Mercoledì Pesaro-Barca

Si narra che oltre al miracolo di Lione, dove giovedì scorso la Scavolini ha rimontato all’Asvel 14 punti nei tre minuti finali dell’ultimo quarto, il secondo turno di Eurolega abbia conosciuto un altro mezzo miracolo, quello di cui avrebbe beneficiato il Barcellona a Lubiana: sotto di 4 punti al 30’, i catalani (prossimi avversari della Scavolini, mercoledì sera al Bpa Palas) hanno in effetti rifilato all’Olimpia uno scarto di 18 lunghezze nell’ultimo quarto, andando a vincere così di 14. Sarà pure un bel rush finale, ma a guardare la valutazione (+50 per il Barca) è lecito dubitare che di miracolo si tratti: sarebbero semmai da spiegare le difficoltà incontrate dagli spagnoli in precedenza. Sì, perché i blau-grana anche quest’anno sono abituati a vincere. In campionato sono a quota 8 su 9, e in Coppa a 2 su 2: esordio in scioltezza contro l’Aek (+12 con 14 punti di Bodiroga, 13 di De La Fuente e il 7+9 di Duenas) e come detto vittoria sugli sloveni (qualcosa in comune con la Scavolini, dunque) che ha visto il danese Christian Drejer nelle fatidiche vesti di “hombre del partido” (17 punti di cui 10 nei minuti conclusivi) e buoni contributi da Bodiroga (13) e Fucka (12+6), quest’ultimo unico testimone italiano del presunto miracolo insieme all’arbitro Paternicò.
Chi sono gli americani del Barca? Domanda trabocchetto, perché a scorrere il roster non se ne trova nemmeno mezzo: tutti europei; e per la maggior parte prodotti nazionali. La ricetta, finora, pare funzionare: i catalani lo sperano sia per confermare il trend interno, che li vede reduci da due titoli di Spagna (sono sette quelli conquistati negli ultimi dieci anni), sia per vendicare l’inopinata esclusione dalle più recenti Final Four di Coppa, tanto più strana dopo che Bodiroga e soci avevano dominato la regular season. Insomma, un avversario terribile per la Scavolini. Sperando innanzitutto (battuta scontata ma doverosa) di non andare subito in Barca .