Livorno-V il prepartita

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Big Mike
00domenica 20 novembre 2005 15:52
Tre ex (Abbio, Moretti, Crippa), storie analoghe di Virtus con la bacheca aperta, concluse però in maniere diverse. Ed allora, anche per questo, non sarà forse la gara col Kleenex in mano.
Due perse in casa, due vinte fuori, Livorno, ultimamente, è fatta così. Inaspettati meriti si sovrappongono a drastiche fragilità: ed allora, affrontandola, Zare Markovski vivrà sulla propria ribadita facilità a far gioco e canestri. Illustrando le sue virtù di questi tempi, saltando e correndo, divertendosi e divertendo, a Livorno giunge un Caffè che asfalta tutto a Casalecchio. Che ancora non magari uccide le gare dominate, solo perché la certezza di vincere finisce sempre per addolcire la mano che strangola.
Di là invece l’ex numero nove bianconero viaggia a corrente alternata, cavando il meglio da quelli che ne mostrano più voglia, dentro una squadra fatta di atipicità.
E’ alla prima panchina, questo Paolino che a differenza dei parigrado più attempati non fa ancora gli occhiacci a chi divaga. Tecnicamente avversario leggerino, Livorno vive della balistica eccelsa di due lunghi (Phillips e Troutman) che a volte fanno gli esterni, dei ricami lievi di Antonio Porta (protagonista nel doppio blitz di Roseto e Reggio), di qualche sprazzo del piccolo McPherson.
Ai suoi Markovski chiederà allora di vincerla anzitutto in retroguardia, anche per togliersi dalla testa che i quaranta minuti contro Siena siano stati solo un tentativo. Ma in trasferta, contro nomi non da copertina, Zare sa bene che dovrà innanzitutto tenere su un´intensità, almeno pedagogica, che la sfida di suo non avrebbe.
Dopo quattro stagioni, la Virtus viaggia su Livorno da capolista. Basterebbe questo a tracciare una nitida linea d´eccellenza, che pure dopo sole otto giornate non le può ancora essere riconosciuta.
Sia ai picchetti delle scommesse, sia nei pronostici degli addetti ai lavori, s’inquadra un Caffè Maxim lontano dalle prime file, dove Siena, Fortitudo, Roma, Treviso e Milano formano già una virtuale Final Five.
Facendo il conto della serva, al PalaAlgida (promozione biglietto a 5 euro per la gradinata) rivedremo la Vu nera nella sua attuale composizione, molto giovane e futuribile, e con il procrastinato inutilizzo di Ken Lacey che impedisce di allargare la fila dei nomi consolidati.
Poco male, la sfida già lanciata al campionato, a passo di carica domestico, andrà dilatata pure alle trasferte, fermo restando che rispetto alla semplice salvezza arrivare nelle prime otto resta un obiettivo più palpabile e realistico, e forse anche più vicino all’attuale sentire della tifoseria. Di fronte, a Livorno, il più in palla è Antonio Porta, che ha risollevato Moretti dopo le quattro sconfitte in fila.
Per mani (Phillips) ed atipicità (Troutman), l’area di casa ospita un mix completo di soluzioni.
E, se dopo una settimana a singhiozzo, il francese potrebbe non essere al 100%, Chevon Troutman resta il principale faro su cui poggiare la palla vicino a canestro. Piccolo (201 cm) per fare a sportellate, ugualmente aggressivo e dinamico, parrebbe più adatto alle cure di Pelussi (o di Milic) che di Lang.
Tre pulmann da Bologna, corsa al biglietto in Toscana: potrebbero essere in oltre settemila per la palla a due (ore 18.15, diretta Radio Bruno 102,8 mhz).



Alessio Torri
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