Olimpija-Maccabi

Olimpija-Maccabi: le pagelle

10 Dicembre 2004 ore 11:24


LE PAGELLE

Union Olimpija
Bazdaric 8: non è di primissimo pelo (26), ma merita assolutamente una chance in un campionato competitivo. Giocando su una gamba sola tira con 10/13 dal campo, difendendo nel complesso bene.
Bocevski 6,5: altro non certo giovanissimo, ma che sta dimostrando partita dopo partita di essere pericoloso (Siena ne sa qualcosa a riguardo). Gioca poco perché in condizioni fisiche precarie e gravato subito di falli, ma in mezzo agli atleti e ai saltatori del Maccabi la sua tecnica sopraffina (assist dietro la schiena dal post basso) ha spesso la meglio.
Boisa 8,5: all’inizio non impressiona, sbagliando un po’ troppo intimorito da Baston. Poi prende le misure, alza la parabola (memorabile un tiro che entra dopo essere salito dove neppure il buon Maceo può arrivare) e si scatena dall’arco. Anche per lui vale il discorso Bocevski: la tecnica spesso può sopperire alle carenze fisiche…
Rodriguez 6,5: non dovrebbe nemmeno giocare (stiramento agli adduttori), ma è in campo per 33 minuti. Il giovane portoricano nella ripresa spezza sempre la difesa israeliana in due con il suo primo passo. Nessuna palla persa, rispetto alle tre di media: un bel passo in avanti.
Markoishvili ng: solo sei minuti, ma quando hai davanti Bazdaric e Ozbolt devi accontentarti.
Mance 6,5: primi tredici minuti di quantità, poi un infortunio al polpaccio lo blocca. Non avrebbe giocato comunque, visto che Filipovski lo usa solo nel primo periodo, ma si fa vedere e, udite udite, Parker non ha vita facilissima.
Drobnjak 7: non è decisamente un giocatore bello da vedere. Fisicamente ricorda Podestà, senza averne la tecnica, e forse, rispetto al centro virtussino, è ancora meno atletico. Ma è grosso quanto basta per portare i blocchi senza pretendere nulla. E in mezzo a Baston, Green e Shelef, si permette addirittura di segnare il canestro che sancisce la vittoria.
Ozbolt 7: questo folletto con la faccia da Hobbit ha coraggio da vendere: difende forte, non ha paura di niente in attacco (nelle prime tre azioni si “becca” altrettanti stopponi, poi continua ad andare dentro come niente fosse), e, se “gasato”, mette anche le triple. Davvero un bel tipino.
Filipovski 8: di più non gli si può chiedere. Con una rotazione di 7 uomini (quattro dei quali acciaccati) batte i campioni d’Europa con il suo gioco tutto uno contro uno, penetra e scarica. Il gioco più antico e più bello del mondo.

Maccabi Tel Aviv
Baston 6,5: salta, corre, schiaccia, stoppa. Ma quando serve si riempie di falli e sparisce sia in attacco, sia soprattutto in difesa, dove Boisa fa quello che vuole.
Sharp 6: due triple consecutive per cercare la rimonta nel quarto periodo. Ovvero, il suo mestiere da sempre.
Parker 6,5: bello da vedere, tecnico, atletico, leggero. Ma, discorso analogo a Baston, nell’ultimo periodo si fa vedere poco.
Shelef 5: gioca perché Vujcic non c’è e perché Baston e Green hanno problemi di falli. Il tutto ovviamente si nota.
Burstein ng: solo tre minuti, non malvagi a dire il vero.
Halperin 6,5: il gioiellino di casa Maccabi disputa una partita onesta, lavorando sodo in difesa e usando il talento in attacco. E’ lento, ma il futuro è dalla sua.
Jasikevicius 6,5: spemuto per 40’ da Gershon, nel finale perde un po’ la lucidità commettendo due falli in attacco e innervosendosi con compagni e arbitri. Prima era stato il solito “Saras”, abile nel conquistare falli e nel servire al bacio la palla sotto.
Kommatos 4: a certi livelli può fare davvero poco.
Thomas 6: non si capisce perché con Baston con problemi di falli giochi solo 5 minuti.
Green 5,5: sufficientemente attivo in difesa, in attacco non porta contributi degni di nota.
Gershon 5: questa volta Pini qualcosina lo sbaglia: la scelta di cambiare sui pick and roll ha come unico risultato mismatch chiaramente favorevoli all’Olimpija (Ozbolt contro Green, Boisa contro Halperin), utilizza poco Thomas e spreme Jasikevicius decisamente troppo.



Andrea Saule

La legge del Tivoli colpisce anche il Maccabi: sorpresa Lubiana!

10 Dicembre 2004 ore 11:23


L’Union Olimpija scrive una delle pagine più belle della sua storia andando a vincere contro “l’immacolato” Maccabi, privo del centro croato Nikola Vujcic. Pur in condizioni rimaneggiate, la squadra di Filipkovski ha giocato con grinta e cuore, sospinta dal calorosissimo pubblico dell’Hala Tivoli, imponendosi di ben 12 lunghezze (93-81) alla sirena.
Il Maccabi di Gershon parte bene, trascinato dai rimbalzi e gli “schiaccioni” dell’ex Montecatini Baston e dai tiri in sospensione dell’ex romano Parker. L’Olimpija, intimorita all’inizio dalle stoppate in area israeliana da parte dello stesso Baston e di Green, si appoggia in difesa ad una mista e in attacco al talento di Ozbolt ma soprattutto al mestierante croato Mance, che, lasciato libero sui penetra e scarica di Rodriguez, inanella una serie.
Con un numero del coraggiosissimo Ozbolt (che in contropiede cerca di inchiodare “in your face” a Baston), i verdi si portano per la prima volta in vantaggio, ma, sprecando moltissimo dalla lunetta (0/4 da parte dei tiratori Ozbolt e della “star” Bazdaric).
Nel secondo tempo, cambia la musica: le difese lasciano più spazio ai penetratori, e lo spettacolo diventa di colpo godibilissimo: una tripla in equilibrio precario in contropiede di Jasikevicius porta il Maccabi sul +9, preannunciando il solito monologo israeliano. Ma nel momento più “in” della squadra di Gershon, Baston commette il terzo fallo: grazie a grandi azioni individuali e ad un Bazdaric che sfrutta benissimo i blocchi del “mestierante” Drobnjak (in campo al posto dell’acciaccato Bocevski), l’Union tiene botta (58-62). Le tre triple consecutive di Saso Ozbolt, di Marino e dell’indemoniato Boisa scatenano la “torcida”, e i campioni d’Europa, pur abituati a ben altre atmosfere, non reggono più. Capitan Boisa sotto è una sicurezza (ancora una bomba e un canestro con fallo in testa a Baston e Thomas), e Jasikevicius trova solo in Sharp un degno aiutante: addirittura Drobnjak si permette il lusso di chiudere la partita a 2:40 dalla fine siglando il più 9 (84-75). Filipovski (che tiene il Maccabi 22 punti sotto media) omaggia con la standing ovation tutti i sei uomini della sua rotazione, regalando scampoli di gloria a quelli che tra una o due stagioni saranno le colonne della Pivovarna Union: è la legge della Dvorana Tivoli, quella del “fai da te e poi incassa”.

Union Olimpija 93
Maccabi Tel Aviv 81
Olimpija: Bazdaric 22, Bocevski 9, Boisa 28, Mihalic, Johnson n.e., Rodriguez 5, Markoishvili 2, Mance 8, Pavic n.e., Drobnjak 5, Ozbolt 14, Jersin. All. Filipovski.
Maccabi: Fanav n.e., Baston 17, Sharp 6, Parker 18, Shelef 4, Burstein, Halperin 10, Dotan n.e., Jasikevicius 19, Kommatos 1, Thomas 2, Green 4. All. Gershon.


Andrea Saule

Olimpija-Maccabi: le interviste

10 Dicembre 2004 ore 11:21


Filipovski: “Abbiamo giocato una bella partita, spesso con il cuore si può sopperire alla differenza tecnica: Rodriguez e Bazdaric non dovevano giocare, discorso analogo per Bocevski e Mance che non si sono allenati con costanza. Sono un po’ preoccupato per il futuro, perché è difficile allenarsi con 3-4 titolari e il resto ragazzini: mi auguro che arrivi qualche rinforzo. Faccio i complimenti ai miei ragazzi per la grande difesa del primo tempo e per come hanno interpretato la ripresa”.

Gershon: “Dopo aver visto come l’Olimpija aveva battuto Siena, sapevo di dover stare attento. I primi due quarti le due squadre hanno fatto bene in difesa, poi gli attacchi hanno avuto il sopravvento come è normale che sia con due squadre che giocano sempre a viso aperto. L’assenza di Vujcic si è fatta sentire soprattutto quando Baston si è caricato di falli e la nostra difesa è stata debole subendo le loro percentuali, oltre il 60% nella ripresa mi pare. Complimenti all’Olimpia, noi guardiamo già alla prossima partita”.


Andrea Saule