La JuveCaserta vince ancora!

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Fabio Zingone
00lunedì 15 novembre 2004 22:32
Erano i fantasmi dell’inopinata sconfitta nell’ultimo match casalingo con Imola che aleggiavano sul Palamaggiò fino a due minuti dal termine. Il tabù delle vittorie era stato sfatato proprio la domenica precedente a Rieti, non quello di Pezza delle Noci che restava in piedi dopo i ko contro i marziani di Bologna ed i terrestri di Romagna. Del resto anche la gara con Osimo sembrava aver preso la stessa piega di quella contro Imola. Caserta va avanti, difende alla morte, gioca bene di squadra, eppure fa una fatica matta a scrollarsi di dosso l’avversario. “Finirà come contro Imola?”, “Taylor vestirà i panni di Esposito e la Juve tornerà di nuovo a casa con le pive nel sacco?”, avranno pensato in molti al Palamaggiò. Eh no, perché quando in campo hai il playmaker giusto che ad un paio di giri di lancette dalla conclusione ti infila dall’angolo il missile che schianta la malnutrita, parliamo di classifica, squadra marchigiana, di colpo le paure scompaiono. Per chi non lo avesse ancora capito, Sean Colson è un leader, uno di quelli che, magari, se non è in serata una partita può anche fartela perdere, ma che ti prenderà per mano e ti porterà dritto dritto fino all’obiettivo prefissato. Cioè la salvezza. Proprio il folletto di Philadelphia aveva avvisato i compagni di squadra che con Osimo non sarebbe stata una passeggiata: “Sono a zero punti in classifica? Anche noi lo eravamo prima di andare a giocare a Rieti”. Parole sante, perché la squadra di Pesaresi non è sembrata una sprovveduta, nonostante la snervante (per gli avversari) scelta di attuare quaranta minuti, o giù di lì, di zona 2-3 che qualche volta ha dato i suoi frutti, ma che per gran parte è stata attaccata con la necessaria lucidità dall’attacco bianconero. Merito del trio delle meraviglie a stelle e striscie, ma anche dei fantomatici ‘gregari’, ed in particolar modo di Ice Ghiacci e Charlie Foiera. Il primo è stato un incubo, nel senso letterale del termine, per Juan Moltedo che non ha avuto il piacere, quando l’ex Reggio Emilia è stato in campo, di prendersi un solo tiro ‘in santa pace’. Ma non solo. Andrea è stato bravo più volte a scardinare la difesa marchigiana con il suo penetra e scarica che ha messo i lunghi in condizioni di segnare facili canestri. Lo scambio con Faggiano? Ha decisamente giovato alla causa casertana. L’unico difetto di Ghiacci, a volte irritante, è che non guarda mai il canestro. Anzi, è come se l’ attrezzo più importante di questo sport per lui proprio non esistesse. Per fortuna della Juve, comunque, c’è chi fa canestro con accanto alla triade Colson-Mack-Powell, l’ottimo Charlie Foiera, che lotta, si sbatte, bacia la maglia, va sotto la curva ma soprattutto si fa trovare pronto in attacco (dalla lunga, dalla media e dalla corta distanza) ed a rimbalzo. Comparsate per tutti gli altri, con Carra e Costantino che si applicano in difesa e Prelazzi e Capuano un po’ fuori dai giochi. Si va avanti con più fiducia e più entusiasmo: prossima fermata Rimini.
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