Amadio:L'Eurolega è nostra

Amadio, come va?
«Insomma... in pochi giorni così tante batoste dal punto di vista umano non le avevo mai avute: prima la scomparsa di Elvino Scavolini, poi quella di Chiarino Cimurri che era mio socio a Reggio, oltre che un amico. Infine la notizia di Ford. Giorni terribili».
Una sorpresa tremenda, quella di Alphonso...
«Sorpresa non è la parola esatta — precisa Enzo Amadio — perché noi sapevamo esattamente con che cosa doveva convivere il nostro giocatore. C’era anche la possibilità che potesse andare avanti così per anni, ma lui era anche consapevole che prima o poi la cosa poteva esplodere. E anzi, ora che la storia è nota, posso dirvi che in alcune partite Ford ha giocato anche quando stava male. No, la salute non l’ha mai rischiata, ma ha combattuto sempre contro la sua sofferenza. Ford è un professionista grandioso, credo che oggi tutti lo apprezzino ancora di più, che lo stimino e lo ammirino molto più di prima. Tutti gli vogliamo bene. E io coltivo un sogno».
Quale, presidente?
«Di rivederlo giocare. Magari con noi. Gli auguro non solo di sopravvivere e guarire ma di tornare in campo. E’ il mio sogno e gliel’ho detto chiaro e tondo».
Non è un’illusione pericolosa?
«No, è una speranza. Con la speranza l’uomo trova la forza per andare avanti. Se Alphonso penserà a questo sogno, avrà più forza dentro di sè. Noi lo penseremo ogni giorno, la squadra giocherà per lui e lo aspetteremo qua, a Pesaro».
Come si fa a sostituirlo, adesso uno così?
«Le proveremo tutte, più avanti ci saranno i tagli dalla Nba, qualcosa di buono uscirà di sicuro nel ruolo. Guai abbattersi, dobbiamo trovare le energie mentali per andare avanti. E’ stato Alphonso a dircelo per primo. Ha detto: devo per caso aiutarvi a cercare una guardia che faccia al caso vostro? Lui vuole che la Scavolini vada forte anche quest’anno, che vinca. E’ un ragazzo meraviglioso, credetemi».
Intanto c’è da trovare il pivot, presidente...
«Non manca molto, speriamo di chiudere presto».
Viene dalla Nba?
«Sì, dall’Nba».
Ci dia qualche indizio in più: è mai stato fatto il suo nome sui giornali finora?
«No, non ci siete arrivati, non ci ha pensato nessuno. Forse perché è davvero un bel giocatore. E’ da parecchio che gli stiamo dietro e, se ci riusciamo, vedrete che rimarrete contenti tutti. Ma adesso chiacchierare non serve: quando sarà ufficiale, parleremo quanto vorrete».
Un’iniezione di fiducia arriva così da Amadio: il presidente incassa i colpi e va avanti, anche contro chi sussurra che si sta disimpegnando. Con queste dichiarazioni sembra invece voler riportare un po’ di sereno dopo una tempesta che comunque ha lasciato il segno: il solo pensiero di non poter più vedere le magie di Ford, uno dei motivi per cui la gente veniva più volentieri al palazzo l’anno scorso, abbatte il morale dei tifosi. Ma se lo dice Alphonso che tutti dobbiamo guardare avanti... lo faremo.

La storia di Ford ha insegnato qualcosa a tutti noi, ogni cosa che lo riguarda lascia il segno e anche il suo congedo è fatto con stile. «Alphonso è un ragazzo d’oro. Noi ci preoccupiamo per lui e lui si preoccupa per noi... Incredibile». Coach Melillo non ha ancora digerito la vicenda drammatica della malattia di Alphonso, non può averlo fatto. «Lui mi ha dato tanto e spero riesca a vincere anche questa battaglia».
Bisogna reagire, è ciò che Ford per primo vuole, perchè la vita continua. E allora c’è una squadra da rinforzare, ci sono i due tasselli principali da inserire. «Non è facile trovare qualcuno che rimpiazzi Alphonso - commenta il tecnico - poi è tardi e tanti hanno già firmato». Roma però ha trovato Carter solo un paio di giorni fa, e poi ora c’è un bel gruzzolo da investire. «Dobbiamo prendere i primi giocatori liberi sul mercato che facciano per noi, non c’è una grandissima scelta. Arriverà uno dei due tasselli mancanti e l’altro poi verrà di conseguenza. La situazione non è bellissima, però altri club hanno atleti impegnati con le Nazionali, quindi non siamo così svantaggiati. La società sta lavorando giorno e notte e sta contattando tutto il mondo».
E’ un momento triste anche per il presidente Enzo Amadio, che nel giro di pochissimo ha perso due amici (Elvino Scavolini e Chiarino Cimurri) e sofferto per un terzo (Ford). «La vita è fatta così - allarga le braccia il patròn - L’unica cosa che vorrei ora è rivedere Alphonso sorridere su un campo da basket, io non perdo la speranza. Siamo in contatto col suo procuratore ma spero di poter parlare presto anche con lui, mi farebbe stare molto meglio. Eppure eravamo convinti di aver risolto il problema, gli avevamo spedito i biglietti aerei... Ma dalla malattia si può guarire». Ora che succede? La squadra era stata costruita attorno a lui... «Cerchiamo una guardia con tanti punti nelle mani, in questa fase non possiamo permetterci di cambiare tutto. Aspettiamo i tagli Nba e intanto pensiamo a chiudere col pivot». E’ quasi fatta? «Forse, il lungo dovrebbe essere ben più vicino della guardia. L’uomo che vogliamo farebbe veramente felice Pesaro. Siamo su uno molto forte, più di Alexander e Betts. Speriamo di chiudere presto, magari i primi della prossima settimana». Uno come Santiago? «Non so, di certo è uno di un certo spessore». Gli indizi portano a un uomo di esperienza che non ha mai giocato in Europa. Magari Scott Williams. Per l’esterno la Scavo ha cercato Dion Glover, 26 anni ad ottobre e una buona carriera ad Atlanta e a Toronto. Certo non è facile portarlo in Italia, ma al momento è free agent. Un altro obiettivo è Trajan Langdon, che però sta provando per la Nba e arriverebbe troppo tardi. Derrick Dial vuole i Veteran Camp e ha già rifiutato Malaga e Roma. Il suo agente lo sta convincendo a rinunciare all’America ma non è detto che ce la faccia. Difficile che torni in Italia Charles Smith, che comunque ultimamente ha perso qualcosa dal punto di vista fisico.