Intervista a Darvacic

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00giovedì 17 novembre 2005 15:17
Il sogno di Mario Darvacic
di Federico Sbuffa 17/11/2005
Eravamo sulle tracce di Mario Darvacic da lungo tempo. Ora che la trattativa è stata svelata pubblichiamo l’intervista esclusiva rilasciata a Terzotempo


Mario "one-two-three" Darvacic

Lubijanska è un piccolo paese adagiato sulle pendici del monte Vrok, a un centinaio di chilometri da Belgrado. Siamo nel cuore della ex-Jugoslavia, paese che da sempre regala tanti talenti della palla a spicchi. Siamo qui a fine di ottobre per visionare alcuni giovani prospetti che ci sono stati segnalati. Transitiamo a poca distanza da Lubijanska e la ghiotta occasione di una visita a Darvacic non può andare disattesa.
Mario Darvacic è sotto osservazione dagli scout della squadra capitolina, la trattativa è stata avviata ma avevamo deciso di tacere e di non divulgare queste notizie. Ora che la trattativa è venuta alla luce, è giunto il momento di pubblicare questa testimonianza preziosa.
Darvacic abita in una villetta a un piano poco fuori dal centro del paese. Ci accoglie con la semplicità tipica di questa gente aprendoci le porte di casa e quelle delle sue speranze per un futuro sotto la luce dei riflettori.

Allora Mario, raccontaci come hai vissuto questi ultimi mesi della tua vita.
Ho voluto provare questa esperienza di andare a giocare in America (ai Delfines de Miranda in Venezuela ndr) , sperando che qualche osservatore Nba mi notasse. E’ andata diversamente e ho scelto di tornare in Europa e appena rimpatriato il mio agente mi ha riferito di un interessamento di una importante società italiana.

Beh, possiamo dire di chi si tratta?
Preferirei di no, ma solo perché noi croati su queste cose siamo molto scaramantici. C’è un proverbio che dice: “prima di parlare, contratto devi firmare”.

Raccontaci allora chi sei, da dove vieni, la tua carriera.
Sono nato a Siverik, a qualche chilometro dal confine tra Serbia e Croazia. Dopo le giovanili nel Siverk Stars, dove giocavo ala forte, ho avuto la possibilità di andare negli States, alla Fresno Pacific University, dove però non ho giocato molto. Ho comunque affinato la mia tecnica in tutti i ruoli, tanto che il soprannome che mi porto da allora è Mario “one-two-three” Darvacic, sia per la mia capacità di giocare sia esterno che interno, sia per le brillanti percentuali al tiro (42 per cento da due, 36 per cento da tre, 86 per cento al liberi).

Quindi un primo ritorno in Europa.
Sì, non ero abbastanza alto per la Nba (dichiara 201 centimetri ma a occhio non arriva ai due metri, ndr) quindi mi sono dichiarato ineleggibile al draft del 1994. Ho fatto una buona esperienza nell’Asteras nella A2 di Cipro e quindi l’anno successivo ho fatto il grande balzo firmando un contratto con Teuta nella A1 albanese. Qui ho avuto grandi soddisfazioni, arrivando secondo al titolo MVP battuto solo da Krveni Zaxa che in Albania è una specie di eroe nazionale. Purtroppo nella serie finale con il Valona ho subito un infortunio al gemello collaterale destro e non ho potuto dare il massimo. Nel 2000 sono tornato a Cipro nel Keravnos, perché il campionato è molto competitivo anche se l’ambiente è tutto sommato tranquillo. La mia piena maturità sportiva mi ha permesso di vincerre questo premio di MVP della lega nel 2002 (mostra orgoglioso una targa in ottone con il nome inciso sopra) , quindi nel 2004 ho sentito che la mia esperienza con il Keravnos si era esaurita e ho deciso di tornare in America ai Delfines de Miranda.

In attesa della definizione del contratto come passi le giornate?
La mattina mi sveglio di buon’ora per la Santa Messa. Poi vado alla palestra con il mio vecchio allenatore che era il mio professore di ginnastica di quando ero a scuola. Poi pranzo a casa, il pomeriggio faccio pesi e corsa e la sera vado alla scuola serale di italiano per imparare la vostra lingua. Non voglio che il vostro allenatore mi dica le cose e io non le capisco, anche se come indica il mio nome, ho delle discendenze italiane. Mia nonna materna è nata a Scrapizza, vicino Benevento. Per questo ho il passaporto italiano che è molto importante per me.

L’augurio è quindi di vederti presto in Italia, vuoi intanto salutare i tifosi?
Sì certo: ciao amici di Terzotempo, vi seguo sempre e spero veniate a leggere il mio forum. Presto ci sarà anche un sito web, ho visto che ce l’hanno anche Marko Tusek e Marko Pesic il figlio del coach che ho sentito dire stia anche lui per firmare un contratto. E allora ho detto: perché io no?

Nota della redazione: come scritto nel cappello, l’intervista è stata rilasciata a fine ottobre e quindi qualche risposta potrebbe apparire fuori tempo o, peggio ancora, errata. Semplicemente alcuni accadimenti, come l’ingaggio di Pesic figlio, non si erano ancora verificati. Con senso di responsabilità abbiamo mantenuto il silenzio per evitare che la trattativa potesse fallire. Oggi Darvacic è a Roma invitato dalla Società per un periodo di prova.
In bocca al lupo Mario!
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