Zorzi anima della Viola

Tonino Zorzi, pensaci tu. A devoti e laici della palla a spicchi non resta che l'invocazione al santo protettore. Un'anima senza età, scaramantica e scorbutica, venerata e stimata, ma anche autentica e vincente. Non esistono teorie dei massimi sistemi, carpite sulla Luna, da riportare sulla Terra. La pallacanestro pane e salame ritorna a Reggio Calabria per l'ennesima impresa, stavolta da premiare anche dopo la conclusione della missione. Lo spot dell'anno non è più il golfistico “una buca per volta”, come avvenne all'ultima suonata del quasi miracoloso salvataggio. Stavolta il motto è “correre & correre”, che detto dal Paròn non è mai banale. Prima dell'ultimo allenamento qualcosa di più plebeo se lo lascia pure scappare, su un mercato strano, di cui ci sarà modo di sviluppare opportuni approfondimenti. Per ora non arriva nessuno, poi si vedrà. Stasera nell'astronave di largo Pentimele si giocherà con i soliti, speriamo più arzilli e meno ingessati degli ultimi tre mesi. Angoscianti, bislacchi e innervositi, soprattutto dominati dal “potrei ma non riesco”. Da tanto non si stappa la bottiglia del successo, quasi un record in quello che dovrebbe essere il rifugio consolatore. Tre mesi sono un'eternità, probabilmente non un record, ma a Reggio Calabria un digiuno così fa specie. «Con Zorzi sarà tutta un'altra cosa», è il leit motiv, anche di coloro cui non importa aprire un altro capitolo di mercato. Basta che ci sia lui e niente resta impossibile. Quest'aurea convinzione stasera troverà il primo calcareo banco di prova nella Snaidero Udine che in trasferta non arrossisce, anzi da ospite (vittorie a Capo d'Orlando, Varese e Milano) sta coronando i propositi di qualificazione alla Final Eight. Il settimo posto, con la sfida tra Milano e Varese alle porte, può essere rafforzato. Alla fine i dubbi legati alla presenza di Jerome Allen si sono dissolti, mentre Jacob Jaacks non dovrebbe essere del match. In tutta onestà, anche Zorzi avrebbe preferito incontrare i suoi corregionali senza il regista statunitense che, nonostante una caviglia malandata e trentatré autunni, non ha dimenticato come si può essere fattore. La prima gara dell'anno solare vedrà la sfida tra i due coach più longevi in attività in A: 1064 panchine per Zorzi, 720 per Cesare Pancotto, altro decano sottovalutato, meritevole di stare in sella ad una grande. Intanto si diverte a valorizzare il diciannovenne Michele Antonutti e rilanciare in chiave azzurra l'eterna promessa Christian Di Giuliomaria. C'era riuscito lo scorso anno a Teramo con Ale Cittadini; quest'anno altra scommessa vinta con l'ala forte che viaggia a 11 punti, 5 rimbalzi e 2 recuperi di media. Contro i bronzi Myles e Rush, al centro della vernice, ci sarà il giovane romano, affiancato da Glenn Sekunda, altro crack offensivo degli arancioni. Qualche minuto di esperienza sarà concesso a Cantarello, ma i maggiori problemi per la Viola arriveranno dal perimetro. Gara all'ultima tripla, tra Viola e Snaidero, due quintetti che “abusano” delle conclusioni dall'arco, con diverse fortune. Il più efficace è Michele Mian (41,7%), ma anche il neo papà, Nikos Vetoulas, meglio conosciuto come “killer di Patrasso”, non si lascia pregare a colpire da distanze siderali. Occhio vigile per il dinamico Kyle Hill (14,2 punti e 2 assist a partita) di cui si dovranno occupare Guyton e Zig, dai quali transita il presente e il futuro di una Viola che dovrà ritrovare energia per giocare a basket, divertendosi. Le gambe di granito si stanno pian pianino sciogliendo sotto le cure di Rosace e Falcomatà, ma se la testa non si libera di paure e incertezze, anche stasera si tornerà a boccheggiare negli ultimi giri di lancetta. Si può vincere anche senza marziani, in fondo le metamorfosi epiche targate Zorzi, hanno conosciuto di peggio.

Valerio Chinè