Lennox può giocare anche da play

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Fabio Zingone
00venerdì 3 settembre 2004 19:41
Archiviata la prima settimana di lavoro, si respira aria di grande soddisfazione in casa della Coconuda Maddaloni ed un clima di ottimismo generale per la stagione che sta per iniziare.
L’arrivo di Vukovic prima, e di Stefania Gaspardo un paio di giorni fa, hanno di fatto quasi completato il roster a disposizione di coach Massimo Riga che per la fine della settimana conta di avere a propria disposizione anche Rancika Sarenac. A quel punto mancherà solo l’innesto dell’americana Betty Lennox che, però, non dovrebbe arrivare prima di un mese a Maddaloni, giacchè ancora impegnata con la propria franchigia nel campionato statunitense. Se il presidente Gabriele d’Annunzio, proprio in un intervista rilasciataci qualche giorno fa, ha manifestato la propria convinzione sulla bontà e la qualità dell’organico composto, anche il tecnico Massimo Riga esprime grande compiacimento per gli obiettivi messi a segno.
“Ammetto – esordisce il tecnico laziale – che mi reputo molto contento del gruppo di persone che siamo riusciti a creare e si tratta di giocatrici che avevo nelle mie liste. Abbiamo fatto tante valutazioni che sono state di tipo tecnico, caratteriale e talune scelte sono state anche influenzate dal mercato. Ci sono state un paio di novità proprio in chiusura, vedi l’infortunio di Robinson, ma abbiamo costruito la squadra che volevamo e, dovendo tracciare un mini risultato dopo una settimana di preparazione, direi che il lavoro svolto è molto buono.
Ora attendiamo l’arrivo di Sarenac e sono poche le squadre che potranno godere delle straniere così presto come potremo fare noi. Per ciò che riguarda Vukovic, invece, tengo a precisare che lei è stata confermata e resterà nel gruppo”.
Quando avete capito di dover rinunciare a Robinson?
“Lei si è infortunata al pollice della mano e l’infortunio è andato peggiorando nel corso del tempo. Ha dovuto, per forza di cose, continuare a giocare a New York ma poi dovrà operarsi ed i tempi di recupero sarebbero stati molto lunghi, addirittura circa otto settimane, il che equivale a sette partite. È chiaro che, a tali condizioni, non potevamo far altro che rinunciare all’atleta”.
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