Parla Recalcati

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00lunedì 30 gennaio 2006 20:46
Il lavoro sui giocatori italiani (C.Recalcati)

29.01.2006. 17:47



Mi piace iniziare con il dire che la proposta-progetto non è più mia. O per lo meno non è più solo mia. L’Usap, Unione Sindacale degli allenatori di pallacanestro, di cui sono vicepresidente, l’ha fatta propria grazie alla sensibilità del suo presidente Gianni Zappi. Questo mi rende molto orgoglioso.
Ho partecipato alla seduta del Consiglio federale del 10 dicembre 2005. In quella sede ho avuto la possibilità non solo di fare un consuntivo del lavoro svolto nell’ultimo anno e di introdurre le linee guide di come la Nazionale maschile affronterà il 2006, ma, grazie al tempo che mi ha concesso il presidente federale Fausto Maifredi, di poter presentare questa mia proposta per incentivare l’utilizzo dei giocatori italiani in un campionato professionistico come quello della Legadue. Andiamo con ordine.

IL PROGETTO UNDER 20. La Nazionale Under 20 dopo i Giochi Olimpici di Atene è stata aggregata alla Nazionale A. Due, fondamentalmente, i motivi:
1. Preparare la squadra per i campionati europei di categoria che oramai si disputano ogni estate.
2. Monitorare il territorio e cercare quei giocatori nati nelle annate riguardanti l’Under 20. Grazie ai referenti territoriali e ai tecnici federali la ricerca è stata svolta in serie A, Legadue, nei campionati della Lega Nazionale e adesso con il progetto “Nazionale: eccomi”, stiamo andando a guardare, in collaborazione con i Comitati Regionali Fip, cosa possono offrire i campionati regionali.

Già la partecipazione ad un campionato europeo giovanile è una buona motivazione per lavorare a fondo sui giocatori che possono interessare alla Nazionale sia di categoria, sia la Nazionale A in prospettiva, ma le finalità del Settore Squadre Nazionali Maschili vanno al di là. Con questi raduni mettiamo a disposizione del movimento quegli stessi professionisti che fanno parte dello staff medico e tecnico della Nazionale A. Perché? I campionati europei under 18 ed under 20 di questi ultimi anni hanno mostrato agli addetti ai lavori che le nostre squadre hanno tutte sofferto la fisicità dei nostri avversari. I nostri lunghi, le ali forti come i centri, sono tutti più bassi di circa sei centimetri rispetto ai loro pari età avversarsi. Neanche con le nostre guardie, però, riusciamo ad avere la meglio: a parità d’altezza, hanno tutti 5-6 chili in meno rispetto agli avversari.
Dove ci portano queste considerazioni sugli under 18 e sugli under 20? Al fatto che i nostri giovani, rispetto ai coetanei d’altre nazioni, occorrono di un periodo ulteriore per completare la crescita tecnica e fisica e lo staff medico e tecnico della Nazionale possono dare un gran contributo (ovviamente, tranne che per l’aumento dell’altezza) collaborando con le Società. Andiamo avanti.

LA LEGADUE. Nel nostro campionato di Legadue c’è chi permette ai giovani di giocare e di crescere. Ad esempio Ferrara, una delle squadre al vertice di questo campionato, dà uno spazio concreto, oltre che al pivot della Nazionale Under 20 Luca Lechthaler, a molti under 26; a Montegranaro, l’età degli italiani impiegati con profitto si abbassa fino a tre under 21: Luca Vitali, ad esempio, in questa società si sta rigenerando e sta completando in un ambiente ideale la propria crescita fisico-atletica, dopo un anno in cui, purtroppo, si era fermato. E che dire di Pavia, poi, e del minutaggio che concede a Danilo Gallinari, un under 18 che ha vinto la medaglia di bronzo con la Nazionale di categoria lo scorsa estate.

Il progetto mira a far sì che la Legadue, già sensibile alle problematiche dei giovani giocatori, salti definitivamente il fosso, dandosi una propria fisionomia ed una nuova identità che non sia quella di essere una copia conforme della serie A. Insomma questo campionato ha in sè tutte le potenzialità per completare la formazione dei giovani italiani.
La mia proposta non nasce solo dall’aspirazione come Commissario Tecnico della Nazionale di avere sempre nuovi giocatori disponibili e da capo allenatore della Montepaschi Mens Sana di avere giocatori già formati. Va anche nella direzione di quanto chiesto, il 15 luglio del 2004, dal Coni per la valorizzazione del patrimonio sportivo italiano e della formazione di giocatori italiani ed in considerazione del fatto che con la delibera del 22 ottobre 2005 il Consiglio federale ha deciso che dal campionato 07-08 in Legadue dovranno giocare 6 italiani di nascita e formazione + 1 di passaporto acquisito, quindi da qui ad arrivare ad averne (e qui sta la novità della proposta), 8 tutti italiani di formazione su dieci, beh il passo non è poi così lungo come potrebbe sembrare.

LA SERIE A. Avere giocatori già formati per la serie A è importante. Se questa proposta fosse accolta la categoria ne trarrebbe benefici (come pure la Nazionale). Il ruolo delle società di Legadue a questo punto sarebbe fondamentale per la riuscita del progetto. Perché se è vero, com’è vero, che la prima a trarne benefici sarebbe proprio la serie A, è anche vero che proprio questa dovrebbe trovare le risorse per finanziare il progetto. Come? Premiando le società di Legadue proporzionalmente ai minuti d’impiego dei giocatori italiani, premiando maggiormente quelle che impiegano gli under 26 e gli under 21. Perché parto dagli under 26? Beh, se è vero, com’è vero, che i giocatori italiani si formano più lentamente, allora dobbiamo alzare la soglia dell’età dei giocatori che ci possono interessare e poi proprio a 26 anni Matteo Soragna ha esordito in Nazionale, per cui…

Sono pragmatico e penso che premiare sia meglio che obbligare. La serie A invece che investire solo su se stessa potrebbe mettere a disposizione una sorta di montepremi, anche con sponsorizzazioni (che ho semplificato nella tabella che accompagna quest’articolo in 1000 punti) di cui il 60 per cento da dividere in base ai minuti giocati tra le squadre che impiegano giocatori italiani. Il 25 per cento in più tra quelle che impiegano gli under 26 e il 15 per cento in più per quelle che impiegano gli under 21.
La serie A sposterebbe in questo modo il completamento della formazione dei giocatori alla Legadue e potrebbe ottenere che dei sei italiani di cui si sta discutendo 4 siano di formazione italiana e 2 formati all’estero (di cui 1 con i requisiti tali da poter essere convocato in Nazionale) rispettando così le indicazioni del Coni se consideriamo che serie A insieme a Legadue fa parte dello stesso comparto professionistico.

Pertanto tenendo presente le squadre d’entrambi, i campionati professionistici, possiamo fare due conti ed avremo 376 atleti di cui:
140 non italiani
200 italiani di formazione italiana (pari al 53 per cento).
36 italiani non di formazione italiana (tra cui 18 con i requisiti per essere convocati in Nazionale).




LA TABELLA E LE CONCLUSIONI. Ho esaminato la situazione della Legadue e l’impiego degli italiani alla decima giornata di campionato. Ho ipotizzato possibili scenari d’incentivazioni in base ai minuti in cui sono impiegati gli italiani. Montecatini è la società che impiega di più gli italiani (1297 minuti) ma non è quella che guadagnerebbe il maggior numero di punti. Più punti (e quindi più soldi) li prenderebbe Montegranaro (che impiega gli italiani per 873 minuti, ed è “solo” al sesto posto) utilizzando di più gli under 21 (che, in base alla proposta sono presenti in tutte e tre le categorie che forniscono punteggio).

Siamo alla fine di questa proposta. Come già detto m’inorgoglisce che l’Usap l’ha fatta propria. Personalmente, dopo averla presentata al Consiglio federale, e quindi anche al presidente di Legadue Valentino Renzi che fa parte dello stesso, ne ho parlato con il presidente della Lega di Serie A Enrico Prandi in occasione dell’All Star Game. Lo scopo è di fornire materiale per una discussione fra le varie parti del nostro movimento e cercare di migliorare con il contributo di tutti. Il sasso nello stagno l'ho lanciato...

Il curriculum di Carlo Recalcati

Carlo Recalcati

www.basketnet.it/news/?id=61552


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