Alibegovic: «Uno schiaffo salutare per la Snaidero a Grado»

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Fabio Zingone
00lunedì 6 settembre 2004 11:53
Coach Teo Alibegovic non ripiega su stesso. Così come il suo più esperto collega, Cesare Pancotto, non va via tronfio dal quinto – e ultimo gradese – memorial Dodo Braini. Nel giro di una settimana si sono invertiti i ruoli. La Snaidero di Alibegovic aveva concesso il bis nel Lignanobasket, passeggiando contro Fiume e Zara, con Teramo fanalino di coda del torneo. Venerdì e sbatao, al palasport di Sacca dei Moreri, gli abruzzesi di Pancotto hanno fatto loro il Braini, mentre gli arancione sono arrivati buoni ultimi. È basket d’estate in cui i risultati sono fatti anche da arrivi, partenze, momenti – e affaticamenti – diversi della preparazione precampionato. A Lignano, Teramo non aveva gli Usa Wheeler e Thomas (Jamel, per fortuna di Pancotto) e a Grado gli mancava ancora Hughes. La Snaidero, ancora priva dell’olimpico Mian, ha tenuto a riposo Gorenc. L’importante è lavorare per farsi trovare pronti a inziio stagione. Lì conteranno i 2 punti in classifica. Tanto che, dopo il memorial Braini, Alibegovic può permettersi di ribadire dopo due sconfitte con il Besiktas Istanbul e con Livorno: «È uno schiaffo che ci voleva. È stato meglio, perché siamo stati presuntuosi. Pensavamo di essere tanto forti da non potere perdere. Le assenze non contano, ne avevano anche gli altri. L’importante è che la squadra non arrivi scarica all’appuntamento con le gare».
«Certo è – riflette Alibegovic – che questi due tornei sono arrivati, forse, un po’ troppo presto. Ci vogliono cinque o sei settimane di preparazione per avere responsi attendibili. La prima, di solito, va via per le visite mediche. La seconda è d’introduzione alla preparazione. La terza è d’inizio vero, poi ce ne vogliono altre tre o quattro di lavoro per vedere i risultati. Non siamo nella Nba dove i giocatori arrivano a fare la preparazione, che hanno già sistemato tutto per conto loro: casa, auto e anche parametri atletici con cui si devono presentare al raduno. È tutto fissato già alla firma del contratto e il rispetto delle clausole è rigido. In Europa non succede e io ho due persone che devo fare impazzire per sistemare i giocatrori (Barburini e D’Angelo, ndr), perché qua gli agenti si preoccupano solo di fare fattura».
Tornando al Braini, Alibegovic comunque vede il bicchiere mezzo pieno ben sapendo comunque che questa settimana i tes con Buducnost Podgorica, Slovan Lubiana e Domzale gli serviranno per sistemare anche quel che c’è da perfezionare. È per questo che al Carnera, che si prevede riaprirà oggi i battenti dopo essersi rifatto il look, si giocheranno a porte chiuse.
«A Grado – tira le somme il coach della Snaidero – ho visto due belle cose. Prima senza due o poi senza quattro uomini da quintetto base, abbiamo potuto fare uscire fuori Venuto e Antonutti. Abbiamo dato anche a Zacchetti la possibilità di giocare un po’ e abbiamo avuto ottime risposte dai due pivot, sia la prima sia la seconda serata. Sono contento pure che Shannon abbia fatto proprio quel che gli ho chiesto. Quando i giocatori saranno tutti a posto, sarà un’altra squadra».
Cos’abbia fatto di buono Shannon su espressa richiesta è presto detto: «Ha segnato punti in assenza di Gorenc in campo. È l’unico in grado di farlo, creandosi spazi in campo, oltre a Boris e a Sekunda. Gli altri sono specialisti: Mian del tiro, Langhi del posting up. Vetoulas ha buone letture, non ha grande velocità nel liberarsi al tiro, ma è un diesel. A Grado ha un po’ rischiato nei passaggi, perché la palla è nuova. Deve anche abituarsi alla velocità del gioco, perché in Grecia è più controllato e molto fisico».
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