Interviste
Piero Bucchi non si nasconde dietro a parole di circostanza. La sconfitta mattutina fa male, come il bilancio di queste prime dieci giornate di campionato: «Certo, a questo punto non pensavamo di essere dove siamo: 5 vittorie e 5 sconfitte non sono quello che era stato progettato: paghiamo il primo mese in cui non eravamo in condizione ed una difficoltà di alcuni giocatori a trovare in se stessi la forza di reagire». L’allusione è in coppia per Barton, inesistente per 7’, e Carter, addirittura imbarazzante. Qualcuno fa ventilare un’ipotesi di taglio dell’americano: «Oggi da lui ci aspettavamo un’altra partita», è la risposta che vuol dire tutto e niente. L’analisi tecnica è semplice: «Milano è una squadra solida, che ha subito trovato la quadratura del cerchio e ha un impianto di gioco già definito. Hanno tanto peso sotto canestro e uomini di grande personalità. Abbiamo sofferto tantissimo la loro difesa aggressiva, ci sono mancati i punti degli esterni. Edney? Non è ancora lui, lo aspettiamo fiduciosi. Di sicuro il suo rendimento condiziona anche quello di Van den Spiegel, un giocatore che ha bisogno di correre per dare il meglio di sé». Chi si gode la vittoria è Giorgio Corbelli, mentre al telefono riceve i complimenti di Adriano Galliani: «Questo successo sposta in avanti i nostri obiettivi: se prima dicevamo di giocare per arrivare nelle prime otto, oggi ci imponiamo di lottare per guadagnarci un posto tra le prime quattro squadre d’Italia. Questo gruppo è figlio di un progetto importante, lo stesso che ho inseguito senza successo a Roma. Diciamo che qui ho fatto ginnastica e mi sono allenato per quello che stiamo costruendo adesso: un club con dei soci importanti e con quelle sinergie con il calcio che a Roma non si sono mai concretizzate. Mi diverto, questa Olimpia è quello che volevo».