Collina pensiero

Il Collina pensiero alla vigilia del rinato derby delle Due Torri, è un fiume in piena di emozioni, sentimenti e competenza. Eccolo, da leggere tutto d’un fiato. Per poi ritrovarlo domenica al Palazzo, insieme ai vecchi amici e alla moglie Gianna, viareggina che lui ha trascinato alla medesima passione per la Effe. Parole da leggere ed ascoltare, pronunciate con tutto l'amore che prova per la Fortitudo, parole da sottoscrivere in pieno. (Fabrizio Pungetti).


"Il derby che ritorna è un'emozione che vale la pena rivivere. Torna la Virtus, ma credo sia innegabile una differenza di fondo, anche se si ripresenta da prima in classifica. Questa volta sono proprio le Vu nere ad aspettare il derby come un desiderio di rivalsa e rivincita, le parti si sono ribaltate. La Fortitudo, comunque vada, ha affermato in quest'ultimo decennio un ruolo prioritario ai vertici italiani ed europei, che rimarrà tale indipendentemente dall’esito del derby. Insomma, non siamo più una "underdog" che cerca la giornata di gloria. Questo però non deve cambiare il nostro modo di approcciarci al derby, che deve restare quello di sempre. Quello fortitudino, fatto di cuore, orgoglio, attaccamento alla maglia. Con la novità di essere consapevoli che non è più solo una questione di Davide che affronta Golia, com’è stato per anni quando ero ragazzino, o comunque senza più quella pressione di dover dimostrare a tutti i costi che ci ha fregato nei primi anni della nostra ascesa. Ora dobbiamo essere consci della nostra forza e trasformarla in una determinazione ancora più forte, senza cadere negli atteggiamenti di superiorità e da snob che non ci si addicono.

Dovremo dimostrare di essere superiori alla fine dei 40’ minuti. Sono loro, ora, a spasimare per l’attesa, ho tanti amici bianconeri che mi hanno riempito di sms: alcuni non li sentivo da tempo, quasi si fossero allontanati dalla loro passione cestistica, sicuramente il primo posto ora li ha risvegliati. Un primo posto conquistato sfruttando le occasioni, li ho visti giocare anche partite spettacolari, come con Siena, hanno un coach bravo, alcuni grandi talenti specie offensivi come Bluthenthal, ma la Fortitudo è un progetto vero, solido e costruito con intelligenza e programmazione. Mi affascina la scelta di costruire un futuro ancora al vertice attraverso la crescita di giovani talenti, e non più attingendo da un budget altissimo. Una sfida tutta fortitudina, che aumenta i meriti di Giorgio Seràgnoli e dei due personaggi cui l’ha affidata, Teo Alibegovic che per me è un’icona della storia biancoblù, e coach Repesa, forse il nostro più grande coach di sempre. Un maestro di basket e al tempo stesso una figura carismatica, come è difficile trovarne nello sport di oggi, dove spesso ci sono più manager che allenatori. Anche se quest’estate ho avuto qualche problema a far capire alla mia figlia più piccola, Carolina, quella che più mi segue nella passione cestistica, perché Douglas, l’uomo del tiro scudetto, non avrebbe più giocato con noi. Il progetto della Fortitudo mi affascina davvero, ed il record di abbonamenti nell’anno in cui si perde una bandiera come Basile dimostra che il popolo biancoblù l’ha capito e sposato, rinnovando la propria dimostrazione di fede.

Emotivamente, ho sofferto per la partenza di Baso. Ma ho capito la sua scelta da professionista, oggi certi aspetti vanno inevitabilmente considerati. Credo fermamente, però, che il suo cuore sia rimasto qui, e se un giorno ci fosse mai l'occasione di vederlo ritornare, io lo riabbraccerei di nuovo tra noi. Poi, non tutto il male viene per nuocere. Basta vedere Belinelli, forse se Baso fosse rimasto qui la scelta di farne un giocatore di riferimento sarebbe stata meno forte, più graduale. La sua naturalezza, la sua tranquillità in ogni momento, i suoi risultati in rapporto all’età sono qualcosa d’entusiasmante. Comunque, nella nuova squadra, ci sono tanti giocatori interessanti, difficile indicarne uno come decisivo nel derby. A mia figlia Carolina piace Mancio, che credo farà un altro salto di qualità non appena avrà preso confidenza con la responsabilità di essere il nuovo Capitano. Mi piace molto Ress per il suo atletismo e per la sua attitudine senza risparmiarsi, mi piace l’umiltà ma anche la personalità di Garris e quella crescente di Green, mi entusiasma l’energia e la voglia di Watson, che per fiuto e senso della posizione a rimbalzo mi ricorda uno dei miei miti, Marcellus Starks, anche lui non eccessivamente alto e saltatore, ma i rimbalzi erano tutti suoi. TJ è forse un po’ diverso, più esplosivo atleticamente, e con in più un tiro che sta mettendo su, ma proprio per questo mi piace, mi colpisce l’atteggiamento con cui è venuto qui per migliorarsi lavorando con Repesa. Davvero un grande scelta, quella di Teo e del coach.

Pronostici non ne faccio, spero però in un bel derby, e credo lo sarà in tutti i sensi. Io sono sempre preoccupato, prima di ogni partita dell'Aquila: lo ero anche prima di Avellino, seguirla su internet è stata durissima, ma non sono timoroso. Rispetto la forza della Virtus, ma conosco quella della Fortitudo. Credo che per noi la chiave sarà Repesa, ancor più dei giocatori: saprà caricare e gestire mentalmente i suoi ragazzi senza che soffrano la pressione del derby. E se arriverà la nostra vittoria, come spero, credo che sarebbe giusto dedicarla al presidente Giorgio Seràgnoli. Ho letto del suo intento di potenziare la società, giusto modo di ragionare da imprenditore, ma lui deve rimanere il perno di tutto e l’uomo dei sogni che si fanno realtà. Come detto, ricordo Reggio Emilia. Tutto quello che è successo dopo, le finali, la presenza ripetuta in Coppa dei Campioni, e soprattutto i due scudetti conquistati, tutto questo è stato prima di tutto merito suo. Senza d lui, senza la sua passione e quella fede vissuta con coraggio, i nostri sarebbero rimasti sogni ad occhi chiusi”.