La Tris all'esame di americano

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Fabio Zingone
00sabato 11 settembre 2004 20:22
Alessandro Giuliani torna a sorridere, adesso sì che ha una squadra su cui lavorare. Gli arrivi in serie degli statunitensi Merritt, Blanchard e Drew dovrebbero tranquillizzarlo, soprattutto dopo il rospo ingoiato al torneo di Caserta, anche se di attendibile quel test ha lasciato davvero poco. «Più che un torneo – incalza l'head coach neroarancio - per noi è stata una passeggiata, perchè purtroppo ci sono mancati tre giocatori nello stesso ruolo: cioè i due lunghi americani e il quarto pivot, oltre a Bryce Drew. Sono state due partite che ci sono servite per vedere quello su cui dovremo lavorare, in attacco soprattutto, ma dal punto di vista delle gare vere e proprie, la partecipazione non è servita a niente. Adesso avremo il torneo di San Giorgio al Sannio (oggi alle 19 è in programma la semifinale con Caserta), che potrebbe essere più attendibile, dopo gli inserimenti di Merritt, Blanchard e Drew. Per loro solo uno-due allenamenti, ma si potrà iniziare a vedere qualcosina di diverso».
- Parliamo delle scelte che in questa settimana sono piovute a grappolo ... «Parto dalla coda: il reggino Giovanni Rugolo fa parte della squadra e sarà il sesto esterno. Ha dimostrato a Caserta di saper stare bene in campo. Si allena forte anche se deve ancora lavorare fisicamente, perchè il ginocchio operato non è completamente a posto.Però può darci una valida mano. Ci sarà anche Alessandro Acquaviva, mentre come dodicesimo la scelta è fra Baselli e Quadrelli».
- Poi c'è l'ultimo arrivo di qualità, quel Lavell Blanchard che ha mezzi per eccellere, ma che dovrà ripartire con un approccio diverso. «Lavell è il tipo di giocatore che cercavo, sia tecnicamente che atleticamente. Per me Blanchard è un quattro, che può “aprirsi” e tirare da tre punti, un atleta con la A maiuscola, uno che va a rimbalzo con grande voglia e tanta grinta».
- Come mai tanta riflessione, allora? «I dubbi erano legati al comportamento in allenamento. Ho parlato direttamente con il ragazzo, che in campo e fuori è la persona più buona che esista. Uno che sparecchia la tavola quando si mangia assieme, tanto per fare un esempio. Il problema è che deve capire, che tutta l'energia che ha dentro di sé, e vi garantisco che ne ha da vendere in quantità industriale, va indirizzata nel giusto verso. Questo vuol dire che non deve infuriarsi se in allenamento non gli fischiamo il fallo subito o la stoppata valida, che la mattina deve lavorare atleticamente con lo stesso impegno pomeridiano e soprattutto che anche in difesa serve applicazione. Ritengo che abbia compreso queste cose che gli abbiamo chiesto. Facendolo, potrà diventare un giocatore importante, non solo per Reggio Calabria. Lui è un bambinone, tante cose che faceva erano ragazzate. Anche a fine anno, quando gli fischiavamo una infrazione, diventava un [SM=x486260]. Solo che questa rabbia, non la trasformava in energia positiva. Tornava in difesa con un'aria di sufficienza, nociva a sé e alla squadra».
- Scontato l'anno di noviziato, adesso dovrà essere l'ora del riscatto. Bella scommessa… «L'anno scorso era un rookie, veniva da un'Università in cui era il leader mentre qui si doveva conquistare il posto. Era arrivato a sostituire J.J. Eubanks ed invece si è trasformato in ala forte. Avremmo potuto prendere altri giocatori, non era questo il problema, ma conoscevamo il ragazzo. Sappiamo che si tratta di una bravissima persona e di un innesto di grande qualità».

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