Lettera aperta di Papalia

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AZZURLION
00giovedì 5 gennaio 2006 16:06
"A volte basta un semplice spunto,la goccia che fà traboccare il vaso,un pò di stress e ti vien meno quella sana e scanzonata ironia con cui a Roma si impara a minimizzare le provocazioni più ottuse e patetiche.E' passata troppa acqua sotto i ponti del Tevere perchè qualcosa possa ancora stupirci.Abituati come siamo stati ad incontrare,nelle nostre vie,Re e Papi è davvero difficile scalfire il nostro flemmatico fatalismo.Siamo insomma più propensi ,come si dice da noi,ad "abbozzare",più che ad innervosirci.Tuttavia,saremmo in odore di santità se anche noi non avessimo un nostro limite di sopportazione,considerato che,sempre dalle nostre parti,si dice:"abbozza 'na vorta,abbozza n'artra vorta...ma mò basta!"
Ho preso carta e penna perchè in futuro non debba rimproverare a me stesso il silenzio dinanzi a reiterate e sterili (ma dannose) provocazioni di quanti,nella pallacanestro italiana,ritengono di essere i depositari del verbo e del potere.L'ultima delle questioni che nel 2006 avrei voluto affrontare,purtroppo nello sport stà montando rapidamente:mi riferisco alla deprecata divaricazione tra nord e sud.In questa chiave va intrerpretata la vicenda calcistica del maxi-contratto televisivo dell'asse Milano-Torino,così pure va letto nell'ippica il continuo tentativo di baricentrare su Milano(anche attraverso il monopolio dell'informazione de "Lo Sportsman")la totalità degli interessi di questo settore; come un uguale riscontro si registra nel basket quando si assiste allo scippo dell'All Star Game a Roma (per insubordinazione dei grandi Club del Nord),il silenzio del bolognese "Superbasket" sulla straordinaria visita in Italia di Julius Erwing(censurata perchè una società laziale di LegaDue aveva osato organizzarla),fino ad episodi apparentemente minimima che testimoniano una sciatta tendenza in atto,quale il commento della partita Dinamo Mosca-Le Mans con il cronista di Sky in veste di Ultrà francese ed al termine dell'incontro palesemente soddisfatto del risultato che ostacola la qualificazione della Lottomatica nel torneo ULEB.
Ora si dirà che vedo fantasmi e soffro di mani di persecuzione,ma in oltre trenta anni di impegno professionale ed imprenditoriale nello sport ho maturato una particolare sensibilità nella lettura dei comportamenti ed anche in questo caso non credo di sbagliare. Forse neanche il presidente Toti avrà interpretato gli eventi nel modo malizioso in cui io li ho percepiti,forse la sua più autentica romanità gli consente un atteggiamento più distaccato laddove le mie radici sabine fanno emergere in me una certa reattività contadina,poco diplomatica.
Sta di fatto che è meglio alzare la guardia,pronti a dire:"e mò basta!".
Gaetano Papalia
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