritto due doppie doppie. L'altro problema è, come dicevamo, la lontananza dal Bradley Center. 4-2 tra le mura amiche, 0-6 fuori. 46% da tre e 82% ai liberi nelle gare casalinghe, 32% e 69% in quelle esterne. Sono dati che pesano nell'economia di un team che deve fare i conti con qualche infortunio di troppo. Oltre a T.J. Ford, la cui data di rientro è sempre più un mistero, si sono fermati Joe Smith, che stava dando 10 punti e 8 rebs a gara, e Daniel Santiago, pure sempre uno da rotazione. A parziale consolazione il rientro di Mike James, subito 10,2 e 4,5 assist per allacciata di scarpa, e di Zendon Hamilton, più che discreto in pre-stagione e ancora in attesa di mettere piede sul parquet. Grandi conferme stanno arrivando da Michael Redd, che scollina oltre i 23 a sera e non si lascia pregare per infilare i palloni che scottano. Ultima perla il jump dai 6 metri contro Detroit con 3 mani in faccia. Oh, poi restano misteriose le sue due gare giocate al cospetto di Kobe Bryant (7 punti e 5,5 perse con 4-21 al tiro). Fortuna che di difensori come KB8 non ne trovi in ogni squadra. Ottimo il rendimento di Desmond Mason, titolare negli ultimi 3 match anche per l'assenza di Smith. Quasi 17 ad incontro, con due escursioni oltre il trentello. In tali occasioni Des ha tirato 29 liberi mettendone 27; segno che la sua pericolosità offensiva è elevata. Trattasi solo di trovare un po' di continuità. Continuità di cui è alla ricerca anche Maurice Williams, che ha visto le proprie cifre un po' annebbiate dalla perdita di minuti dovuta al rientro di James ma sembra riprendersi con le ultime due gare, come citato, in doppia cifra per punti e assistenze. I limiti della franchigia del Wisconsin rimagono però due. L'area colorata, dove il buon Van Horn fa quello che può (17,5 con 8,2 rebs) ma di spalle valide nel ruolo di "5" non ne trova. Gadzilla è il migliore e viaggia a 6 con 7 rimbalzi di media. La panchina, dove, se non ci si siede Mason, si pesca ben poco. Pachulia non sta tenendo le aspettative cresciute su di lui in pre-stagione, Strickland avrebbe bisogno di una vasca da bagno per produrre i suoi punti istantanei e Fizer deve ancora trovare la sua dimensione nella rotazione di coach Porter. Santiago e Kukoc non stavano certo incantando e ora sono in injured list. L'attivazione di Zendon Hamilton porterà forse un po' di ossigeno, ma la vera bombola è la difesa. Finchè latiterà i Bucks continueranno a perdere partite giocate alla pari anche con squadre che hanno ben altre mire alle idi di maggio. Ora si entra in dicembre con un calendario di doppie sfide con Chicago, Philly, Indiana e Houston ma soprattutto una gara, quella di domani con Boston, da vincere. Perchè se fossimo in Italia sarebbe un sfida salvezza. E le sfide salvezza fanno crescere il morale.
Michele Talamazzi