Comincia la World series

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Fabio Zingone
00sabato 23 ottobre 2004 15:04
Poveri Celtics. Aprono la stagione casalinga con un'amichevole (persa) al Fleet Center contro i New Jersey Nets e l'unica standing ovation il pubblico la riserva al filmato che celebra il trionfo dei Red Sox sugli odiati Yankees. Normale, in una città dove neppure la più grande squadra di football degli ultimi 30 anni, i New England Patriots, vincitori di 20 partite in fila, riesce a scalzare dalle prime pagine dei giornali Damon e soci, figurarsi se un'esibizione, per giunta senza Paul Pierce, può far alzare dalle sedie i tifosi. A Boston l'aria delle World Series si inizia a respirarla sul volo che porta frotte di emigranti del tifo verso la Terra Promessa. I cappellini con la B rossa, simbolo di passione e sofferenza infinita sino a mercoledì scorso, spuntano come funghi dopo la pioggia in autunno. E allora basta uno sguardo d'intesa per diventare immediatamente complici, per scambiarsi una gioia pazzesca, troppo a lungo repressa.
Si va, si vola verso un sogno. Battuto l'Impero del Male, ora non ci si può fermare. Dall'altra parte, senza avere la minima intenzione di essere vittime sacrificali, i St.Louis Cardinals, anche loro reduci da sette sfinenti partite contro Houston. Si arriva alla volata con i cerotti. Come quelli di Schilling, che ieri si è sottoposto ancora a un taglia e cuci degno di un sarto di haute couture per tenere insieme quel che resta del tendine di una caviglia. Ma in gara-2, domani, ci sarà. Non potrebbe essere altrimenti, il guerriero ha il cuore di un leone. Walker, Pujols, Rolen ed Edmonds: oggi sarà Tim Wakefield a cercare di fermare la versione del Midwest della Murderers Row di Yankeeana memoria. Il knuckleballer è stato commovente durante la finale di American, rinunciando a partire in gara-4 pur di dare una mano al bullpen nel massacro della sera precedente. Ora viene ricompensato. E nel giorno della rivincita più dolce, apre il cuore ascoltare le parole di Joe Torre, manager di New York: "Mi spiace pensare ai miei giocatori che se ne sono tornati a casa, ma sapere che sul monte salirà Wakefield, dopo quello che ha passato lo scorso anno (fu Tim a concedere l'home run di Aaron Boone che diede il pendant agli Yankees, ndr.) mi regala un sorriso". Per i Cards lancia Woody Williams, famigliare con l'American League per il suo passato con i Toronto Blue Jays.

Intanto Terry Francona ha già deciso che David Ortiz, designato nelle gare interne, giocherà prima base nelle 3 possibili sfide nel Missouri, con Millar e Nixon che si alterneranno in esterno destro. Ieri Espn ha persino consultato un'astrologa per cercare una previsione diversa in uno sport che sfugge ad ogni logica: "I pianeti di La Russa sono allineati nel modo giusto. Ma dopo quello che i Sox hanno fatto a New York, credo che le variabili possano fare la differenza". Le uniche stelle che contano, sono quelle che scenderanno in campo stanotte al Fenway Park. Il gioiello di Yakwey Way vedrà le sue prime World Series in 18 anni. Le note di "Don't stop believing" continuano a risuonare dagli altoparlanti del Fleet Center. Un tifoso arriva con una bara di cartone dipinta con i colori degli Yankees. Qui non c'è anima viva che non stia facendo il conto alla rovescia. Avevate dubbi?
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