In lega2 la Virtus domina

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Fabio Zingone
00martedì 30 novembre 2004 18:29
arife Ferrara– Caffè Maxim Bologna 68-80 (18-16, 32-37, 52-57)

CARIFE FERRARA: Legnani ne, Busca 2 (1/3), Cecchettin, Williams 22 (7/14, 2/7), Thomas 12 (1/2, 3/9), Felix 6 (3/9, 0/1), Pol Brodetto 2 (1/1, 0/1), Maioli ne, Whisby 19 (5/12), Faggiano 5 (2/2). All. Cioppi.

BOLOGNA: Brewer 14 (1/2, 3/10), Maestrello 2 (1/1), Li Vecchi 4 (2/2, 0/1), Casoli 4 (1/1), Flamini 15 (2/2, 3/7), Podestà 7 (3/6), Ruiz Moreno 2 (1/3, 0/1), Guyton 21 (7/9, 2/9), Pelussi 8 (4/7), Parente 3 (0/1, 1/2). All: Consolini.

Arbitri: Gori e La Rocca: T da 2: Fer 20/43, Bol 22/34. T da tre: Fer 5/18, Bol 9/30. Tl: Fer 13/18, Bol 9/16. Rimb: Fer 40 (Whisby 13), Bol 31 (3 a 6). Ass : Fer 10, Bol 8. Spettatori: 3000.

FERRARA – Alla quasi disperazione di una classifica pesante ha prevalso la rivalsa di chi a Pavia s’è visto sollecitare le corde giuste. Pure priva di Davison e Rossi tra Virtus e Ferrara oggi lo step rimane tale per valori tecnici e tattici nei quali gli estensi difettano del necessario uomo d’ordine, quel Busca oggi in ombra. Senza l’indisponibile Rossi appunto, oscurare lui, i suoi ritmi, la sua leadership è stata la chiave di tutta la serata. Virtualmente divisa in due, compiti ed onori Virtus vanno ricercati dentro il prezioso lavoro oscuro dell’intero pacchetto lunghi, lasciando numeri e ribalta al backcourt griffato dal ritorno di Flamini (Williams s’è divertito tanto, contro di lui un po’ meno), dalle conferma di Guyton, dal dolore di Brewer.

Segnarne 37 in 20’ di zona quasi perenne non era facile. Finire ad ottanta contro altri 20’ di pressione a tutto campo il grande merito. Maxim c’è riuscita anche e soprattutto perché ha gli uomini giusti per farlo, per capire quand’è il momento di attaccare l’uomo di fronte ed aprire la falla. In tal senso le corde giuste le hanno aperte Ruiz Moreno e Guyton, gli unici a guardare oltre l’uomo per scorgere lo spazio in area. Occorrono almeno 10’ per affilare le armi, prigionieri di una Carife fin lì meglio assortita, padrone di quelle aree tanto varcate perché oltre l’arco proprio non ci siamo.

Avvio di rara intensità alternando il meglio e il peggio dai rispettivi repertori: Consolini vuole pressione sulla palla fin dalla rimessa, perché se Ferrara riesce a correre Bologna non ha l’antidoto alle sgarbate movenze di un Felix, pivot che si muove come un esterno. Senza Davison l’antidoto appunto si chiama Pelussi, poi dirottato sull’imprendibile Whisby dei primi 10’. Ci vuole pazienza, a maggior ragione quando di fronte ti trovi la mista di Cioppi, puntualmente attaccata schiacciandone le trame fino in angolo. Una forbice comunque mai oltre le 11 lunghezze (49-38) perchè se Guyton abbassa la guardia lo score non avanza.

Non a caso dopo il the parte della dote tra Flamini e Brewer arriva pure, tuttavia senza mai il colpo decisivo, complice pure la pressione a tutto campo voluta da Cioppi. Lunga coda diritta fino alla striscia finale, nuovamente calcata affrontandola con pazienza e ritrovata precisione.

Consolini: "Una vittoria rinfrancante, dopo la sconfitta di Pavia. Abbiamo giocato una partita di sostanza, riuscendo ad avere una continuità in difesa e in attacco. In pratica, ciò che contro l’Edimes era mancato. Loro poi si sono riavvicinati con qualche giocata, ma in generale abbiamo avuto quello che volevamo: intensità ed equilibrio. Non eravamo in buone condizioni: Casoli ha avuto un attacco di dissenteria nella notte, è stato malissimo e fino all’ultimo non sapevamo se poteva giocare. Di Davison e Parente sapete tutto, Brewer nel corso nel primo tempo ha avuto un peggioramento delle proprie condizioni alla schiena. Tutti, dico tutti, hanno dato un grande contributo per superare le difficoltà e per fare una buona partita. Non lo dico per sottolineare un bollettino di guerra, ma per spiegare che la squadra ha messo molta energia nella gara. sapevamo benissimo che Busca è il re del gioco di Ferrara, quello che ha in mano la squadra. Abbiamo provato a rendere a Busca la vita difficile, a sporcare le linee di passaggio. Questo lavoro non lo fa solo uno, ma lo fa il gruppo. Tutti hanno giocato con intensità. Se giochiamo così, tutto sommato possiamo sopperire anche ai piccoli errori, per esempio i secondi tiri di troppo concessi nel primo tempo. Flamini ha ripreso ad andare bene, ha giocato una buona partita. Anzi, la definirei adulta. Ha dato sostanza e grande contributo. Ma tutti gli esterni sono andati bene, perché i lunghi li hanno innescati: il gioco dentro-fuori è riuscito, i numeri sottolineano questo".
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