L'Argentina spezza i cinesi

I 'cugini' argentini spianano la strada all'Italia. Una severissima lezione alla Cina (82-57), sulla cui pagella ora campeggiano due pesanti insufficienze: - 25 con la Spagna, - 25 con l'Argentina ed una chiara lettura per chi deve preparare tatticamente la sfida contro di loro.
La ricetta di coach Mangano, che si riprende un pò di favori popolari dopo le critiche del post-Spagna, è stata semplice: pressare le guardie cinesi per impedire l'esecuzione del primo dettame di coach Harris, ossia dare la palla a Yao Ming, e se non la si ruba per andare in contropiede produrre raddoppi feroci sulla torre di Houston e non concedere tiri ad alta percentuale.
I biancocelesti non si sono lasciati sfuggire l'occasione, soprattutto attratti dalla promessa di turnover: dopo un secondo periodo di massima resa (19-7 il parziale), coach Mangano ha dato al via alle situazioni alternative, confidando nella voglia di chi non si era ancora espresso al massimo. Ed ecco quindi l'esordio olimpico del 'gladiatore' Walter Herrmann, in luogo di uno Sconochini che proprio non si sblocca, oppure il ritorno in cabina di regia di...Carlos Delfino (come già visto nelle amichevoli pre-olimpiche) per concedere riposo agli acciaccati Sanchez (solo 5 minuti) e Montecchia.
La Cina è tornata poca cosa. Mai in partita, esce dal campo con una grande notizia: ha un altro giocatore in doppia cifra (Liu Wei, 10 punti) oltre a Yao Ming che tra l'altro ha scritto buona parte dei suoi 15 nelle inutili battute finali. Un vero grattacapo per il tecnico americano della Cina che sogna un'ala pivot dinamica (e in forma) come Luis Scola, mentre ha a disposizione il 'gemello scarso' di Menk Batere (che se è andato nella NBA ci può stare anche chiunque), oppure un poliedrico come Andres Nocioni. Manu no, lui è unico e irripetibile. E ci auguriamo che dopodomani rimpianga anche un Basile, un Bulleri e, perchè no, un Pozzecco.