Peppe
00lunedì 1 maggio 2006 20:03
Game Management; la scelta del canestro: opposto agli ultrà
01.05.2006. 00:00
La recente partita Cantù-Roma ha visto la panchina di Roma, allenatori nonchè dirigenti, protestare agli arbitri che i tifosi di Cantù, squadra di casa, spostavano il canestro durante i tiri liberi cruciali di Dejan Bodiroga della Lottomatica Roma a tre secondi dalla fine. Il fatto che Bodiroga ha sbagliato tutti e due i liberi non ha, certamente, fatto piacere alla Lottomatica. Non commento sul fatto, che è una questione per la FIP, la Lega e gli arbitri. Ho visto il replay diverse volte ma è impossibile sapere se il canestro fosse stato spostato o meno.
Invece, colgo l'occasione per parlare di una mia idiosincrasia come coach: in trasferta, quasi sempre sceglievo di fare riscaldamento pre-partita al canestro opposto agli ultrà dell'altra squadra. No, non per la questione di muovere il canestro o no, ma perché i miei giocatori non battessero i tiri liberi davanti agli ultrà, che sono bravissimi a distrarre il tiratore dell'altra squadra: mani in alto e in movimento; bandiere che vengono sventolate; urli a squarciagola; e ogni altra cosa possibile per disturbare la tranquillità del tiratore. Sia chiaro, tutto in regola. Ma si evita tirando all'altro canestro dopo l'intervallo.
La mia Virtus Bologna ha vinto lo scudetto del 1976 a Varese tirando davanti agli ultrà nel primo tempo ma davanti alla nostra panchina, e senza ultrà, nel secondo tempo. Infatti, Charlie Caglieris aveva quattro tiri liberi cruciali nell'ultimo minuto di gioco e ha piazzato tutti e quattro con grande tranquillità. Potrei citare altri esempi senza problemi. L'ho fatto sempre? No, non sempre, ma spesso. Soprattutto quando si giocava nei playoffs. Ma l'ho fatto a Miseracordia (Venezia), Viale Partigiani (Pesaro), Pianella (Cantù), Palazzo dello Sport (Bologna) e altri campi. E ci ha aiutato, secondo me.
Dan Peterson