Messina inventa il "Fate Voi"

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Fabio Zingone
00sabato 9 ottobre 2004 17:22
Pete Carrill, mitico coach della squadra di basket dell'università di Princeton, sostiene sempre: «Se li hai persuasi di quello che devono fare, puoi anche non dirigerli dalla panchina» Chissà se Ettore Messina si è rammentato della massima dell'illustre collega, quando, nel secondo tempo della gara contro Biella di giovedì sera, è rimasto seduto in panca, buono e zitto, lasciando che i suoi ragazzi se la sbrigassero da soli, al più con qualche indicazione del vice Lele Molin.

«Nessun calcolo, nessuna strategia - spiega l'allenatore biancoverde - . Ho fatto quello che sentivo giusto in quel momento: è stato un tentativo, volevo lasciare i ragazzi tranquilli, non mettere loro pressioni, perché si sciogliessero. Non c'era nessuna arrabbiatura, anzi ero molto dispiaciuto, perché quando non uno o due giocatori, ma tutta una squadra gioca male, la responsabilità maggiore è proprio dell'allenatore».

La risposta c'è stata e la Benetton ha girato una partita che sembrava saldamente nelle mani di Biella. Segno che il gruppo sta maturando nell'intesa reciproca. «Questa è la cosa più importante, se i ragazzi trovano serenità, determinazione, convinzione nei loro mezzi che non sono pochi, possono fornire grandi prestazioni».

Se a bordo campo non ha quasi battuto ciglio, il tecnico deve essersi fatto sentire negli spogliatoi: sotto di 18 all'intervallo, Treviso è sembrata trasformata all'uscita dal tunnel ed ha azzerato il gap nel giro di dieci minuti, conquistando poi la prima vittoria in campionato. «Ma no - giura l'interessato - non ho detto niente di particolare. La squadra ha fatto una bellissima gara, soprattutto un secondo tempo con molta grinta ed impegno, rimontando in un quarto venti punti di svantaggio».

Come contro Napoli, però, l'avvio è stato oltremodo difficoltoso, con più di un giocatore quasi intimorito di prendere un tiro. «Siamo partiti molto contratti. Un problema di testa? Non so, non faccio lo psicologo Penso, però, che sia normale quando in tanti vestono per la prima volta una maglia come questa, che certo porta della ispettive. Ed è altrettanto normale che, come in ogni team molto rinnovata, sia necessario che ognuno trovi il porro spazio all'interno della squadra». A differenza dell'incontro con i partenopei, stavolta il finale non ha tradito: «Se i ragazzi oltre alle qualità tecniche, non avessero anche il carattere questa rimonta non ci sarebbe stata»Ieri per la Benetton, rientrata all'alba dalla trasferta, allenamento defaticante ed un po' di tiro. Già domani si torna sul parquet contro Roseto. «Giocare di frequente è una buona cosa, un'altra occasione per crescere insieme - conclude il coach -. Gli abruzzesi sono una formazione rognosa, atletica, piena di stranieri ben allenata: non sarà facile».

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