La Climamio è pronta per il Cibona

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Fabio Zingone
00martedì 30 novembre 2004 20:25
Dimenticare Siena - e sia Repesa he Pozzecco, parlando a lungo in conferenza stampa, hanno concluso chiudendo definitivamente il capitolo - e andare avanti. Immediatamente, perché già domani sera ci sarà un impegno importante, da non sottovalutare. Arriva al Paladozza il Cibona Zagabria per la quinta giornata di Eurolega (ore 20.30, diretta tv su Sky Sport e audio su Radio Bruno per l'Emilia Romagna, più gli approfondimenti su www.fortitudo.it) e i biancoblù allenati da Jasmin Repesa dovranno riprendere immediatamente la loro striscia di vittorie: cercando di cogliere la quinta consecutiva in Eurolega su altrettante gare disputate e mantenersi così al comando del Girone A. L'obiettivo numero uno sarà dunque quello di difendere il Paladozza dall'assalto di una squadra ostica e difficile, che ha vinto a Madrid all'esordio contro il Real e ha poi sfiorato la vittoria anche ad Istanbul contro l'Efes. Per questo motivo, già ieri pomeriggio la squadra biancoblù si è ritrovata in palestra per una lunga riunione tecnica, andando ad analizzare a fondo la partita di Siena per evidenziare gli errori commessi e, soprattutto, trarne gli insegnamenti immediati in chiave Cibona. La stagione, dunque, va avanti: e la Climamio mantiene la testa sia in Italia (alla pari di Siena e Milano, ora) sia in Europa, solitaria.





REPESA: "SONO ARRABBIATO PER QUEL FISCHIO DECISIVO"

Le parole del coach della Climamio alla vigilia della gara di Siena



Parla a lungo, con toni forti, anche duri quando la platea dei giornalisti del Paladozza non comprende i suoi concetti (ma, almeno, non ribattono in modo provocatorio né applaudono...). Jasmin Repesa spiega la sua arrabbiatura cocente: "Ho rivisto più volte la partita, l'ho analizzata, ho mostrato alla squadra tutti gli errori che abbiamo commesso, i giocatori sul campo ed io dalla panchina. Così come ho visto tante decisioni arbitrali che reputo non giuste, dalla palla a due in avanti. E che mi fanno dire che, sul campo, non è stato osservato lo stesso criterio di valutazione da tutte e due le parti". Elenca episodi precisi, puntigliosi, dettagliati. Ha l'intero film impresso nella memoria. Ma arriva al punto. "Eppure, non è questo che mi fa arrabbiare: perché tutti possono sbagliare, anche gli arbitri quando devono decidere in una frazione di secondo. Hanno sbagliato contro di noi così come in alcune situazioni contro Siena, ma è normale. Invece, sul punteggio di 85-86 per noi a meno di 2' dalla fine, in un'azione in cui Siena non aveva idea di come attaccare la nostra box and one, è stato fischiato un fallo di Pozzecco su Myers che era almeno a 15 metri di distanza dalla palla, mandandolo così in lunetta per due tiri liberi. Questa non rientra in quelle decisioni da prendere in una frazione di secondo, non è corretta, in quel caso non è ammissibile sbagliare e quella chiamata ha deciso la partita. Non abbiamo giocato una buonissima partita, ma ci eravamo guadagnati la possibilità di vincerla, e non capisco perché non dovesse essere così. Ripeto, sono arrabbiato per quel fischio, e perché non è stato usato lo stesso criterio. Ed io voglio che le regole siano uguali per tutti, sarei pronto a morire per la giustizia". Tocca all'episodio di Pozzecco. "Tutti sanno che Gianmarco è un emotivo, andava punito per la spinta, ma per quale motivo mentre lui parlava con Recalcati il loro dirigente è entrato in campo mettendosi in mezzo? L'unica risposta è che voleva provocarlo. Poi è arrivata la reazione del pubblico, che ha attaccato la nostra panchina e questo sarebbe un altro problema da considerare". C'è poi un aspetto, personale, che Repesa vuole chiarire con Recalcati. "Ha detto che non l'ho salutato sul campo a fine gara. Voglio chiedergli scusa, perché mia madre e mio padre mi hanno dato l'educazione e insegnato ad avere rispetto per le persone, soprattutto più anziane di me. E figuriamoci poi per un grande allenatore come lui, che ha fatto tanto con Siena e con la Nazionale. Voglio però chiarire che l'anno scorso nelle ultime due partite l'ho aspettato a metà campo per complimentarmi con lui per la vittoria, ed entrambe le volte lui non è venuto, ma solo gli assistenti. Dopo due volte consecutive, ho pensato che fosse sua abitudine tornare subito nello spogliatoio e per questo non sono andato a salutarlo". Infine, dagli errori commessi dalla propria squadra sul campo di Siena arrivano le indicazioni per affrontare il Cibona. "Siamo stati troppo morbidi, non abbiamo risposto con abbastanza forza alla loro fisicità, in più abbiamo subito tanti canestri facili in contropiede dopo nostri errori in attacco, anche dalla lunetta, in modo molto stupido. Dobbiamo continuare a lavorare e a crescere. Ora ci attende il Cibona. Che mi ha fatto da padre e da madre per la mia carriera di allenatore, dandomi la prima opportunità anche a livello europeo, e che resterà dunque sempre importantissimo per la mia vita. Così come sarà importantissima la partita per noi, contro una squadra che ha vinto sul campo del Real Madrid e perso all'ultimo tiro su quello dell'Efes. Una squadra esperta, con ottimi tiratori da fuori anche nei lunghi, e con tanta maturità, basti pensare che il loro giocatore più giovane ha 24 anni". Quasi quanti ne hanno i veterani della Effe.





POZZECCO: "MI DISPIACE PER QUEGLI ULTIMI DUE MINUTI"

Le parole di Gianmarco in conferenza stampa





Dopo Repesa, ecco Gianmarco Pozzecco. C'è di che parlare, anche solo per rispondere ai giornalisti che gli chiedono di raccontare la sua verità. Lui, come sempre, non si tira indietro. L'input viene da un suo possibile condizionamento emotivo già alla vigilia della gara dopo gli scambi sui giornali legati alla Nazionale. "No, non sono entrato in campo a Siena condizionato dalle parole dei giorni precedenti, non la definirei nemmeno una polemica perché comunque io e Charlie parliamo per fini non personali ma importanti. E dunque non ha nulla a che fare con l'episodio successo. Che io definisco buffo, anche se è stato dipinto molto diversamente. La verità è che ho stoppato nettamente Vanterpool, e dopo che lui ha protestato e Charlie gli è andato dietro, mi sono avvicinato a lui col sorriso sulle labbra: questo perché odio io per primo che un avversario si metta in mezzo a una mia protesta, ma in questo caso, sorridendo, volevo solo dirgli che per una volta avevo stoppato qualcuno in vita mia... Poi però è arrivato quell'omino, mi ha appoggiato le mani addosso per allontanarmi e l'ho spinto. Non abbastanza da stenderlo, ma ha perso l'equilibrio ed è scivolato, tutto qui. Tant'è che sono andato subito a scusarmi con lui, per quanto rimango convinto del mio punto di vista. Mi dispiace però che, per essere successo a dieci giorni dalla rissa della NBA, sia stato immediatamente strumentalizzato quando non era successo niente di paragonabile". Piuttosto, non gli è andata giù però la reazione del pubblico. "Ecco, sono arrivato al paradosso di capire la reazione di Ron Artest: la gente non può comportarsi così, non so di chi sia la responsabilità ma quelli del servizio d'ordine lì erano in numero insufficiente. Già l'anno scorso avevo dovuto trattenere Mujezinovic, e stavolta sono arrivati nuovamente a tirare delle legnate sul plexiglass della nostra panchina. Per fortuna siamo un gruppo di bravi ragazzi, ma se uno di noi, da Bagaric a chi per lui, avesse risposto andando in mezzo a loro chissà cosa sarebbe potuto accadere! Conosco tanti tifosi a Siena con cui ho un buon rapporto e con cui rido e scherzo, praticamente come in tutti gli altri campi d'Italia, ma lì a Siena dietro alla panchina c'è qualcosa che non va proprio bene, se guardare che gente c'è. Spero che per la prossima volta venga fatto qualcosa, capitolo chiuso". Non è stata lì, però, la chiave della sconfitta per Pozzecco. "No, la partita è continuata punto a punto fino in fondo, così come stava andando dopo il nostro vantaggio iniziale. L'abbiamo rivista e analizzata a fondo, con tutti i nostri errori. Ma voglio aggiungere che resto ottimista, abbiamo dimostrato a noi stessi che pur giocando male potevamo vincerla. Semmai, la cosa che mi sta davvero addosso è averla persa per mie responsabilità". I due minuti finali. "Ci sono state parecchie questioni discutibili, penso solo all'azione di contropiede nostro fermata dal cronometro dei 24" per un palese errore ma su cui hanno fatto finta di niente facendoci proseguire. E su quel fallo fischiatomi su Myers si potrebbe aprire un capitolo, difficilmente mi arrabbio contro un fischio arbitrale riconoscendo che c'è sempre spazio per l'interpretazione, ma in quel caso no, lo sbaglio è a monte. Non puoi fischiare un fallo così, perché di contatti come quello ce ne sono ad ogni azione, e un secondo prima era Myers a trattenere me. Sono d'accordo con Repesa, quella chiamata è stata decisiva, così come poi la mia successiva palla persa in attacco. Su cui, anche ci fosse stato fallo, non avrei detto nulla. Ma su quello di prima, non si può..." Ora, però, c'è già il Cibona. "Dovremo tornare in campo senza pensare di dover dimostrare qualcosa in particolare, ma facendo le stesse cose di sempre, così come abbiamo sempre fatto finora. Che poi al di fuori si mettano a scrivere delle pozzeccate, non me ne frega un bel niente".
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