Sanguettoli,nuovo responsabile della Virtus

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Fabio Zingone
00lunedì 16 agosto 2004 09:11
Negli Stati Uniti il titolo sarebbe: Sanguettoli is back. E’ tornato Marco Sanguettoli che, dopo la stagione vissuta con la Virtus 1934, è tornato a casa. In via dell’Arcoveggio, dove dall’inizio degli anni Novanta ha costruito piccoli - grandi campioni. Sarà lui il responsabile dei settori giovanili della Virtus e della 1934.

Sanguettoli, si è mai sentito in esilio?
«All’inizio forse sì. Abituato a fare certe cose per 14 anni, ho avvertito lo stacco, almeno nei primi tempi. Anche se in fondo la palestra Deborah Alutto è a 500 metri dall’impianto della Virtus. Poi, però, il 90 per cento delle persone con le quali avevo lavorato mi hanno seguito — o io ho seguito loro — e il gruppo di lavoro è stato lo stesso. Con Giordano Consolini, il professor Grandi e il dottor Rimondini».

I portici, qualche mese fa, riportavano la voce di un suo eventuale passaggio in Fortitudo.
«Non è successo. Il mio compito era quello di riportare a casa i ragazzi. Era il mio obiettivo e contemporaneamente un mio dovere. Riportare a casa quei ragazzi le cui famiglie ci aveva seguito».

Giovani interessanti all’orizzonte?
«Ce ne sono. Un paio nel gruppo juniores».

Facciamo qualche nome?
«Facciamolo».

Vada.
«Beh, per fisico e altezza direi Michele Novi, che è dell’88. Deve maturare come persona e metterci più cattiveria. Poi ci sono, tra gli esterni, Bonfiglio e Bastoni».

Lavorerà con Faraoni.
«Un vero piacere. A Livorno Massimo ha costruito, negli anni, un vero e proprio gioiellino, con tanti giovani regalati poi alla prima squadra».

Lei è considerato un mago in panchina. Faraoni un mago nel reclutamento e...
«Diciamo che è tornata anche la voglia di reclutare più lontano. Negli ultimi 5-6 anni, abbiamo lavorato sulla provincia o comunque nel raggio di 30-40 chilometri. Adesso abbiamo individuato 2 o 3 ragazzi. Riapriremo una piccola foresteria anche perché non abbiamo mai perso di vista l’obiettivo di far crescere dei giovani».

Il suo obiettivo?
«E’ questo. Tirar fuori il meglio dalla squadra. Parlare ora, di risultati agonistici, sarebbe assurdo. Ma il traguardo è creare dei giocatori che possano rendersi utili alla prima squadra. E pazienza se in questo modo si perderà qualche partita in più».

A livello Bam, un mese e mezzo fa, si è imposta la Pontevecchio.
«Mi fa piacere. E’ una cosa che non capita spesso. Hanno un paio di elementi molto interessanti e, comunque, non possiamo che complimentarci sia con i dirigenti sia con gli allenatori della Pontevecchio».

Quando riprende?
«Il 23 agosto con cadetti e juniores. Poi, dopo poco, tutti gli altri».

Altri elementi interessanti?
«Malagoli, che è di Castelfranco. E poi c’è il gruppo del ’91 che è molto interessante».

Quello del figlio di Augusto Binelli ?
«Proprio quello. Andrea è un ragazzo interessante».

A proposito di giovani leve, si era ventilato l’arrivo di Danilo Gallinari. Le sarebbe piaciuto?
«E’ un ragazzo di talento. A chi non piacerebbe lavorare con materiale del genere? Ma del talento, comunque, ne abbiamo anche noi».

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