La Virtus chiude l'anno in bellezza

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33.86
00sabato 31 dicembre 2005 12:07
Snaidero Udine-Caffè Maxim Bologna 84–104 (26-25, 45-51; 63-72)

SNAIDERO: Mladjan ne, Allen 7 (3/4 0/4), Puto ne, Gigena 12 (2/2 2/5), Antonutti 9 (0/2 da tre), Di Giuliomaria 11 (2/6 1/2), Vetoulas 7 (1/3 0/4), Hill 22 (5/10 3/5), Cantarello 2 (1/1), Cotrufo ne, Mian 8 (1/3 2/2), Sekunda 14 (2/7 3/4). All.: Pancotto

CAFFE’ MAXIM: Vitali ne, Gugliotta, Lacey 5 (2/3), English 5 (1/2 1/2), Drejer 18 (4/5 2/4), Rodilla 2 (1/1), Milic 12 (5/7), Bluthenthal 22 (3/6 4/6), Lang 23 (9/14), Di Bella 11 (2/4 1/2), Masciandri ne, Pelussi 6 (1/3 1/1). All.: Markovski

Arbitri: Sabetta, Quacci, Pascotto. Totale Tiri: Sna 28/64 (11/28 da tre), Caf 37/60 (9/15 da tre). Tiri Liberi: Sna 17/28, Caf 21/32. Rimbalzi: Sna 26 (Di Giuliomaria 6), Caf 44 (Milic 8). Assist: Sna 15, Caf 18. Spettatori: 3100.

UDINE - Lang, è lui il volto sereno di questa vittoria che Bologna trova, prima lavorando nel torbido, infine uscendo alla grande. Proprio qua contro la Snaidero ad un certo punto rivelazione di stagione, quindi inciampata su Livorno e Biella. Poi son venute le metropoli ed Allen le ha messe in riga. Ma stasera la prova di Lang ha costantemente introdotto un cuneo nella difesa arancione, in assenza di contromossa a lungo zonata e lavorata pure da Milic, come ha detto Markovski «passatore aggiunto» e collante dell’intero sistema. Quarantotto ore fa, a Reggio la chimica pareva lontana, nel marasma di un centrocampo in deficit, oggi invece proprio da qui, soprattutto grazie al secondo tempo di Di Bella, è stato confezionato il pacchetto. Come al solito, prova e statistiche salve pure per Bluthenthal, ma sapere che le gare si possono chiudere anche grazie al finale di Drejer, è la vera buona nuova.
Questa Virtus un po’ ruspante, politicamente trasversale, guarda Lang (sui primi 30 punti, 12 lui, 11 Blu) e lo serve sui mis-match, perché Pancotto vuole i cambi sistematici ed in movimento il lungo bianconero ci si trova pure bene. E’ un bel Caffè, deciso, sicuro, che talvolta emana nuance d’incenso e in altre occasioni ha fragranze cooperative: Markovski infatti ha già alternato tre volte la regia dopo nemmeno 6’, mixando pure le retroguardie (15-10 a metà quarto). Pancotto cambia addirittura tutto il quintetto, Gigena fa doppietta pesante dall’angolo e sul più due (18-16) il time out virtussino è di rigore. Quattro guardie per Udine che pressa dalla rimessa, zero per Bologna che invece con Drejer, Milic, Blu e Lacey alza il quintetto. Nel merito l’idea pare ragionevole consegnando di fatto una gara al primo bivio: la strada migliore è allora quella di casa, che il solito Gigena riporta ancora una volta a contatto (25-24 minuto 9’) ed Allen addirittura avanti, confezionando l’ultimo paniere di quarto con soli 6” a disposizione. Questa Virtus, sciatta e trasandata nel finale di quarto, contro la difesa schierata di Pancotto, diventa una gran bella signora che in due azioni rosicchia 5 punti al match. Anche perché contro il quintetto senza lunghi di Udine, col chiaro intento di costringere la difesa Virtus ad aprire l’area, Markovski risponde piazzandocene due. Con Lang e Lacey, Bologna concede maggior spazio ai propri esterni, muovendosi sempre fra tolleranza e legalità (40-36 a 4’ dal the). A tratti quasi svagata, è in realtà proprio questa la difesa più ermetica ottenuta da Markovski (51-42 prima della tripla di Sekunda sulla sirena del the) che, nonostante la mano calda di Glenn (3/3 dalla lunga), non cede alla tentazione di uscire sul perimetro, innalzando di fatto la cortina sui propri tre metri. Tuttavia, liberi a parte (sette ferri in 20’) resta il neo degli ultimi possessi di ogni intervallo (sempre a segno Udine), muovendosi idealmente alla maniera di Totò («Scusi per andare dove dobbiamo andare, dove dobbiamo andare?»). In fondo là dietro i bianconeri hanno ben lavorato ed allora è ancora l’assetto pesante ad eliminare gli ultimi dubbi difensivi, i più tenaci ad abbandonare la Virtus: tripla di Blu (17 per lui), nel frattempo passato a Mian, e nuova massima forbice (64-49 a 6’ dal terzo break). Una faticaccia improba, a cui Pancotto replica ancora con la 2-3, ermetica quanto basta al liscio e busso: 10-0 e Udine già a -5 (66-61 minuto 27). Potrebbe crollare, ma il merito virtussino sta proprio nell’andare persino oltre l’inerzia. Allen, semi azzoppato dopo appena sei minuti, gioca a singhiozzo ed alla lunga, col doppio play, a casa Virtus è quantomeno possibile fermare l’emorragia. Dopo le difficoltà della prima parte, Milic, nel frattempo cresciuto, da lo sfratto decisivo al match, inchiodando al ferro una felice combinazione con Lang (80-69 a 6:44 dal gong). E proprio da lui, con lui soprattutto, Bologna ha nel finale costruito il margine ed evitato il transito libero da quella parte del campo. Già ora, nella crisi in atto, Udine poteva contare solo su Hill, ma a meno di 3’ dal termine il quintetto pesante di Markovski torna a muoversi come un caterpillar, trovando energie per sfondare anche a +20, il muro dei cento.
Con tripla finale di Pelussi: era dai tempi argentini che non ne metteva una. Buon anno Andres.

Alessio Torri



Il racconto di Markovski: «Una squadra giovane per avere continuità deve convincere se stessa che in ogni momento deve dare il massimo. Il campionato non finisce quando ti fanno i complimenti, bisogna confrontarsi sempre in tutte le partite. Ci sta avere degli alti e bassi, adesso siamo tornati sulla buona strada. Nel primo tempo abbiamo gettato le giuste basi per la vittoria. Siamo stati bravi a controllare le palle perse, che a Reggio Emilia ci hanno affossato, siamo stati più concentrati al tiro. Ognuno ha dato il suo, a rimbalzo siamo stati superiori e a quel punto bastava reggere il ritmo».
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