Fabio Zingone
00domenica 15 agosto 2004 13:16
Jury Chechi fa ancora paura. A 35 anni ha realizzato il sogno di entrare nella finale degli anelli del grande ritorno olimpico, chiudendo al quarto posto. Grande e meritato sul campo, avendo anche ottenuto 9.587 alle parallele e chiuso con 9.150 al cavallo con maniglie, tanto da mettere definitivamente a tacere chi ha avuto il coraggio di definirlo una "vecchia gloria sportiva" non degna di partecipare ai Giochi di Atene.
Il suo esercizio, premiato dai giudici con 9.762, è ancora da limare, ma è già brillante, esattamente come quello di Matteo Morandi, l'altro azzurro che un piede in finale l'ha già messo, avendo ricevuto 9.775. Davanti ai due italiani, ci sono Dimosthenis Tampakos, il favorito di casa qualificatosi con una wild card della Federazione internazionale a cui la giuria ha regalato un 9.850, e il bulgaro Jordan Jovtchev (9.812).
In finale anche Igor Cassina, straordinario alla sbarra in un esercizio pieno di salti e difficoltà eseguito addirittura con qualche sbavatura ma giudicato con 9.775, il secondo punteggio pari merito con il giapponese Nakano, dietro a un altro nipponico, Yomeda (9.800), davanti all'idolo greco Maras. Tre risultati eccellenti, a cui manca solo la qualificazione di Alberto Busnari, punito forse troppo pesantemente dai giudici del cavallo con maniglie per aver allargato leggermente le ginocchia in un paio di mulinelli.
E soprattutto manca una classifica migliore per la squadra che ha pagato la giornata disastrosa di Enrico Pozzo e qualche errore di troppo da parte di Morandi. L'obiettivo neanche tanto nascosto era quello di toccare i 225 punti per tentare di entrare tra le 8 finaliste di lunedì (gareggeranno 3 ginnasti per squadra, con i giapponesi favoriti a sorpresa, dopo il 1° posto in qualificazione davanti a Usa e Romania): i 221.431 sono un drastico ridimensionamento, per una serie di gravi falli commessi alle parallele, alla sbarra e al corpo libero.