Mordente: «Sono pronto per la sfida azzurra»

Versione Completa   Stampa   Cerca   Utenti   Iscriviti     Condividi : FacebookTwitter
vee.dee
00giovedì 9 dicembre 2004 11:44
La guardia felice per la convocazione nella squadra nazionale

- Gazzetta di Reggio -

Mai così straordinario in serie A Marco Mordente riabbraccia l’azzurro nell’appuntamento di dopodomani all’All Star Game di Torino. Rilanciato ad altissimi livelli dalla Bipop di Frates, il talento di Teramo vola con legittima soddisfazione di chi a Reggio l’ha sostenuto anche nei momenti più bui, a 12.2 punti e 32 minuti a sera. In più ha trovato la maturità di mettere tra parentesi gli eventi negativi che hanno costellato una carriera che sarebbe ingiusto considerare allo zenit. «Non ho mai giocato così bene - dice - perché fisicamente sto benissimo. Merito della costanza nel seguire un programma atletico nuovo, se ora ho questa condizione e so gestire meglio le energie». Vederlo fendere l’area in penetrazione lasciando al palo il difensore è un piacere inedito. «Non mi spiego neanch’io questo miglioramento. Battere l’uomo e penetrare non mi riusciva neppure lo scorso campionato. Ne sono strafelice e spero di riuscirci anche quando le difese avversarie avranno imparato a conoscermi».
Tecnicamente completato, guardia o play a seconda delle necessità, rientra nel giro azzurro con riaccese speranze. «Pensavo di aver perso il treno della Nazionale. In passato, in un momento particolare per me, ho fatto il grave errore di presentarmi ad un raduno con l’atteggiamento sbagliato e credevo di essermi giocato ogni chances. Nel 2001 vissi malissimo il taglio di Tanjevic prima degli Europei e disputare una manifestazione inernazionale resterà il mio sogno finché indosserò una maglia da basket. Adesso però non ci penso, vivo alla giornata e vedremo se con tanto lavoro riuscirò a guadagnarmi anche un piccolissimo spazio».
Come andrà, lo dirà il campo. Di certo Mordente ha fatto tesoro delle esperienze acquisite in una storia sportiva partita una vita fa da Teramo, la sua città, dove viene prelevato dai cacciatori di teste della Benetton. Due anni da Cadetto al «college» della Ghirada («Ero curato in tutto e per tutto») poi il primo rimarchevole salto col passaggio nelle giovanili dell’Olimpia. Con cui, diciassettenne, debutta in serie A.
E la fascinazione di Milano è ancora violenta. «Giocare con due stelle sul petto è confrontarsi quotidianamente con la storia. Di Milano ho vissuto sia l’anno successivo lo scudetto, quando ancora c’era un progetto importante, siagli anni duri in cui si rischiava di retrocedere e sparire». Ma il presente per Marco Mordente si chiama Reggio Emilia che lo ha assunto a bandiera, di quelle ormai fuori moda nel basket tutto dollari, miti fittizi e idoli passeggeri. «Mi sento biancorosso nel cuore - ammette - con Reggio c’è sempre stato un gran feeling perché qui è stato capito il mio modo di giocare che è il gettare cuore e anima per colmare le carenze tecniche. Mi basta andare in giro per la città per sentire l’affetto della gente e quella della Bipop è la maglia cui sono più legato. Reggio per me vuol dire una finale persa con Livorno, una stagione fantastica conclusasi con la promozione in serie A e quella, ancora più positiva che è in corso. C’è solo un avvenimento di cui non voglio parlare, successo nel febbraio 2003, quando conclusi la stagione a Siena. E un unico frangente negativo non regge il confronto con tutto ciò che di positivo ho ricevuto qui».
«Sto capendo - incalza - che è il Marco Mordente uomo a fare il giocatore. Tutti gli allenatori che ho avuto mi hanno lasciato qualcosa e hanno contribuito a migliorarmi. Modelli? Ricordo una frase di Rigadeau”Non mi sono mai ispirato a nessuno, ho cercato di diventare il giocatore che volevo essere”. Condivido in pieno. So che non avrò mai la classe dei grandi ma m’impegno per essere me stesso, al massimo delle mie possibilità». Il futuro? «Il sogno di ogni giocatore è l’Eurolega, io l’ho vissuta da Juniores nel ’96 a Milano e da decimo uomo nel 2003 a Siena. Com’ è diversa l’atmosfera tra A2 e A1, allo stesso modo cambia tra A1 ed Eurolega, dove tutto è più inebriante, più elettrizzante e più coinvolgente. Un’altra dimensione». Accantonando per un attimo le aspirazioni, s’incarta e scherza parlando dei complimenti ricevuti in carriera. Non lo dice, non lo ammette, ma conoscendolo il più sentito è quel «Mordente, uno di noi» che spesso gli intona la curva di via Guasco.
Linda Pigozzi
Questa è la versione 'lo-fi' del Forum Per visualizzare la versione completa clicca qui
Tutti gli orari sono GMT+01:00. Adesso sono le 11:14.
Copyright © 2000-2024 FFZ srl - www.freeforumzone.com