Sabatini contro tutti

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00sabato 21 gennaio 2006 17:56
Virtus Bologna: Sabatini contro tutti

Claudio Sabatini lunedì se n’è andato dall’assemblea di Lega sbattendo la porta. Perché? «Perché è una perdita di tempo. Dopo 4 mesi parliamo ancora di un progetto di fattibilità, che nel concreto non c’è. Invece di proclami e chiacchiere, si doveva agire. Ora presentiamo a Petrucci una commissione per parlare e lo facciamo con un ritardo di mesi. E’ un flop della Lega, Petrucci vince e i club perdono. Invece di parlare bisognava trovare un accordo».

La Virtus si mette per traverso? «Vedrete che finalmente si troverà un’intesa e il mio club s’accoderà alle decisioni pur tenendo una linea ben precisa. Io ribadisco che sia meglio seguire le indicazioni di Petrucci».

Perché vede tutto questo pessimismo nel sistema? «Guardo i bilanci e prendo atto che sono in perdita. E’ follia spendere milioni di euro per un club di pallacanestro, sovrapagando dei giocatori rispetto al loro valore. Sperperare non è sinonimo di vincere, la classifica è lì a testimoniarlo. Non c’è la voglia di dire che va presa un’altra direzione, i bilanci sono eclatanti e anche altre situazioni lo sono».

Quali? «Alcuni esempi: l’ipocrisia consolidata degli stipendi che percepiscono alcuni giocatori del settore dilettantistico, molto superiore a tanti colleghi professionisti. E il fatto che alcuni club non pagano puntualmente i giocatori, ma poi chiedono esorbitanti buyout per liberarli. Questa è la Lega di serie A».

Ce l’ha con qualcuno in particolare? «No, mi riferisco alle cronache. I giornali hanno scritto che Roseto ammette il rischio di non finire il campionato. Vogliamo questo? Quando sono entrato nel basket c’erano Messina e Pesaro in serie A, dove sono finite ora? Basterebbe poco, invece si vuole toccare il fondo».

Non è tenero con l’associazione dei club. «Il presidente di Lega guadagna il triplo del suo collega del calcio, Adriano Galliani. Non credo che la pallacanestro produca il triplo di ricchezze, anzi perde dei club per strada. Lo dico perché posso dirlo, sono sempre stato contrario all’operato di Prandi. Petrucci non l’ha mai ricevuto in tre anni e siamo stati costretti a formare una commissione per parlare con il Coni. Ciò connota lo spessore della situazione e io certe cose non le assecondo. La palla sta andando in salita, ma prima o poi ruzzolerà giù».

Quali critiche muove ai suoi “colleghi”? «Dico che non è il caso di pettinarsi quando c’è bisogno di una lavanda gastrica. Bisogna rendersi conto dei problemi urgenti e gravi».

Approfondiamo. «La mia linea pretende comportamenti imprenditoriali e corretti, siamo noi a disegnare il nostro futuro e siccome cacciamo i soldi, dobbiamo farci rispettare. Ma nel modo giusto. Sono le società e gli ambienti di lavoro a fare la differenza, non più i giocatori. I tempi dei Danilovic, Myers o Ginobili sono finiti, ora la correttezza e la buona qualità dell’ambiente sono fondamentali».

Ce l’ha anche con i giocatori? «Devono svegliarsi. Non tutti i procuratori fanno sempre l’interesse dei propri assistiti. Di certo, ci sono giocatori della Virtus che se intendono restare debbono cambiare agente. E’ il club che decide con chi lavorare e con chi trattare».

Come intende il rapporto società-Coni? «Nello sport ho capito che c’è chi comanda e chi esegue. Serve equilibrio, ma in questo momento non siamo noi i registi e ha dell’incredibile. Troveremo un ruolo differente, mi auguro all’interno delle linee guida che Petrucci proporrà».

La sua è dunque una posizione indipendente, né con la Lega, né con la corrente romana, né con la Fip. «La mia posizione è quella della Virtus, ovvero contraria ai costi sproporzionati, ai bilanci in perdita e contraria a un sistema pieno d’incomprensioni e assurdità».

Domenica sfida la Napoli di Mario Maione (si va verso il tutto esaurito al PalaMalaguti), un componente del triumvirato che parlerà con Petrucci. Vi scambierete opinioni? «Napoli è una realtà bellissima e vincente, Maione non ha bisogno dei miei consigli per trattare con il Coni. La linea della mia società è già chiarissima».

Daniele Labanti - Jarring.it
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