Sogno Benetton

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Fabio Zingone
00mercoledì 13 ottobre 2004 20:42
Fra pochi giorni la Benetton andrà in Canada a giocare contro i Raptors,sperate nel colpaccio?
esimiosacco
00mercoledì 20 ottobre 2004 15:40
Il colpaccio è difficile... più realisticamente spero in una grande partita del nostro grande talento Andrea Bargnani, così magari verrà scelto subito l'anno prossimo al draft.
Fabio Zingone
00giovedì 21 ottobre 2004 17:09
Toronto Raptors – Benetton, che brividi, e non certo per il freddo! Chi infatti avrebbe mai pensato di arrivare ad un incredibile –2 (83-81) al 48’? Tutti i biancoverdi, of coUrse, trascinati da un Massimo Bulleri assorto a protagonista nell’ultimo bollente periodo e che con una felpata sospensione dalla media ha portato vicinissimi i suoi al miracolo. A seguire: palla persa dai Raptors e Siskauskas che si fa stoppare in penetrazione da Marshall per il possibile pareggio. Bosh ne approfitta e dall’altra parte fa un gioco da 3 punti su rimbalzo offensivo (86-81 a meno 1’19”), Garnett sbaglia uno scarico in mezzo all’area, sull’altra sponda Palacio lo imita e ancora Bulleri firma dalla lunetta il 2/2 dell’86-83. Toronto fallisce l’ultimo possesso offensivo, Bullo ha la sfera del pareggio a meno 7” ma, invece di tirare da 3, inciampa e commette una veniale (e eccessivamente fiscale, per i canoni europei) infrazione di doppio palleggio. Finisce con una sconfitta di misura 86-83, ma in realtà è stato davvero un successo questa trasferta in terra canadese per la Benetton Basket.
Emozione grandissima, per tutti, al di là del mero risultato e delle statistiche. La Benetton Basket ha messo piede all’Air Canada Centre, la casa dei Toronto Raptors, di una delle franchigie Nba più blasonate e ne è uscita a testa alta, altissima, dimostrando che i valori di un basket genuino, fatto più con il sudore ed il sacrificio della squadra, possono davvero quanto, se non forse più, del talento individuale.
L’attesa vissuta tra hotel, pullman e l’immenso palazzo dei Raptors riempito da 10.668 spettatori (la metà della capienza, tanti i trevigiani doc!), la carica che i giocatori biancoverdi si sono dati all’interno dello spogliatoio o all’ingresso in campo, le luci psichedeliche e la musica rap a tutto volume per la presentazione dei Raptors, l’assenza vistosa di Vince Carter, sistematosi in panchina per un problema fisico (o di rapporti -tesi -con la società?).
E ancora, il profumo di hamburger e patatine che invade il campo, proveniente dai salottini vip e dai ristoranti presenti lungo i corridoi dell’arena (qui mentre si guarda la partita può chiamare il cameriere e ordinare il cibo, sempre seduti sul proprio seggiolino…), la felicità di vedere tante bandiere italiane sventolare in platea, orgogliosamente brandite da italiani emigrati a Toronto, i brividi nel sentire il proprio inno, quello bianco-rosso-verde che in tutto il mondo è ascoltato ed apprezzato, i giochi pazzeschi organizzati dallo staff dei Raptors al termine di ogni quarto e persino durante i time out, forse il momento più atteso dal pubblico…
Tutto questo e tanto altro ancora è stata Toronto Raptors – Benetton Basket, una cartolina da incorniciare in un angolo di cuore e tenere sempre illuminata, per una vita intera. La partita? L’hanno vinta i Raptors pur non brillando, forse peccando di presunzione nel sottovalutare certi giocatori biancoverdi (“Siamo davvero curiosi di giocare contro chi ci era sopra di noi sul podio di Atene”, ci aveva confessato Donyell Marshall, forse il migliore dei suoi stasera, centro dalle grandi qualità atletiche e tecniche).
E la Benetton Basket è stata sempre lì, a lottare su ogni pallone, a cercare e a trovare buone soluzioni in attacco: come i numeri di Andrea Bargnani, autore di alcune giocate mirabili (tiro da tre, due penetrazioni che hanno lasciato sul posto un certo Chris Bosh, assist al bacio) che hanno condotto la Benetton Basket ai due unici vantaggi dell’incontro (23-21 e 25-23 all’8’). O come quelli di Marcus Goree e Ramunas Siskauskas, giocatori tutta concretezza che hanno messo alla gogna gente quotata come Matt Bonner e Lamond Murray trovando anche buone soluzioni in mezzo e al di fuori dell’area. Per il resto, Benetton Basket sempre attaccata agli avversari, nonostante fosse ben presto penalizzata dai falli di Marconato e Beard, 3 a testa in meno di due periodi, i primi. Meno 2 alla fine del primo quarto, meno 8 all’intervallo più lungo con Marshall in cattedra per Toronto e, dopo aver toccato il –14 al rientro subendo il gioco veloce dei Raptors, la Benetton Basket ha avuto la grinta per mordere gli esterni avversari in difesa e la pazienza di tessere una ragnatela in attacco senza forzare i tempi, aspettando il momento giusto per colpire ai fianchi l’avversario e risalire fino ad un emozionante, intenso, commovente finale tutto biancoverde. L’Italia del basket, stanotte, ha di che essere fiera.
Fabio Zingone
00giovedì 21 ottobre 2004 17:09
Le interviste
Grandi sorrisi e forse anche un pizzico di amaro in bocca nello spogliatoio Benetton al termine della gara. La grande impresa è stata solo sfiorata, ma c’è di che essere felici: “E’ stata un’esperienza davvero bella – le prime parole di coach Ettore Messina al termine della gara – abbiamo anche rischiato di vincere, peccato per quel possesso di Siskauskas conclusosi con una stoppata subita, a quel punto potevamo far rigirare l’inerzia della partita in nostro favore, ma va bene così. Abbiamo confermato quanto di positivo il basket europeo sta costruendo, dando continuità al gran risultato delle Olimpiadi di Atene. Penso che d’ora in avanti la Nba ci guarderà con ancora più rispetto”.
“Ci abbiamo provato, fino in fondo, dato che eravamo lì era un peccato non osare, ci è andata male per una serie di episodi sfortunati: ci può stare, accade, tuttavia mi pare che la Benetton abbia giocato una buona gara, è stata una grande emozione per noi all’inizio, poi quando abbiamo trovato le misure del campo e degli avversari abbiamo solo pensato a fare del nostro meglio”, le parole di Massimo Bulleri, protagonista su sponda biancoverde.
“Come avevo detto alla viglia della gara questa era una grande occasione ed una vetrina per noi, l’abbiamo onorata fino alla fine e, logicamente, ad un certo punto ci credevamo – il pensiero di capitan Marconato - . Un paio di scelte in attacco comunque buone ci ha traditi, ma la differenza tra noi e i Raptors resta soltanto lì”.
Qualche commento post partita anche su sponda Raptors. Dalla voce di Jalen Rose, che svela anche una curiosità che lo lega alla Benetton Basket: ”Sono amico di Marlon Garnett da una vita, mi ha fatto davvero piacere incontrarlo qui per questa partita. Erano anni che non ci incontravamo, ma mi ricordo bene le sfide all’high school ed al college che ci vedevanio avversari nei college. Money è rimasto un gran giocatore, e questa Benetton mi ha fatto un’ottima impressione: voi fate del gioco di squadra e dell’aggressivita su tutto il campo, per tutto l’arco di una gara, la vostra forza, per questo state ottenendo grandi risultati come quello delle Olimpiadi. Per noi stasera non è stato affatto facile sputarla…”.
”Si vede che il basket europeo ha fatto passi da giganti - gli fa eco Vince Carter, appiedato per un acciacco - noi dell’Nba dobbiamo dimenticarci della gloria ottenuta nel passato, i tempi dell’unico ed indimenticabile Dream Team che abbiamo ammirato a Barcellona nel 1992 sono lontanissimi e l’ennesima dimostrazione la si è avuta stasera: la Benetton è una squadra giovane, sta crescendo parecchio e fa del lavoro di gruppo la base da cui partire, e devo dire che è davvero un’ottima base”.
The VEZ
00venerdì 22 ottobre 2004 21:34
sarebbe bello che in futuro altre squadre italiane se la giocassero con le star nba.
Qualcuno sa dirmi se per l'anno prossimo sono in programma altre sfide?
So che per realizzare toronto VS treviso c'è voluto un bel po di tempo.[SM=g27812] [SM=g27812]
stemack
00lunedì 15 novembre 2004 00:09
in effetti si questa cosa in casa Benetton si parlava da molto tempo,penso almeno almeno da un sei sette mesi se non di più...
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