Sabatini parla ancora

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Fabio Zingone
00sabato 28 gennaio 2006 17:19
Sabatini: "Il derby è come una prima alla Scala"


28/01/2006 09:11
"Chi s´è abbonato sarà felice, per gli altri il prezzo è giusto"

- La Repubblica -

INIZIATA coi carteggi fallimentari, proseguita con le più disparate battaglie dialettiche, l´avventura di Claudio Sabatini patron virtussino approda domani con Milano alla sua partita numero 100. Partite di basket, va specificato, perchè di ‘sti tempi paiono esistere solo marketing, politica ed economia. Sarebbe una ricorrenza su cui fermarsi a ricordare e a ragionare, ma con Sabatini l´attualità è sempre tumultuosa. L´ultima trovata, discutibile e discussa, è questo biglietto per il derby a 500 euro. Avanti, senza indugi né ripensamenti («per una prima alla Scala se ne pagano 2.000»), parlandone, in questa lunga chiacchierata, che un po´ volge al passato e tanto al futuro.
Sabatini, quanto ci ha rimesso, di tasca sua, in questi 800 giorni?
«Quattro milioni circa. 1,8 subito, poi una perdita d´un milione l´anno nel biennio di LegaDue».
Suo cavallo di battaglia: la Virtus spende quel che incassa. C´è però appena stata l´uscita dello sponsor. E anzi, quel che pareva quieto ora s´intorbida, vedi le ultime grane legali col caffè.
«Boccio ci aveva concesso fiducia, di questo lo ringrazio, e quanto agli ultimi sviluppi andremo a vedere. Vidivici ci ha dato una mano, noi ci mettiamo dei progetti che porteranno a un pareggio, a prescindere dagli incassi d´un eventuale play-off».
Domani con Milano rifarà un pieno da 8500. Poi dice di sognare un palazzo da 10 mila, ma tratta per i 5 mila del PalaDozza. Ci aiuta a capire? Lascerebbe 3000 persone sull´uscio?
«Non possiamo avere costi superiori ai ricavi. Al PalaMalaguti ci hanno chiesto un canone doppio, come fossimo un loro sponsor. In Azzarita potremmo pensare a soluzioni per il ricambio di tifosi: ma, di base, se Casalecchio non avesse raddoppiato, non ne parleremmo».
Spieghi a ottomila persone perchè, nel caso di un´esaltante semifinale scudetto, non farà poi l´Eurolega.
«Non abbiamo i soldi per farla».
Lo spieghi allo sponsor, allora.
«Idem. Se poi dovesse darci due milioni in più, la facciamo. Ritrovassimo una Kinder, e quei 3.5 milioni di euro che dava 5 anni fa, non rinuncerei di certo».
E perché mollare Sky? A lei, e agli sponsor, non interessa l´esposizione nazionale?
«Magari avremmo un´audience e un bacino d´utenza superiore. Passare da un´ora e mezza a settimana a 24 ore al giorno, con un nostro Channel, le pare uguale? La Virtus ha tifosi in Italia e Europa e dunque, davanti alla grande professionalità di una tv come Sky, abbiamo deciso di autoprodurci per dimostrare cosa possiamo fare. E domani faremo tra i nostri tifosi lo stesso sondaggio su Sky proposto dalla Fortitudo. Identico, perché è una bella idea».
Virtus Channel è appunto, però, solo Virtus. Il prodotto basket, inteso globalmente, è un´altra cosa.
«Noto che il prodotto globale non interessa, altrimenti quel famoso 31 agosto 2003 ci avrebbero riammesso, come quest´estate avrebbero ripreso Pesaro. Se il servizio è questo, preferisco dare un servizio alla mia comunità, sul sito o un canale apposito. Non cederemo neppure i diritti di telefonia e internet. Tutti devono sapere che la Virtus non è un club come gli altri. Nessuno, e in Lega lo sanno, tratta per la Virtus. Se Sky vuole la Virtus, paga. Un milione? Ecco, magari ne parliamo».
In questo quadro, l´"unica" Virtus sarà quella da vedere dal vivo. In pratica, abbonamento forzato.
«Uno non è obbligato ad abbonarsi. Di certo, chi ci dà fiducia sa quel che trova. E sa che ci guadagna».
Ad esempio il derby. Gli altri, invece, 500 euro per entrare. Ma si può chiedere una cifra del genere?
«Per la Virtus sì, e per un derby anche. Ribadisco, i nostri abbonati non potranno che essere felici. A loro ho promesso salvezza, divertimento e sudore. Alla fine dell´anno saranno soddisfatti, soprattutto a livello economico».
Tolti gli abbonati, una tifoseria, anzi due, sarà costretta, per esserci, alla Starbox. Neppure una vendita singolare dei biglietti.
«M´auguro venga apprezzata una proposta che solo ora stiamo definendo per prezzo e contenuto. Ad ogni modo, se uno va alla prima alla Scala, paga 2000 euro. Alla Fossa darò 100 biglietti a 10 euro, per il resto c´è la scatola. Alcuni del loro parterre non credo abbiano problemi. Andasse male? Pazienza, ne abbiamo sbagliate altre. Io parto dai miei 5400 abbonati: a loro ho fatto promesse, sempre mantenute».
La sua ultima trovata è la Virtus pagata per andare alle finali di Coppa Italia. Ma ci crede davvero?
«Non dobbiamo ragionare solo in ambito sportivo. Per me Pesaro dovrebbe saltare l´A2, dovremmo tirar dentro Firenze e inventarci Torino e Genova. Dovremmo noi pagare gli Armani per entrare, non il contrario. Ai Danzi, quando ho detto che giocavamo contro Armani, brillavano gli occhi».
Scusi, non è più sport, ma solo business.
«Perché, è sport questo? Con due club che non si sa se finiranno l´anno? O con dilettanti che prendono in B cinque volte che in A? Con la Viola che rischia di sparire e tessera McCoy? Io dico: mettiamo parametri economici. Lo sport dovrebbe essere un esempio di correttezza e invece si leggono cose inenarrabili. E nessuno lo vuole cambiare. Riqualifichiamo il tavolo, poi vediamo come gira. Il mondo dello sport dovrebbe avere i caratteri di quello imprenditoriale, non del contrabbando».
MARCO MARTELLI
1moldu4
00sabato 28 gennaio 2006 17:26
TEMPO FA PARLO'ANCHE DI UN ACQUISTO SENSAZIONALE DELLA VIRTUS, MA ANDASSE A ****!
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