Pregara Virtus-Cantù

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Fabio Zingone
00sabato 5 novembre 2005 11:19
Di: Alessio Torri Inserito il: sabato 5 novembre 2005 3.38 Virtus

Grande è l’attesa sotto il cielo virtussino. Torna una classica che vale i primi posti certo, ma soprattutto per capire quanto sia meritevole o fortunato questo inizio di stagione.
Calendario alla mano, fin’ora s’è vinto solo il vincibile ed affrontare Cantù, avversario di pari stazza, potrebbe forse chiudere il caso sulle presunte velleità bianconere.
Risultati in ordine sparso. Idee in libertà per molti, dubbi invece a chi non ritiene d’aver in mano indizi sufficienti.
Dalle 6 giornate di Bologna s’è visto tutto e il contrario di tutto: fuoco e fiamme ma anche passaggi d’oblio. Ed alla fine dei salmi cosa resta? Una classifica preziosa, e qualche buco (leggi English) maledettamente troppo ingombrante.
Dalla settimana uscente giunge questa avversaria non certo rafforzata nella duplice sconfitta (campionato+coppa) ma, per fastidioso che sia, esistono priorità morali ed a Sacripanti brucia senz’altro più quella di Teramo. E proprio perché dopo l’avvio sprint si vivono temi d’incertezza, non sarà una Vertical alla mercè dei tempi. Piuttosto il solito prodotto fortemente improntato sugli extracomunitari
Da Casalecchio allora, s’attenderà certamente il segnale forte, nonostante manchi ancora Katelynas, nonostante Nikagbatse sia in fase di recupero, nonostante Johnson sia ancora in rodaggio. Poi, magari, quello stesso segnale forte giunge proprio dalla trasferta di mezza settimana in Belgio, dove Nate è stato l’ultimo a mollare. Assieme a Kebu Stewart, che da noi (per dirne due) ha già intimidito Joseph Blair ed ha sofferto contro Pasco, piccolo per giocare centro ma grande atleta.
Quello di Sacripanti è un centro all’antica, le questioni di principio vengono prima di tattica e strategia: intangibile è il ricorso ad un fisico importante ma non verticale (204 cm), che gli consente una massiccia presenza ad ogni carambola, anche solo per sporcare o tener in vita il possesso.
E dentro l’area colorata, terra di mordi e fuggi, scaramucce e spallate, Markovski non potrà spedire Ken Lacey, la cui virtuale presenza nei dodici, serve solamente a far tornare la lista della spesa.
Senza nuovi tesseramenti sarà dunque il solito Caffè ad aprire una quaterna in salita, che al contenzioso porrà Cantù-Siena-Livorno e derby.
Un pool, quello brianzolo, completato da triple ed assist firmate Barrett, da Mazzarino, garanzia d’equilibrio nei passaggi a vuoto di Johnson, da Jones, killer silenzioso e Michelori, uno che si esalta nella lotta. Mica poco.
Fatto sta che l’effetto Markovski si è già tradotto in una valanga “zemaniana” in cui tanto giochi e tanto fai giocare. Accreditarsi come modello di coalizione è allora la prossima tappa, e per ora anche English continuerà a partecipare alla grande fiaccolata.
In realtà, la rinnovata fiducia al canadese non significa affatto negare il diritto sacrosanto di Zare ad avere un bomber più efficace. Palla a due ore 18.15 (diretta Radio Bruno 97,9 mhz).

Alessio Torri
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