Alla Juventus il trofeo Berlusconi

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Fabio Zingone
00domenica 29 agosto 2004 11:04
E' sempre più torinese il Trofeo Berlusconi, la classica d'estate che la Juve con oggi ha vinto otto volte, contro le sei del Milan. Finisce 1-0, dopo un tempo tutto rossonero e un gol in velocità di Miccoli e Olivera: fuga e assist del primo, gol del secondo, nei primi 25 secondi della ripresa.

Il Milan che vuole vincere tutto, anche le amichevoli, cede la seconda coppa in tre giorni, a Barcellona mercoledì, a San Siro oggi. Nessun dramma però. E' rodato, quello dell'estate, con un buon Rui Costa in regia per l'assenza di Pirlo. E con un discreto Kaladze al posto di Maldini (acciaccato e a riposo): è quello che ha più da fare, stasera, perché l'unico della Juve ad avere le gambe per farsi avanti è Olivera (che conferma di star bene e di essere cresciuto) e giacché ha benzina e voglia, torna indietro e va a fare fallo su Kakà, quasi al limite, almeno due volte. Dopo il Djurgarden, fa bene Capello a confermarlo a destra del centrocampo. Non si capisce bene, invece, perché dall'altra, a sinistra, non faccia giocare Kapo, e gli preferisca Pessotto con Zambrotta terzino sinistro: gli piace che parta da lontano, ok, ma con Shevchenko da quelle parti, Cafu e Gattuso che spingono, Zambro il centrocampista-difensore sino a ieri il migliore della Juve sempre e comunque, è costretto a fare semplicemente il difensore. Niente discese e nessun cross.

Ne paga la Juve, ma la colpa non è sua. Davanti a un Milan che gioca a memoria, tostissimo dietro, in difesa, grintoso a centrocampo (l'unico a non brillare particolarmente, stavolta è Ambrosini) e sempre pericoloso in attacco: nonostante l'unica coppia possibile Sheva-Tomasson non sia in formissima (l'ucraino non si è quasi mai allenato per un fastidio all'adduttore). Se non fosse per l'altruismo di Sheva e la mollezza e la strana imprecisione di Kakà, il Milan passerebbe in vantaggio prestissimo. Non succede più avanti per i riflessi di Chimenti che non fa rimpiangere Buffon (risparmiato per il mal di schiena, visto che in palio qui non c'è niente di grosso) su un tiro di Kakà e una punizione insidiosa di Sheva.

Per una volta brilla la difesa, Zebina (al ritorno da titolare dopo la squalifica in Champions) e Thuram in bella serata davanti a Sheva. Fa coppia al centro, Tudor (fresco di rinnovo): è la sua prima volta nell'era Capello, discreto dietro, ma ingenuo nel toccare con mano davanti a Dida. Emerson e Blasi fanno quello che possono in mezzo ai rossoneri che pressano e raddoppiano e non buttano mai un solo pallone. Meglio il primo del secondo, comunque. E Del Piero? Senza Trezeguet e Nedved è perso. Si innervosisce, sbaglia quelle poche palle che tocca e regala almeno due punizioni. Non ha vita più facile e più felice Zalayeta, che ha il fisico sì, ma non le gambe giuste per le ripartenze. Combatte, perde una scarpa, ma...

Il Milan ci mette tre tocchi, ogni volta e a occhi chiusi, per arrivare davanti a Chimenti. La Juve che gioca in contropiede non ci arriva praticamente mai. Il primo tiro in porta è di Emerson, da fuori, al 38'. Capello ci mette un po' a capirlo: quando lo fa, all'inizio del secondo tempo, passa in vantaggio. Ci vuole la velocità di Miccoli: entra per il nervoso capitano, scatta subito dalla sinistra, semina Nesta (sino ad allora montagna invalicabile tranne una palla persa e non sfruttata da Del Piero) e mette in mezzo per Olivera che in 25 secondi infila Dida. Tredici minuti dopo baby Miccoli, speedy Miccoli (che chiede palla e scalpita), colpisce il palo.

Ancelotti fa riassaporare il campo a Seedorf che torna per la prima volta dopo l'intervento alla gamba del 7 luglio, esce Tomasson e Kakà si avvicina a Shevchenko. Poi Serginho per Rui Costa, Brocchi per Ambrosini e Dhorasoo per Gattuso. Perché la stanchezza si fa sentire e l'amichevole è la miglior occasione per provare nuove soluzioni. La Juve non è quella dell'anno scorso che di questi tempi girava a mille. Ma vince comunque, gestisce il secondo tempo dove si diverte di più ed è quasi sempre davanti alla porta. Quello che delude, ora, è il Milan che molla, passeggia e sbaglia troppo, Cafu non riesce ad approfittare di un errore di Tudor, Serginho di un'uscita sballata di Chimenti. Capello fa rifiatare Olivera per Kapo che si piazza a sinistra, con Pessotto che si sposta dalla parte opposta, ma per poco. Perché qualche minuto più avanti, quando esce Zalayeta, torna a sinistra, con Birindelli a destra e Kapo ad aiutare (ma in realtà lo fa solo arrabbiare) Miccoli che merita di più. Il risultato non cambia, ma la curva continua a cantare e Ancelotti non ne fa un dramma. Hanno perso anche l'anno scorso, ma poi sappiamo com'è finita.
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