Boni: «La Sicc Bpa salva se non perderà mai l’entusiasmo»

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vee.dee
00venerdì 3 dicembre 2004 11:26
La ricetta di SuperMario Boni

- Il Resto del Carlino -

Ci sono, ma già si sapeva, due Mario Boni: il giocatore «super» (ah, l’immaginario collettivo), mano infallibile da vendicatore solitario, sguardo truce, un incubo solo trovarselo di fronte, e quello fuori dal campo, pacato e disponibile. Chi paga il biglietto per vederlo giocare, conosce solo la prima versione: il Boni «privato», dott. Jeckill insomma, non sembra nemmeno lontano parente del killer dei canestri.
Situazione dopo un terzo di cammino: tutto sotto controllo, Boni? «Sinceramente speravo in qualcosina di più in classifica — conferma il bomber — però questa è la serie A e a noi manca forse un pizzico di esperienza». La migliore partita finora, personale e di squadra? «Contro Varese, abbiamo giocato a ottimo livello».
E’ proponibile il parallelo con Teramo neopromossa dell’anno scorso? «Teramo con Grant era più forte di questa Sicc Bpa: e a cinque giornate dalla fine eravamo già salvi matematicamente».
Succederà anche quest’anno? «Me lo auguro ma temo che ci sarà da lottare fino all’ultima partita».
Quante vittorie serviranno? «Dodici, tredici. A Teramo ne vincemmo tredici ma, raggiunto l’obbiettivo, ci fu un inevitabile calo».
La ricetta-salvezza di Mario Boni? «Tenere alto il morale della truppa e non perdere entusiasmo. Fondamentale». Sbagliamo o lei è addirittura più marcato degli anni scorsi? «Su di me difendono così da venti anni, ci sono abituato». Gli insulti dei tifosi avversari sono davvero uno stimolo? «Sono abituato anche a quelli. Danno la carica». Come viene accolto, di solito, dagli ex tifosi? «A Teramo e Roseto, per dire i più recenti, ho lasciato tanti amici. Però non sono un ipocrita e se farò canestro esulterò ugualmente. Anche a Teramo e Roseto».
Che margini di miglioramento ha la Sicc Bpa? «Notevoli, bisognerà solo vedere quanto tempo impiegheremo, perché il tempo è un tiranno con la pistola sempre puntata. Di positivo c’è che, tranne a Roma, questa squadra non ha mai mollato». Qual è la filosofia di uno che a 40 anni suonati si diverte ancora come un [SM=x486260] a giocare a basket? «Il gusto della sfida. Amo questo gioco e mi diverto anche agli allenamenti».
Gianni Angelucci

10dennymania
00sabato 4 dicembre 2004 10:54
IMMENSO BONI!!!40 ANNI SONO DAVVERO TANTI PER GIOCARE IN CORTILE,FIGURATEVI PER GIOCARE ANCORA A LIVELLO AGONISTICO...CHE FUORICLASSE!!
vee.dee
00sabato 4 dicembre 2004 15:21
Fuoriclasse per due partite però!? Al fantabasket lui e Penberthy mi hanno affossato!!!
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