Belinelli:tifo Virtus ma gioco nella Fortitudo,aspetto con pazienza il derby!

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Fabio Zingone
00martedì 16 novembre 2004 19:17
La Climamio e la Caffè Maxim prime nei rispettivi campionati fanno pensare a una Basket City tornata ai suoi vecchi splendori. In questo Marco Belinelli è doppiamente coinvolto, gioca con la verde Fortitudo, ma è di scuola cestistica virtussina. «Ammesso che fosse andata via – spiega Belinelli - adesso è Basket City è sicuramente tornata. Credo che la vittoria della Virtus contro Montecatini abbia definitivamente consacrato bianconeri come squadra da battere in Legadue».
Come voi, i bianconeri basano il loro gioco sulla difesa.
«Non ho ancora avuto l’occasione di vedere una loro partita, ma conoscendo Consolini, penso che sia una delle loro armi migliori».
Virtus in A significherebbe derby.
«Questa partita la vogliono un po’ tutti, e credo che farebbe sicuramente bene alla pallacanestro in generale. Per me sarebbe, poi, la prima volta con la maglia della Fortitudo. Di derby ne ho giocati tanti, soprattutto nelle giovanili, ma l’emozione di giocarne uno con la mia nuova maglia, quella non l’ho ancora provata».
Belinelli ha avuto come allenatore sia Consolini che Repesa, due coach di scuola diversa, ma entrambi maestri della difesa.
«Consolini non l’ho mai avuto come capo allenatore, ma sempre come assistente, è una un’ottima persona e molto preparata. Altrettanto posso dire di Repesa che e bravissimo nel gestire le squadre».
Infatti voi,oltre ad essere un gruppo compatto dentro al campo lo siete anche fuori.
«E’ un vantaggio e allo stesso tempo un nostro punto di forza. Siamo molto uniti perché stiamo bene insieme e allo stesso tempo questo ci aiuta nei momenti di difficoltà in campo».
Continuiamo con le analogie tra Virtus e Fortitudo: entrambe hanno una panchina molto lunga.
«E’ vero, però conosco poco i loro minutaggi. Dei nostri, posso dire che il coach è molto attento agli allenamenti. Lavoriamo con una grandissima intensità e chi se lo merita gioca».
Forse è anche per questo che ultimamente avete grandi vantaggi dopo il primo quarto.
«Repesa ci chiede di essere subito aggressivi in campo, anche perché così cerchiamo di mettere in chiaro i rapporti di forza e non dobbiamo poi rincorrere».
Diverse le categorie, ma la differenza è anche un’altra: la Virtus ha centri veri, come Podestà, mentre la Climamio, fino ad ora, ha dovuto cercare di colmare qualche lacuna sottocanestro.
«Sicuramente loro sono molto forti in area. Noi, invece, il tormentone del centro di peso ce lo portiamo dall’anno scorso. Premesso che Bagaric è rientrato e che McCaskill è forte in quel ruolo, abbiamo trovato in Rancik un gran rimbalzista e la sua presenza in area si sente eccome».
E’ uno segreti del vostro inizio così spumeggiante.
«So che ad inizio stagione c’erano delle perplessità sulla nostra squadra. Principalmente dovute al fatto che noi eravamo molto giovani e quindi si pensava che avessimo un rendimento alterno, e, invece, fin qui siamo riusciti a rimanere molto costanti».
Il derby rievocherebbe tante cose a Belinelli.
«Sono cresciuto nella Virtus e sono stato benissimo. Poi è arrivato il momento cambiare, perché la Virtus per un certo periodo non esisteva più ed ho dovuto fare una scelta. Sono venuto alla Fortitudo, perché sapevo che c’era un allenatore che faceva giocare i giovani e perché avevo la possibilità di rimanere con la mia famiglia qui a Bologna. Qui mi trovo altrettanto bene, gioco in buonissima squadra, e ho la possibilità di crescere».
L’ambiente, però, potrebbe vivere questo cambio in maniera altrettanto serena.
«Non lo so, perché ripeto devo ancora giocare un derby con la maglia fortitudina. Ad ogni modo sono un giocatore molto giovane che deve, comunque, superare anche queste eventuali difficoltà».

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