Ford ce la farà

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Fabio Zingone
00venerdì 27 agosto 2004 10:25
Un colpo al cuore. Di quelli che tolgono il respiro e lasciano senza parole. Così ieri è trascorsa la giornata nel ritiro della Vuelle, a Norcia: occhi lucidi, morale a terra tra i compagni di squadra, mille pensieri che vagano per la mente. Nel pomeriggio c’era la prima partitella da affrontare contro Montegranaro ma probabilmente la testa era su un altro pianeta. Quello dove adesso vive il nostro [SM=x486235]: ospedali, terapie, forse un trapianto di midollo, chissà...
«Siamo sconvolti, questi sono colpi bassi che all’improvviso ti fanno sentire inutile. Tu lavori per costruire il tuo futuro ma in queste situazioni niente più dipende da te, forse solo da Dio — si sfoga Djordjevic, scavando dentro sensazioni che fanno male —. Appena ho saputo la notizia ho voluto subito il numero di Alphonso, l’ho trovato a casa, era giù da matti, pronto a entrare in ospedale per le terapie. Gli ho offerto il mio appoggio morale, tutta la mia solidarietà, ma di più cosa si può fare?» si domanda smarrito il [SM=x486235] serbo. E poi racconta che «sì, nel giro del basket si sapeva che Ford aveva qualcosa al sangue, che col permesso dei medici faceva cure fortissime per poter vivere ugualmente la sua vita di atleta. Per questo va stimato ancora di più: perché era pronto a grandi sacrifici pur di far parte del nostro mondo e lottando con tutto se stesso riusciva a fornire prestazioni eccezionali. Lo sentiamo tutti che ora sta lasciando un segno indelebile nella vita dei tifosi pesaresi. E perciò il mio desiderio adesso è uno solo: che guarisca e un giorno sbuchi dal tunnel del Bpa Palas per venire a vedere una nostra partita. Sarebbe la più bella vittoria per tutti noi...».
Se Djordjevic trova le parole, Melillo parla con un fil di voce. Il suo rapporto col giocatore era fortissimo e giorni fa «Fonzie» lo aveva chiamato per annunciargli il suo arrivo: «E’ tutto a posto Phil, mi aveva detto — racconta il coach —. Sono pronto ed entusiasta per una nuova stagione. E invece...». E invece qualche giorno dopo, ecco la ferale notizia: «E’ ancor più da apprezzare per gli sforzi che ha fatto per poter essere il [SM=x486235] che è. Il mio pensiero ora è per lui, per la sua guarigione, che possa magari anche tornare sui campi di basket, glielo auguro di cuore. Il mio rapporto personale con lui è stato eccezionale ma in realtà si è fatto amare da tutti. Alphonso è una persona speciale, che va ringraziata dal profondo del cuore per la lezione che ci ha impartito. Oggi gli dico: forza, combatti anche questa battaglia come hai combattuto per tutta la tua vita dentro e fuori dal campo. Sfide ne hai vinte tante, vincerai anche questa».
nico7RJ
00venerdì 27 agosto 2004 10:46
A ripensarci adesso, l’uscita di scena di Alphonso Ford nell’ultima partita casalinga fa venire i brividi. Persa garadue di semifinale con Siena, con la squadra a un passo dall’eliminazione dai playoff, il [SM=x486235] americano fece l’intero giro di campo zoppicando per lo stiramento, strinse centinaia di mani, salutò decine di tifosi, accarezzò la testa dei bambini adoranti che lo inseguivano e prima di imboccare il tunnel si voltò per sorridere all’intero palazzo. Aveva appena segnato 27 punti, giocando una partita eccezionale tenuto conto dell’infortunio muscolare che lo aveva messo ko con Napoli. Molti, valutando quel lungo e struggente [SM=x486262] al pubblico, pensarono ad un addio e qualcuno il giorno dopo commentò: ha fatto così perchè non tornerà...
Non sapevamo, allora, cosa gli frullava in testa: ma ogni stagione per Alphonso poteva essere l’ultima, ogni campionato concluso per intero era una battaglia contro una malattia contro la quale combatteva dal lontano ’97. Leucemia. Ogni volta che un club lo ingaggiava, veniva informato dal giocatore delle sue condizioni di salute, dei medicinali che prendeva per poter stare in campo. Anche la Scavolini sapeva, ovviamente. E come gli altri club, giustamente, taceva per rispetto verso Ford. D’altronde lui era talmente forte, talmente bravo, talmente eccezionale e potente in campo che nessuno poteva immaginare cosa covasse il suo corpo: in quelle condizioni si può resistere e vivere per anni e anche le ultime analisi fatte a Pesaro prima di ripartire per gli States avevano dato esiti ottimistici.
Così, ora che il dramma è esploso in tutta la sua crudezza, tutto ci sembra amplificato. Oggi Alphonso ci sembra un [SM=x486235] ancora più straordinario: per come ha vissuto con discrezione i suoi problemi, per il suo coraggio di giocare lo stesso, per la sua determinazione di vincere, per le sue litigate con gli arbitri, per i suoi canestri vellutati, per le sue invenzioni acrobatiche, per le sue smorfie infantili quando veniva richiamato a sedere, per il suo stile creativo di gioco e la sua faccia di gomma che ci hanno fatto innamorare. E che con questo finale drammatico non cancelleranno mai più Alphonso Ford dai nostri cuori. Lo sa bene la società che aveva lavorato con impegno, investendo tanto per rinnovargli il contratto, per regalare a Pesaro un’altra stagione con un protagonista d’eccezione.
«Siamo veramente distrutti — dice Luchi, che in queste ore ha dovuto comunicare la choccante notizia alla squadra —. Mi viene da dire che siamo onorati di aver potuto avere con noi un [SM=x486235] così genuino, con grandi valori, che ha sempre lottato fino all’ultimo per la nostra maglia nonostante avesse problemi ben più gravi da affrontare nella sua quotidianità. Una situazione preventivabile per la sua vita, ma non in tempi così repentini. Purtroppo queste sono malattie dove le certezze non esistono. Gli siamo vicini, vogliamo vincere insieme a lui questa partita, molto più importante di quelle che si vanno a disputare su un rettangolo di gioco».
Non sappiamo se la carriera di Ford sia destinata a finire così, se saremo gli ultimi ad aver ammirato le sue magie cestistiche, o se magari un miracolo potrà restituirci il [SM=x486235] che conosciamo e amiamo. Forza Alphonso, non mollare...
nico7RJ
00venerdì 27 agosto 2004 10:46
Combatteva su più fronti da sette anni. In campo, sui parquet italiani ed europei, contro avversari che in ogni modo volevano impedirgli di fare canestro; dentro di sè, nelle vene, contro una forma subdola di leucemia che affrontava a viso aperto e contava di sconfiggere. Nonostante questo fronte «interno» Alphonso Ford, 32 anni, è stato miglior realizzatore in Grecia, protagonista nel campionato italiano (prima con Siena e lo scorso anno con la Scavolini) ed in Eurolega. Aveva già firmato il rinnovo contrattuale con la Scavolini ed era atteso a giorni: «Mi aveva chiamato 4-5 giorni fa — dice l’allenatore biancorosso Phil Melillo — dicendo che era tutto a posto, che sarebbe arrivato presto per la preparazione e che aveva un grande entusiasmo per questa nuova stagione e per l’Eurolega. Invece...». Invece tre giorni fa la doccia fredda. Una ricaduta improvvisa della malattia, nuove analisi ed il mondo che frana addosso ad Alphonso Ford, alla Scavolini, ai tifosi di Pesaro. Ieri mattina l’ufficializzazione, con una lettera toccante: «Cari amici, sono nella sfortunata posizione di dover annunciare che non sarò in grado di disputare la prossima stagione con la Scavolini — scrive Ford —. Purtroppo le mie condizioni di salute non mi consentono più, a questo punto, di competere come un atleta professionista».
Ford è già ricoverato a Memphis per le terapie d’urto, la leucemia si sarebbe aggravata e non si esclude un trapianto. Il resto della squadra, che lo aspettava a Norcia, dove ieri pomeriggio ha disputato uno scrimmage con Montegranaro era costernata. Sasha Djordjevic per tutti: «Siamo sconvolti, è un colpo durissimo. Noi tutti lavoriamo per costruirci un futuro e poi improvvisamente niente più dipende da te». E aggiunge: «Ho parlato con Alphonso al telefono, l’ho trovato quasi distrutto da questo colpo a sorpresa. Perché nell’ambiente si sapeva che aveva dei problemi, che si curava con attenzione, che faceva cure anche fortissime pur di continuare a giocare a pallacanestro. Senza mai lamentarsi o trovando scusanti. Facendo anzi prestazioni eccezionali».
Di quelle che a Pesaro, dove il basket spesso non è solo passione ma vita, non si vedevano da un po’ di tempo. Ford era diventato il beniamino del pubblico ed i tifosi avevano esultato per la conferma avvenuta qualche settimana addietro. Lui aveva sempre detto che a Pesaro si era trovato benissimo: «Per quanto riguarda il mio club, la Scavolini Peziare tutti, fino ai nostri grandi tifosi. Voglio che continuino — ha scritto — ad avere fede. Il mio cuore sarà con voi». Djordjevic si augura di «rivederlo presto al Bpa Palas, per venire ad una nostra partita, sarebbe una grande vittoria anche per noi». La Vuelle, già colpita dalla recentissima perdita di Elvino Scavolini, fratello di Valter, nonché in passato vice-presidente della società, si stringe «ad Alphonso ed alla sua famiglia in questo difficile momento». Il leitmotiv è quello dello di «vincere la partita più importante». La carriera di Ford è costellata di partite importanti vinte con Mississippi State, con Seattle e Philadelphia, poi in Europa in Spagna, Grecia, Turchia ed ancora Grecia (dov’è stato il miglior realizzatore con Peristeri e Olympiakos), infine in Italia a Siena prima ed a Pesaro, poi. In riva all’Adriatico aveva trovato un suo equilibrio, l’amore incondizionato del pubblico, una società che per due anni consecutivi aveva voluto investire su di lui come prima opzione offensiva. Ma tutto questo è stato spazzato via da una malattia infida. L’uomo e l’atleta Ford faranno di tutto per sconfiggerla.
Giamila
00venerdì 27 agosto 2004 15:02
Povero Fonzie, ricordo ancora con quanta eleganza rimise in corsa Pesaro in gara 3, superlativo!
Mancherà al basket italiano, spero torni presto!
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