Belinelli stronca l'Armani

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33.86
00domenica 20 novembre 2005 15:48
Climamio Bologna - Armani Jeans Milano 85-70 (13-9; 37-24; 63-45)

CLIMAMIO: Rombaldoni 7 (1/1, 1/1), Mancinelli 4 (2/2, 0/2), Becirovic 10 (1/3, 1/4), Belinelli 22 (2/3, 6/10), Garris (0/2, 0/3), Bagaric 4 (2/5), Green 10 (2/6, 2/5), Watson 8 (2/2, 1/1), Ress 9 (0/1, 3/6), Lorbek 6 (2/3, 0/1), Bruttini 3 (1/1), Kommatos 2 (1/1, 0/1). All.: Repesa

ARMANI JEANS: Vukcevic 11 (3/4 da 3), Shultze 1, Shumpert 9 (4/7, 0/4), Coldebella ne, Bulleri 5 (1/5, 1/4), Galanda 9 (3/3, 0/3), Plumari ne, Fajardo 5 (1/1), Blair 9 (4/6), Calabria 21 (5/5, 3/6), Gigena ne, Cavaliero (0/1, 0/2). All. Lardo

Arbitri: Grossi, Seghetti, Ursi. Totale Tiri: Cli 30/64 (14/34 da tre), Arm 25/51 (7/23 da tre). Tiri Liberi: Cli 11/16, Arm 13/24. Rimbalzi: Cli 20+14 (Bagaric 8), Arm 23+11 (Blair e Calabria 6). Assist: Cli 17 (3 con 3), Arm 10 (4 con 2). Val Cli 99 (Belinelli 20), Arm 76 (Calabria 28) Spettatori: 5276 Incasso: 62501 Euro.

BOLOGNA – Belinelli lancia la Climamio, e per Milano il PalaDozza resta terra inviolabile. La replica della finale dello scorso anno si sostanzia in una partita sostanzialmente dominata dalla Fortitudo, che in questo ennesimo mezzodì cestistico ha fatto vedere i passi in avanti compiuti dopo la brutta sconfitta di Reggio Emilia. Per Lardo e la sua Olimpia, ancora scossa dalle pesanti e rovinose ondate che Teramo e Prokom hanno scatenato su Pallido e Forum, c’è un altro passo falso, non meno pesante di quelli immediatamente precedenti. I vicecampioni d’Italia resistono per una dozzina di minuti, fino a quando Galanda e Calabria trovano avventurosi spazi all’interno di un gioco d’attacco obiettivamente inguardabile, e non solo per i meriti difensivi di Bologna. Poi crollano sotto i colpi di un favoloso Belinelli, le cui triple fanno confluire definitivamente l’inerzia della partita dalla parte dei padroni di casa. Eppure l’atmosfera incandescente del prepartita aveva illuso sulla possibilità di avere un match equilibrato. Si respira aria d’estate al Paladozza, benché fuori ci sia un freddo micidiale: le maglie biancorosse riportano alla mente come un riflesso condizionato la serie del giugno scorso, e così rumore e partecipazione del pubblico sono più da derby che da un’ordinaria nona giornata di andata. E il primo quarto, archiviato sul 13-9 è proprio da finale scudetto, nel senso deteriore del termine però: la partita è impregnata di tensione, e dove non ci arrivano le difese, comunque toste, ci arrivano gli errori gratuiti degli attacchi. I minuti incedono, i canestri sono merce preziosa, ma l’intensità generale, già alta, sale a dismisura, soprattutto da parte della squadra di Repesa: Watson, schierato in un quintetto inedito assieme a Lorbek e Kommatos, non solo arpiona palle vaganti e rimbalzi, ma trova anche il canestro da fuori; Belinelli dal canto suo si esibisce in quel tiro da tre che ultimamente gli riesce con estrema facilità, confezionando un 4/6 dalla lunga che regala ai suoi il 37-24 all’intervallo. E Milano? Milano è pronta a difendere e a lottare, tiene a rimbalzo, ma in attacco non riesce a fare un ribaltamento pulito, figuriamoci a costruire un buon tiro: l’Armani sta temporaneamente in piedi con iniziative private di Calabria e Galanda, ma perde 13 palloni in 20’, propiziati dal pressing avversario, e ha un Bulleri inverecondo. E quando fa calare l’intensità difensiva, per la precisione all’inizio del terzo quarto, va a picco come l’Andrea Doria. Un parziale di 14-2, firmato dai tiri pesanti di Ress e Belinelli, spedisce i padroni di casa al massimo vantaggio, 51-29, e chiude sostanzialmente la partita, regalando al pubblico fortitudino 20’ di applausi sereni, e a Rodolfo Rombaldoni iniezioni di fiducia a base di punti dopo l’infortunio. Chiude la giornata la giovanile soddisfazione di Davide Bruttini, per la prima volta a segno in serie A con un gioco da tre punti.
E’ invece difficile la situazione per Lino Lardo, che pure in sala stampa ostenta la consueta serenità: il problema non è una ovviamente una sconfitta netta in casa della Fortitudo, cosa che può succedere, quanto una squadra che semplicemente non gioca insieme. Al di là di un’intensità solo per brevi tratti vicina a quella che l’anno scorso guidò la squadra in finale, la (soggettiva) sensazione da bordocampo è che ai giocatori dell’Olimpia facciano difetto le più banali unità di comunicazione, come testimoniano un paio di azioni giocate a zona da una parte dei giocatori e a uomo dalla restante, o frequenti difficoltà a intendersi su quale gioco d’attacco sviluppare. Per l’ex coach di Verona e Reggio Calabria la carne al fuoco non manca.

Andrea Beltrama



Così gli allenatori analizzano la partita:

Jasmin Repesa: «Era una partita molti importante per noi, siamo riusciti a vincerla e per questo sono molto soddisfatto. Mi sono piaciuti l’atteggiamento e la concentrazione, e soprattutto la difesa, grazie alla quale siamo riusciti a cambiare ritmo e a trovare canestri facili. Milano è una squadra con due caratteristiche base: ti punisce al minimo sbaglio, e ha tanti giocatori capaci di segnare da 3 in transizione. Volevamo essere concentrati per tutta la partita per non concedere loro tiri comodi; quando abbiamo perso concentrazione contro Vukcevic, Shumpert e Calabria ogni volta facevano canestro. In attacco non noto grandi differenze rispetto alla partita di Treviso, dove abbiamo giocato male in difesa, concedendo troppo. Belinelli sta crescendo, non solo per il tiro, ma perché sa fare tante cose in attacco. Inoltre è uno de migliori difensori d’Italia, e questo aspetto va certamente sottolineato: difende contro tutti i giocatori avversari più pericolosi, come Nicholas e Calabria. Deve migliorare per diventare un giocatore completo. Rombaldoni ha meritato i minuti che gli ho dato, gli serve tempo per recuperare dall’infortunio. In questa squadra, in mezzo a tutti questi giovani, è come un vecchio zio. Non mi interessa comunque commentare le prestazioni dei singoli, quanto sottolineare la nostra buona prova di squadra. Poi non tutti possono giocare sempre benissimo! ».

Lino Lardo: «Sembra passata un’eternità dalla finale di pochi mesi fa. Avrei voluto giocare un’altra partita, anche se non volevo certo una rivincita, visto che la mia squadra ha bisogno di pensare ad altro rispetto alle rivincite. Noi non abbiamo fatto una partita fluida in attacco, ma abbiamo sbagliato troppi canestri facili che ci potevano tenere in partita. Bologna ha vinto grazie al tiro da tre, e a un’intensità difensiva superiore. Io avevo chiesto una risposta d’orgoglio, e l’ho ottenuta, visto che nessuno dei miei si è tirato indietro. Ho sempre ritenuto che i pronostici che ci davano come favoriti assoluti fossero errati e ci mettessero eccessiva pressione addosso. Ora ci manca la forma fisica dei quattro nazionali, l’amalgama, e una buona condizione atletica, in breve tutto quello che una squadra di alto livello deve avere. Dobbiamo lavorare, e tanto. Mi sento in bilico? Chiunque faccia questo mestiere sa che l’allenatore è sempre il primo responsabile. Continuo a fare questo lavoro con grande entusiasmo, so bene quale è la mia professione e la mia posizione. Mi fa piacere che i tifosi mi stimino, ma tutti siamo responsabili e consapevoli di quello che in questo momento non va. Corbelli ha parlato di incompatibilità tra me e Bulleri? Con Bulleri c’è un ottimo rapporto, come con tutti gli altri giocatori. Lui ha difficoltà a prendere in mano la squadra. Ci stiamo chiarendo, sto cercando di prendere in mano le sue esigenze. Massimo è venuto qui con molte aspettative e con molta pressione, qui ha un ambiente che lo può mettere a proprio agio. Ora si viene a capo di poco, ma non c’è alcun tipo di chiusura da una parte e dall’altra. Il doppio impegno inoltre ci priva della possibilità di allenarci insieme, cosa che l’anno scorso facevamo regolarmente. Eppure io resto sereno, e credo che con il lavoro e con il dialogo le grosse difficoltà che abbiamo possano essere superate».

Andrea Beltrama
Big Mike
00domenica 20 novembre 2005 15:50
Grande partita di Mancinelli cmq...
calciolibero
00domenica 20 novembre 2005 16:07
Climamio-Armani 85-70

Dicono che i remake non hanno mai lo stesso sapore della prima volta, ma l'atmosfera alla Land Rover Arena era quella delle grandissime occasioni. E la Climamio ha sfoggiato il vestito della festa, battendo l'Armani Jeans sul piano del gioco, della sostanza, dell'intensità, dell'atteggiamento, della coesione di squadra. 85-70 il risultato finale, ma il divario sarebbe potuto essere persino doppio se su qualche attimo di rilassamento biancoblù nell'ultima parte di gara i milanesi non avessero le triple in transizione di Calabria, ed i canestri d'esperienza per ricucire qualcosa. La storia, però, l'ha scritta tutta la Effe in questo mezzogiorno di basket, ed il piatto forte è stato (nuovamente, dopo Roma e Treviso) quello di Marco Belinelli: 22 punti, 6/10 dall'arco, talento allo stato puro ma la cui grandezza è quella di ascoltare ogni parola di Repesa e metterla in pratica, partendo proprio dalla difesa. Tutto il resto, a seguire, nel "Postgame".

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