caso benetton aggiornamenti....

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carpisanapoli1
00domenica 5 agosto 2007 10:37
Alabisio rivede le posizioni del presidente e dell’ex gm Fadini

- La Tribuna -

Il caso Lorbek-Cuccarolo ritorna su tavolo del giudice sportivo. Mercoledì il procuratore federale della Fip Roberto Alabisio (colui che per primo prese in esame la vicenda del tesseramento dei due giocatori biancoverdi e deferì alla commissione giudicante Andrea Cirelli per violazione dei principi di lealtà e correttezza e frode sportiva e la Benetton Basket, per presunta responsabilità oggettiva) sarà a Bologna per acquisire gli atti dell’inchiesta della procura ordinaria relativa al medesimo caso.
Il pm Lorenzo Gestri infatti ha deciso di trasmettere alla giustizia sportiva (che aveva chiuso la vicenda con 12 punti di penalizzazione in campionato alla Benetton e una squalifica a tre anni e quattro mesi di Andrea Cirelli, ex team manager Benetton) la documentazione di quanto emerso nel procedimento penale. Nessun provvedimento era stato preso dalla giustizia sportiva per Andrea Fadini, ex general manager della squadra, e Giorgio Buzzavo, presidente della Benetton. La magistratura bolognese ha invece deciso di inviare i risultati dell’inchiesta penale alla giustizia sportiva. L’ipotesi è che quest’ultima, alla luce dei risultati dell’inchiesta penale, possa rivalutare la posizione dei due. Il presidente della Benetton Treviso Giorgio Buzzavo è infatti tra i destinatari dei quattro avvisi di fine indagine inviati nei giorni scorsi da Gestri, atto che solitamente precede la richiesta di rinvio a giudizio. Gli altri destinatari degli avvisi, in cui si ipotizza la frode sportiva e il falso, sono Massimo Zanetti, ex segretario della Lega basket serie A, Andrea Cirelli, ex team manager Benetton, e, appunto Fadini. Per Zanetti, visto il suo ruolo, il falso è in atto pubblico. Un reato che ha permesso al pm Gestri e al Nas dei carabinieri di ottenere dal gip intercettazioni telefoniche, che avrebbero confermato l’ipotesi di accusa. E proprio dalle intercettazioni sarebbe giunta agli inquirenti la conferma che Buzzavo e Fadini erano al corrente del tesseramento irregolare.
La notizia della chiusura delle indagini, e quindi degli avvisi, era stata accolta alla Ghirada, quartier generale dei casual biancoverdi, come una sorta di «atto dovuto» ma non per questo preoccupante. Bocche cucite, qualche frase di circostanza buttata là. Poco loquaci anche gli avvocati che comunque hanno fatto capire - da quanto letto a tutt’oggi del voluminoso fascicolo (1500 pagine) - che si paventano allusioni e sospetti più che prove certe («Non ho ancora letto una cosa che possa portare con certezza alla responsabilità di Buzzavo»). Comunque sia, dovesse andare a processo anche il presidente e subire una condanna per falso, che conseguenza potrebbe avere a livello di giustizia sportiva? «Forse una squalifica» dice l’avvocato Gracis, legale di Cirelli. Anche la radiazione? «Beh. Si radia chi compra le partite, non chi subisce le conseguenze di un errore dei dipendenti».
carpisanapoli1
00domenica 5 agosto 2007 10:37
Caso Lorbek, pressioni su Ronzani (Coni)


03/08/2007 09:18
Spuntano le intercettazioni del Nas. Fortitudo e Siena segnalarono l'irregolarità

- Corriere del Veneto -

Treviso lo spingeva in un verso, Roma lo tirava dall'altro. Il veneto Pierluigi Ronzani, presidente della camera di conciliazione del Coni chiamata a pronunciare l'ultima parola sul caso Benetton, ricevette pressioni da tutte le parti nel corso dell'istruttoria che portò alla condanna del club biancoverde e dell'ex team manager Andrea Cirelli. È quanto emerge dagli atti dell'inchiesta, aperta dalla Procura di Bologna con le ipotesi di falso e frode sportive, che vede ora indagati anche il presidente Giorgio Buzzavo, l'ex general manager Andrea Fadini e l'ex segretario generale della Lega basket Massimo Zanetti.
Mercoledì prossimo Roberto Alabisio, procuratore federale della Fip, sarà nel capoluogo emiliano per acquisire i cinque faldoni raccolti dal pm Lorenzo Gestri sulla vicenda del tesseramento di Erazem Lorbek e Gino Cuccarolo. In attesa di eventuali sviluppi sul piano della giustizia sportiva, è però il filone penale a svelare interessanti retroscena della faccenda. Innanzi tutto, scorrendo solo alcune delle 1.500 pagine che costituiscono l'ossatura dell'accusa, si scopre che a sollevare lo scandalo sarebbero state due società concorrenti della Benetton: Mens Sana Siena e Fortitudo Bologna.
Sono invece le intercettazioni telefoniche a ricostruire il presunto pressing esercitato su Ronzani, il cui cellulare è stato messo sotto controllo dai carabinieri del Nas nell'ambito dell'indagine «Canestro ». Il 9 maggio scorso, stando alle rilevazioni dell'Arma, l'avvocato ed ex senatore trevigiano sarebbe stato per la «linea più morbida» nei confronti dei biancoverdi. Ma, annotano sempre i militari, erano in agguato «ulteriori interferenze riconducibili a forze opposte rispetto alle aspettative trevigiane». Dopo un incontro con Franco Chimenti, citato nei verbali come presidente della Federazione italiana golf, l'indomani Ronzani «abbandonava la linea della clemenza nei confronti della Benetton» e all'avvocato Guido Cecinelli (uno dei componenti del collegio arbitrale) «rappresentava l'impossibilità di infliggere dodici punti di penalizzazione in quanto a suo dire tale penalità era stata comminata in primo grado allorquando era stato valutato il "tentativo" mentre in realtà non di tentativo si tratta ma di "frode" e che inoltre con la sentenza di secondo grado era stata ravvisata l'ipotesi di "frode gravissima" ». Per Ronzani, inoltre, la punizione più lieve avrebbe permesso al club di accedere ai playoff: «Cosa non accettabile - sintetizzano i Nas - poiché la squadra veneta meritava di essere severamente punita in quanto il presidente Giorgio Buzzavo, informato del superamento dei diciotto (giocatori a referto, ndr) aveva lasciato correre e non aveva fatto niente per rimediare ».
Alla fine la camera di conciliazione decise invece per il taglio di dodici punti alla Benetton e la squalifica a tre anni e quattro mesi per Cirelli. Dunque veti e controveti, dunque, fino all'ultimo. «Pensavo che sarebbe stato un giudizio alla pari - commenta amaro l'avvocato Alessandro Gracis, difensore dell'ex team manager, che ha presentato ricorso al Tar del Lazio - invece mi rendo conto che è stato tutto una pressione».
Angela Pederiva


carpisanapoli1
00domenica 5 agosto 2007 10:39
Coni, Benetton & veleni: salta Ronzani


05/08/2007 09:43
Il capo della «cassazione» travolto dai nastri: inchiesta bis su Buzzavo e Treviso

- La Tribuna -

Le intercettazioni dei Nas di Bologna, relative all’inchiesta penale sul tesseramento illecito di Lorbek - che coinvolge lo staff dirigenziale della Benetton - hanno provocato un vero e proprio terremoto nel mondo del basket. Veleni e pressioni che sono affiorate anche ai ai massimi vertici del Coni e della giustiza sportiva: da qui la decisione del presidente Petrucci di riformare la Camera di Conciliazione, facendo saltare, di fatto, l’attuale presidente, l’avvocato trevigiano Pierluigi Ronzani.
Ed è proprio l’avvocato Ronzani uno dei personaggi chiave di questa vicenda in cui l’aspetto sportivo e giudiziario sembra sfumare a fronte di poteri ben più forti. Le intercettazioni telefoniche proverebbero che Ronzani avrebbe ricevuto pressioni, in vista della sentenza della Camera di Conciliazione, sia da parte della Benetton che da parte avversa, nella fattispecie da Franco Chimenti, presidente della federazione Italiana del golf (di cui Ronzani è consulente), molto vicino agli ambienti legati alla Virtus Roma. Chimenti, due giorni prima della «sentenza», ha telefonato a Ronzani chiedendo di vederlo per dirgli delle cose che secondo lui «lo faranno trovare in una condizione di vantaggio pazzesca». Cosa volesse dire non si sa, il fatto è che l’avvocato coneglianese, che già in altre occasioni aveva firmato dei «lodi» molto soft in materia (vedi il caso Modena, un punto di penalizzazione alla società per una partita comprata da un giocatore), improvvisamente diventa molto severo. «Mai avuto pressioni - dice lui - nè da una parte nè dall’altra. E non capisco proprio tutto questo baillame». E Chimenti? «Chimenti voleva vedermi per parlare della sua possibile candidatura a presidente del Coni, del suo programma che, come consulente, avrei dovuto appoggiare». «Il collegio - dice Ronzani - era composto da cinque giudici, tutta gente preparatissima. Non mi risulta che nemmeno sui miei colleghi siano state fatte pressioni. Tutto è stato fatto secondo giustizia, nella massima tranquillità». Cosa questa che invece stupisce l’avvocato Alessandro Gracis, legale di Andrea Cirelli, che parla invece di «continue interferenze» in sede di Camera di Conciliazione di personaggi che poco avevano a che fare con i giudici. Su tutti Stefano Bovis, dirigente del Coni per gli affari legali, e braccio destro di Petrucci. Cosa ci faceva? «Petrucci - afferma l’avvocato Gracis - non voleva che fosse ribaltata la sentenza della Fip. Per lui i 12 punti andavano bene». Ma, secondo la ricostruzione del legale, c’era chi di punti ne voleva dare 15, Chi? «Ronzani, che, a lodo già fatto, racconta all’avvocato Honorati di Roma che aveva deciso di dare una stangata incredibile». Per la cronaca pare che l’avvocato Cecinelli e il professor Fumagalli, entrambi di Roma, fossero invece convinti della non colpevolezza della Benetton, al punto di chiedere per la società una penalizzazione di «zero punti». Comunque sia la linea-Petrucci, alla fine, ha avuto la meglio. «Alla faccia della conclamata autonomia giuridica della Camera di Conciliazione».
E per chiudere l’«anomalia: «La sentenza - dice Gracis - è stata scritta da un membro esterno, un avvocato di Conegliano che non ha nulla a che vedere con l’istituzione giudiziaria».
Ma anche quest’ultima parte del procedimento della giustizia sportiva a carico della Benetton potrebbe avere un esito diverso. Il Coni infatti ha fatto sapere che, una volta ricostituita la Camera di Conciliazione (al rientro delle vacanze), il nuovo collegio riprenderà in esame il “caso Lorbek”. «Sono contento - commenta l’avvocato Gracis - finalmente ho capito perchè ho perso. Sono molto contento». Il presidente Buzzavo si limita ad uno stringato: «Ribadisco quello che ho sempre detto. Non ne sapevo nulla, quando l’ho saputo ho cercato di agire per il bene della società». Una società che è stata praticamente azzerata nei vertici, a dire il vero prontamente ricostituiti. Come del resto la squadra che comunque non subirà ulteriori ripercussioni. Petrucci infatti fa sapere che comunque vadano i procedimenti in corso, il campionato quest’anno non subirà modifiche di sorta.
Nel mentre Alfredo Bassi, legale della Pallacanestro Reggiana (che si è sempre detta danneggiata dal caso-Lorbek e retrocessa in A/2) ha scritto una lettera al ministro dello sport, Giovanna Melandri, al Coni, e alla presidenza del Consiglio dei ministri, per chiedere che su questa vicenda sia fatta il più possibile chiarezza. «Sollecito a questo punto - dice il legale - l’intervento del ministro Melandri e del Coni per l’adozione di più idonee e stringenti misure di controllo e vigilanza».


carpisanapoli1
00domenica 5 agosto 2007 10:41
Quell’«udienza» maledetta


05/08/2007 09:44


- La Tribuna -

La seduta dei veleni. Fu in questa seduta che si compì il destino della Benetton Basket e a questo punto vien da chiedersi che ruolo abbiano giocato i giudici ma anche personaggi esterni al collegio giudicante, «politicamente» però fin troppo presenti. Se l’avvocato Ronzani, presidente della Camera di Conciliazione, continua a ribadire che «mai ci sono state pressioni né prima né durante la seduta, né su di me né sui miei colleghi», la situazione, alla luce di quanto in mano agli inquirenti, non sarebbe stata così idilliaca. Intanto la cosa che balza all’evidenza è che nella stanza in cui si erano riuniti i giudici per la sentenza c’era quanto meno un intruso, Stefano Bolis, dirigente del Coni addetto agli affari legali, braccio destro del presidente Gianni Petrucci. Cosa c’entra Petrucci? «C’entra, perchè lui voleva mantenere lo status quo - dice l’avvocato Gracis - non voleva che fosse stravolta la sentenza della Fip». Una sentenza «equa» secondo il vertice del Coni che avrebbe dato comunque alla squadra la possibilità di rimettersi in gioco per i playoff. Ma Petrucci avrebbe avuto anche un altro informatore, questa volta proprio all’interno del collegio giudicante, l’avvocato Cecinelli. Questi a più riprese sarebbe entrato ed uscito dalla stanza, proprio per chiamare il presidente. Sarebbero state le sue continue uscite dalla stanza a far desistere l’avvocato Ronzani dall’imporre i 15 punti che lui aveva chiesto: perchè aveva capito che Cecinelli era in contatto con Pietrucci che puntualmente lo informava di come andava la seduta. Curiosamente proprio Cecinelli, insieme al professor Fumagalli, poi si rivelerà «innocentista», chiedendo di azzerare le penalità. Alla fine, «tra un continuo va-e vieni- la linea Petrucci ha avuto il sopravvento. Poi - osserva l’avvocato Gracis - ognuno l’ha raccontata un po’ come gli ha fatto comodo». (l.g.)


carpisanapoli1
00domenica 5 agosto 2007 10:42
L’avvertimento al numero uno del Coni


05/08/2007 09:44
Telefonate, suggerimenti, patti segreti: tremano i vertici dello sport italiano

- La Tribuna -

Pier Luigi Ronzani, coneglianese, presidente del collegio arbitrale del lodo Benetton Basket, che prima spinge per i 15 punti di penalizzazione, poi svolta verso i 12 «perchè i colleghi Fumagalli e Cecineli hanno evidenziato che nel precedente Lodo Juventus era stato premiato l’atteggiamento della società», che aveva interrotto i rapporti professionali con i dirigenti, così come la Benetton aveva formalmente licenziato Cirelli; Franco Chimenti, presidente della federGolf, membro della Giunta Coni e possibile candidato alla presidenza del Comitato olimpico e vicinissimo alla Pallacanestro Roma, che spinge per la massima penalizzazione; Stefano Bovis, capo dell’ufficio legale Coni e «grande orecchio», nel corso del lodo, per conto del presidente Petrucci, amico dei Benetton. Dai verbali d’interrogatorio di questi tre personaggi emerge un intrico di veleni che rende l’idea di quali siano i livelli del contendere nelle penalizzazioni per illecito sportivo e si legge come sia poco credibile un organo come la «Cassazione» della giustizia sportiva. Sullo sfondo di tutto, tra l’altro, ci sarebbe un ruolo poco gradito (dal Coni) di Ronzani nella vicenda Calciopoli-Juve. Tanto poco gradito da far partire un disegno di ricusazione (stoppato) dell’avvocato coneglianese. A fare da trama agli interrogatori della procura bolognese ci sono altre intercettazioni telefoniche, in una delle quali Ronzani, dopo il tentativo di ricusazione, racconta di «avergli mandato un avvertimento (“probabilmente diretto a Petrucci”, si legge) dicendogli: stai attento, sei sempre caduto in piedi, l’unico che può farti cadere distrutto per terra sono io».
Ronzani. Nega di «aver, durante il Lodo, avuto contatti con persone esterne che mi facessero pressione». Sulle telefonate intercorse con il giornalista Gigi Maffei, Ronzani dice alla Procura: «Effettivamente ho parlato con Maffei, ma non ho a lui anticipato alcun tipo di possibile decisione della camera di conciliazione», e «Quando dico che uno era dalla mia parte con riferimento ai componenti del collegio, intendevo dire che vi era un componente del collegio che come me voleva irrogare 15 punti». Dopo aver raccontato che Bovis, alla fine del Lodo, gli si era avvicinato dicendo di sapere che la decisione era per i 15 punti e quindi «aveva un’informazione che non poteva avere se non da un componente della camera», suggerendo l’ipotesi Cecinelli. Chi è Cecinelli? L’«orecchio interno» di Bovis-Petrucci, nonchè peroratore dei 12 punti «con cui ritengo avesse già preventivamente calcolato che la Benetton avesse ancora la possibilità di qualificarsi per i playoff».
Chimenti. Chimenti fa sapere a Ronzani che Petrucci vuol farlo fuori, ma con una telefonata gli fa intravvedere la possibilità di un futuro radioso, una «condizione di vantaggio». «Volevo comunicargli - depone Chimenti, che spinge per la penalizzazione di 15 punti pro-Pallacanestro Roma, sua squadra del cuore - che non doveva temere da parte di Petrucci alcun intervento», e «informarlo sulla possibilità concreta che potessi essere un candidato credibile alla presidenza del Coni». Ovvero: sono tuo amico, stammi vicino e si va lontano. In un’intercettazione, Buzzavo dice di temere il “piccolino” (Chimenti) che con Ronzani è «culo e camicia». E Chimenti, davanti a un’intercettazione, è costretto ad ammettere che la sera stessa del Lodo, proprio Ronzani lo chiamò per comunicargliene l’esito.
Bovis. Il «consigliori» di Petrucci e mediatore (attraverso Cecinelli) della pena più mite conferma i buoni rapporti di Petrucci con la famiglia Benetton. E ammette: «Una decisione avversa alla Pallacanestro Treviso poteva essere strumentalizzata anche al fine di colpire Petrucci da potenziali concorrenti» nel rinnovo (2009) dei vertici Coni. (a.f.)


carpisanapoli1
00domenica 5 agosto 2007 10:44
Giustizia sportiva nel caos Il presidente Ronzani rischia


05/08/2007 09:45
Possibili ricadute anche sulla Giunta

- Corriere della Sera -

La giustizia sportiva è nella bufera. La Camera di conciliazione del Coni, quella per intendersi che non fu esente da critiche per le sentenze di ultimo grado di Calciopoli, è sull'orlo di una crisi di nervi e prossima ad un cambiamento radicale.
Il casus belli è il verdetto sul cestista Lorbek, oggetto di pressioni e con un lodo cambiato più volte. Al di là delle interferenze pro e contro la Benetton, dall'informativa dei Nas di Bologna emergono anche pesanti giudizi tra i membri della Camera stessa e apprezzamenti poco lusinghieri tra i presidenti di alcune Federazioni sportive (Maifredi, Federbasket, viene bollato come «quell'idiota»).
Comportamenti che aprono anche un grave e urgente problema «etico» all'interno del Coni.
La posizione del presidente della Camera di conciliazione, Pier Luigi Ronzani, è ora a forte rischio. Potrebbe essere sollevato dall'incarico in occasione della prossima giunta del Coni, in programma a settembre. Sarà, infatti, cambiato il regolamento con norme che prevederanno alcune incompatibilità con l'essere consulente di federazioni, fattispecie in cui ricade l'attuale presidente. La rottura tra Ronzani e il presidente del Coni, Gianni Petrucci, risale ai tempi di Calciopoli. Da allora tra i due è calato il grande freddo. In una delle intercettazioni Ronzani racconta di un preciso monito lanciato secondo i Nas a Petrucci per interposta persona: «È sempre caduto in piedi... l'unico che può farlo cadere distrutto per terra sono io... digli soltanto che non mi faccia arrabbiare... gliel'ho mandato l'avvertimento ». Ronzani ha dichiarato, ieri, di non voler entrare nel merito della vicenda, ma ha sottolineato che «nessuno ha interferito nelle mie decisioni». Secondo i Nas di Bologna il lodo è cambiato più volte e vi sarebbero state pressioni, anche «da parte del Coni ». «L'uomo — si legge — definito da Ronzani come ‘‘referente del Coni'' sarebbe stato Cecinelli (uno dei membri del collegio, ndr) il quale ogni volta che veniva deciso qualcosa usciva dal consiglio e telefonava a Petrucci». In realtà Petrucci, tirato in ballo da altri in varie conversazioni, non figura direttamente in nessuna delle intercettazioni. Cecinelli chiamava Stefano Bovis (Ufficio servizi legali del Coni), che ha spiegato ai Nas la natura istituzionale delle informazioni «a Petrucci, il quale è persona notoriamente ansiosa anche per il ruolo rivestito». Dall'altra parte, sempre secondo i Nas, c'era invece chi «avrebbe agito per favorire la squadra romana (la Virtus, ndr) e i poteri ad essa collegati». Quadro così delineato dal presidente della Federvolley, Carlo Magri, a Giorgio Buzzavo in una telefonata successiva al verdetto: «Nella sentenza sfavorevole ha inciso Roma e non Siena». Roma, interessata secondo Buzzavo, «a prendere il loro posto in Eurolega ».
Le pressioni in tale direzioni vengono attribuite a Franco Chimenti, presidente della Federgolf. «Non ho chiamato Ronzani per la Lazio di cui sono tifoso, figurarsi per la Virtus: che interesse avevo?». Chimenti si è sentito, però, spesso con Ronzani. «Perché lui era legale della Federgolf, ma mai ho parlato di basket». In realtà c'è la telefonata con Ronzani (in cui il presidente della Cca dice «io e Foschini -altro membro della Camera, ndr abbiamo lottato fino allo spasmo però purtroppo...»). «Non so perché ha detto questa frase, ma ero solo curioso come simpatizzante della Virtus Roma. Non ho nulla contro la famiglia Benetton, che ha fatto tanto per lo sport italiano. Ma la sentenza era già nota: era sul televideo». La conversazione avviene, però, alle 19.09, prima della comunicazione della notizia agli organi di stampa. Chimenti ventila, inoltre, a Ronzani anche una possibile «condizione di vantaggio pazzesca». «Con l'attuale gestione— spiega il presidente della Federgolf — Ronzani non aveva un buon rapporto. Parlavo solo del fatto che la nuova giunta, eletta alla fine del quadriennio, avrebbe deciso sulla nuova Camera di conciliazione ». Elezioni in cui si candiderà a presidente del Coni? «Lo farò solo se non si ripresenta Petrucci, del resto sono il membro di giunta con più voti ». Ma questa guerra di potere avrà conseguenze? «No, ho deciso di passare oltre le parole di Magri (‘‘piccoletto, culo e camicia con Ronzani'', ndr)
anche se ci sono rimasto male». Ma nei palazzi del Coni difficilmente resterà tutto com'era. Petrucci ha accettato le spiegazioni di Chimenti a livello personale, ma resta il problema etico. La prima giunta di settembre si annuncia dunque infuocata e con possibili novità anche per i suoi componenti.
La giustizia sportiva si rimetterà in moto mercoledì quando la procura della Federbasket riceverà tutte le carte da Bologna. La Benetton non dovrebbe avere ulteriori sanzioni, oltre a quelle già scontate nella stagione 2006-07. Rischiano, invece, molto il presidente Giorgio Buzzavo e il g.m. Andrea Fadini: potrebbero essere radiati. Terza interessata è Reggio Emilia, società retrocessa in A2. Ieri, attraverso l'avvocato Alfredo Bassi, ha scritto al ministro dello Sport, Giovanna Melandri, e al garante del codice di comportamento sportivo del Coni sollevando «legittimi dubbi sulle decisioni prese» e muovendo altri appunti alla Camera di conciliazione parlando di «sensazioni molto negative in ordine al corretto funzionamento dell'apparato giustiziale».
Impressioni confermate dall'avvocato Alessandro Gracis, difensore di Andrea Cirelli, che integrerà ora con i nuovi elementi il ricorso già presentato al Tar del Lazio contro la condanna a 3 anni e quattro mesi. «Non ho mai fatto pressioni su Ronzani, che conosco da 25 anni. Lo stimavo come una persona al di sopra delle parti e per questo ero fiducioso sul ricorso ». Perché usa il passato? «Perché in questo giudizio pensavo di poter far valere ragioni giuridiche e invece il presidente Ronzani ha fatto una riunione a tre con Guido Valori, legale della Federbasket, prima dell'inizio. Nell'informativa dei Nas si legge poi che Ronzani parla di ‘‘bastonare Cirelli'' e che la sentenza è stata scritta da un avvocato dello studio di Ronzani. Assurdo».
Roberto Stracca



carpisanapoli1
00domenica 5 agosto 2007 10:45
Il caso Lorbek? E' un'offesa al gruppo»


05/08/2007 09:47
Gilberto Benetton intercettato: siamo stati polli. Vacilla Buzzavo: «Non mi dimetto». Rischia Ronzani

- Corriere del Veneto -

È il giorno dopo il lodo: ai casuals sono stati inflitti dodici punti di penalizzazione ed il team manager Andrea Cirelli è stato squalificato per tre anni e quattro mesi. Il patron Gilberto Benetton è al telefono col presidente Giorgio Buzzavo, i carabinieri del Nas di Bologna intercettano la chiacchierata. E scrivono: «Gilberto considera la cosa un'offesa al gruppo per tutto quello che hanno fatto». La dinasty veneta dell'imprenditoria e della palla vede improvvisamente IL GIUDICE oscillare la solida credibilità costruita in anni di lavoro e celebrata da decine di coppe e scudetti, fra basket, volley e rugby. Al di là delle ipotesi di responsabilità LUIGI RONZANI
Non ho subito alcuna pressione, ho deciso serenamente
che potranno essere formulate dalla giustizia ordinaria (e forse di nuovo pure da quella sportiva), è evidente che il terremoto scatenato dal caso Lorbek rischia di incrinare l'immagine di un gruppo vincente.
La poltrona di Buzzavo starebbe vacillando, anche se l'interessato nega: «Non intendo assolutamente dimettermi, perché sono completamente estraneo ai fatti, come sanno tutti quelli che mi conoscono. Quando ho saputo cos'era successo, mi sono comportato com'è noto, ma leggendo a fondo le intercettazioni si vede che non ho mai chiamato nessuno ». Intanto l'ex general manager Andrea Fadini assicura di essere stato travisato e l'avvocato Pier Luigi Ronzani sostiene di non aver subìto alcuna pressione, ma ora rischia di perdere il posto nella camera di conciliazione del Coni di cui è attualmente presidente.
I POLLI — La conversazione numero 148 del 12 maggio scorso, forse più di tutte quelle registrate dai militari dell'Arma per conto del pm emiliano Lorenzo Gestri, dà il senso dell'amarezza con cui l'anima dell'impero biancoverde prende atto della stangata. Benetton parla, Buzzavo (indagato e dunque monitorato) ascolta, i Nas annotano: «Gilberto dice che è necessario un segnale di ridimensionamento, riflettendo con calma in quanto hanno ricevuto un segnale. Afferma che sono stati polli a mettersi in una situazione da essere attaccati. Gilberto vuole togliersi delle soddisfazioni ma deve vedere come però, pensandoci ancora per un attimo ed eventualmente intraprendendo una strada nuova. Gilberto considera la cosa un'offesa al gruppo per tutto quello che hanno fatto. Gilberto ribadisce che sono stati polli a mettersi in una posizione di difetto e quindi nelle condizioni di essere condannati ». Delusione comunque condivisa dal massimo dirigente del club, che la sera prima aveva chiamato il proprietario per sfogarsi: «Ci hanno ammazzato ». E poi: «Sono stati come Moggi». Ed ancora: «Maledetti, maledetti, che vergogna, anche Petrucci e tutti quanti... una sentenza così... più grave del mondo del calcio di tutti i tempi... hanno solo da vergognarsi».
L'EQUIVOCO — Ma il presidente della Benetton sapeva o no del pasticcio legato al tesseramento dello sloveno Erazem Lorbek? Sul punto Fadini fa sapere di essere stato frainteso, nella sintesi redatta dagli investigatori, per i quali l'ex gm lamenta il tentativo di Buzzavo di scaricare su di lui la responsabilità dell'operato di Cirelli. Rilevano i militi, ascoltando la conversazione numero 6 del 15 aprile tra il veronese (d'adozione) ed un avvocato: «Fai conto che due o tre volte mi ha detto "ah Cirelli non era sotto la mia responsabilità era sotto la tua responsabilità, quello che faceva lui sono c... tuoi". Cioè no... mai... discorsi mai fatti prima, te lo dico papale papale, discorsi mai fatti prima. Io che lo conosco il mio pollo ho capito... Oppure del tipo: "ma Cuccarolo se voi mi dicevate..." cioè una putt... sai quando abbiamo fatto il contratto inutile di Cuccarolo che non serviva perché Cirelli ci ha detto bisogna fare il contratto di Cuccarolo perché... eh... dobbiamo aver uno sotto contratto... tutte stronzate... tutte cazzate... e noi tutti dietro come suonati...
IL PATRON
Gilberto Benetton è finito intercettato dai Nas nell'ambito dell'indagine sui contratti anomali 4 Sono gli indagati dal pm di Bologna: il presidente Giorgio Buzzavo, l'ex gm Andrea Fadini, l'ex tm Andrea Cirelli e l'ex segretario di Lega Massimo Zanetti
No... ovviamente Buzzavo sapeva tutto... Adesso dice "no, io non sapevo niente..." perché se no... cioè lui improvvisamente è cambiato dall'A alla Z... No... il... la strategia sua io l'ho già capita qual è, lui a me non me la dice perché io... vado... lo prendo per il collo». Il «sapeva tutto» riferito a Buzzavo, nella difesa dell'ex tm, andrebbe correlato solo al «contratto inutile di Cuccarolo ».
IL GENERAL MANAGER ANDREA FADINI LE INTERFERENZE — Ed i condizionamenti sull'avvocato Ronzani, anche solo tentati, ci furono oppure no?
«Nessuna pressione, nessuno ci ha provato con me, ho deciso nella massima serenità », giura al Corriere del Veneto
l'ex senatore.
Eppure nelle 1.500 pagine che compongono gli atti dell'indagine «Canestro», numerosi sono i riferimenti a telefonate ed incontri avvenuti fra il presidente della camera di conciliazione e presunti emissari della Benetton, della Lottomatica e del Coni. Il legale potrebbe aver ricevuto certe richieste, senza per questo accoglierle. Un po' come gli era capitato durante il ciclone di Calciopoli, quand'era stato subissato di minacce, a cui non s'era però piegato. «Ma quelle del calcio erano state reazioni dei tifosi esagitati - puntualizza il giurista - questa è tutta un'altra roba. Lasciamo perdere, per favore». Fine dell'intervista.
Sono stato frainteso su Buzzavo, io non l'ho accusato LA POLEMICA — Trevigiano, con casa e studio a Conegliano, per una questione di opportunità secondo il Coni l'avvocato Ronzani «avrebbe potuto "delegare" ad altri l'incarico » sul lodo Benetton. A suggerirgli questa possibilità sarebbe stato, con una lettera citata nell'informativa dei carabinieri alla procura di Bologna, il numero uno Giovanni Petrucci. «Seguì una risposta per iscritto - riassumono i Nas - in cui Ronzani si dichiarava estraneo del tutto alla possibilità di dismettere per l'occasione il ruolo di presidente garantendo di assolvere il suo ruolo con massima imparzialità ». Ma ieri, dopo aver letto le trascrizioni pubblicate dal Corriere,
la Pallacanestro Reggiana (retrocessa in A2 e sentitasi danneggiata dalla vicenda Benetton- Lorbek) ha inviato una missiva al ministro Giovanna Melandri, al Coni e alla presidenza del consiglio dei ministri per sollecitare «l'adozione di più idonee e stringenti misure di controllo e vigilanza » sul sistema della giustizia sportiva. La risposta del Comitato olimpico non s'è fatta attendere: al rientro dalle vacanze, all'ordine del giorno la giunta troverà l'approvazione dell'incompatibilità tra il ruolo di componente della camera di conciliazione e quello di consulente federale. Come Ronzani, che è anche esperto legale della Federgolf.
Angela Pederiva

carpisanapoli1
00domenica 5 agosto 2007 10:46
La proposta di Sabatini: «Allarghiamo la serie A a 19 squadre»


05/08/2007 10:11


- Il Resto del Carlino -

PER USCIRE, almeno dal punto di vista sportivo, dalla vicenda Benetton-Lorbek, Claudio Sabatini ripete la sua ricetta: «Allarghiamo la serie A a 19 squadre. Ci sono le regole, è vero, ma credo dovrebbe prevalere il buon senso». La sua Virtus, nella vicenda Benetton, sarebbe parte lesa, almeno per quel che concerne la Coppa Italia. Sabatini chiude quel discorso. «L’errore iniziale della Benetton è stato di carattere burocratico. Poi è cresciuto, ma speravo si chiudesse. Se siamo parte lesa è perché, come tutto il basket italiano, abbiamo un danno di immagine. Non sono giustizialista: già due anni fa mi sono battuto perché Pesaro non sparisse dalla serie A. Per fortuna è risalita subito. Ora c’è Reggio Emilia: società seria. Un patrimonio per la nostra pallacanestro. Il rimedio c’è: allarghiamo la serie A a 19 club».

tranchy87
00domenica 5 agosto 2007 11:18
Per dire questo il buon Sabatini avrà i suoi interessi... come mai vuole l'allargamento del campionato? forse perchè ad usufruirne è Reggio?
tranchy87
00domenica 5 agosto 2007 11:20
Ed aggiungo.. se Reggio Emilia è un patrimonio del campionato, allora Verona, Torino e Genoa dovrebbero stare fisse in Eurolega.. la verità è che Sabatini vuole essere protagonista non sapendo che in Lega non conta un cavolo.
carpisanapoli1
00lunedì 6 agosto 2007 20:09
Nota dell'avvocato difensore di Giorgio Buzzavo, presidente Benetton


06/08/2007 18:09


- Sito Uff. Pall. Treviso -

Pubblichiamo di seguito una nota del Prof. Avv. Sgubbi, difensore di fiducia del Presidente della Benetton Basket, Giorgio Buzzavo.

Giorgio Buzzavo, Presidente della Pallacanestro Treviso S.p.a., per il tramite del sottoscritto difensore di fiducia, a fronte della pubblicazione su vari organi di stampa di stralci parziali di intercettazioni, e a fronte di valutazioni indimostrate e spesso smentite da altre telefonate e da altri atti, intende ora precisare quanto segue.

1) Buzzavo ha appreso solo successivamente dell’incontro Cirelli-Zanetti, avvenuto a sua completa insaputa. In nessuna delle telefonate intercettate emerge il contrario: anzi, tale circostanza è confermata da talune di esse, ove risulta, invece, «che se egli avesse saputo sarebbe andato a Bologna a chiedere di strappare le carte».

2) Andrea Cirelli, dopo il suo licenziamento, reale e non sulla carta, non ha più svolto alcun ruolo in ambito societario: lo stesso è stato sostituito da Massimo Iacopini.

3) Anche le dimissioni del d.g. Andrea Fadini sono state realmente accettate, tant’è che sono subito iniziati i sondaggi che hanno portato alla sua sostituzione.

4) Buzzavo non ha mai dato mandato a chicchessia al fine di interferire sul regolare corso della giustizia sportiva, e meno che mai a giornalisti o legali.

5) Buzzavo, al contrario, ha appreso, sia dalle intercettazioni telefoniche sia dalle ammissioni degli stessi interessati innanzi al P.M. dott. Gestri, che altri si sono fattivamente attivati affinché le speranze della società in una riforma della decisione della Corte Federale, ritenuta ingiusta e comunque eccessiva, fossero frustrate; come poi in realtà è esattamente avvenuto.

6) Si deve constatare, peraltro, come si siano verificate, ad opera di terzi comunque interessati a vanificare la legittima aspettativa della Pallacanestro Treviso S.p.a. circa il regolare andamento del procedimento arbitrale, comprovate “anomalie comportamentali”, sulle quali dovrà fare piena luce la Magistratura.

7) Buzzavo ha perciò dato mandato ai legali, avv. Antonino de Silvestri e prof. avv. Filippo Sgubbi, perché tutelino l’immagine propria e della società avviando le opportune azioni legali per perseguire la diffusione di notizie non conformi al vero o la diffusione di valutazioni fuorvianti o comunque offensive.

Bologna – Treviso, 6 agosto 2007
Prof. Avv. Filippo Sgubbi

carpisanapoli1
00martedì 7 agosto 2007 16:25
Caso Lorbek, la Benetton passa all'attacco

07/08/2007 15:33
Buzzavo: «Ci sono state comprovate anomalie comportamentali». Pronto un esposto di Cirelli

- Corriere del Veneto -

Ora la Benetton ha voglia di schiacciare a «Canestro». Dopo le indiscrezioni sull'omonima inchiesta coordinata dalla procura emiliana, che domani trasmetterà tutti gli atti alla giustizia sportiva, il club biancoverde passa al contrattacco. Il presidente Giorgio Buzzavo afferma nero su bianco la propria estraneità al caso Lorbek e l'ex team manager Andrea Cirelli annuncia un esposto sia a Bologna che a Roma, ipotizzando il reato di abuso d'ufficio, se non addirittura di corruzione, all'origine di una presunta
combine ai danni della squadra trevigiana.
Buzzavo ribadisce di aver «appreso solo successivamente dell'incontro Cirelli-Zanetti », che il licenziamento del tm è stato «reale e non sulla carta» (così come le dimissioni del general manager Andrea Fadini «sono state realmente accettate») e di non aver «mai dato mandato a chicchessia al fine di interferire sul regolare corso della giustizia sportiva». Ma il passaggio che dà il senso della controffensiva dei casuals riguarda la constatazione che si sono «verificate, ad opera di terzi comunque interessati a vanificare la legittima aspettativa della Pallacanestro Treviso circa il regolare andamento del procedimento arbitrale, comprovate "anomalie comportamentali" sulle quali dovrà fare piena luce la magistratura ». Al riguardo il pm bolognese Lorenzo Gestri sembra orientato a chiedere l'archiviazione per lo stralcio relativo alle presunte pressioni sulla camera di conciliazione, nonostante la fitta serie di contatti (in un giorno anche sei telefonate) avvenuti a margine della stesura del lodo fra il componente del collegio Guido Cecinelli e Stefano Bovis, direttore dell'ufficio affari legali del Coni. Tuttavia l'avvocato Alessandro Gracis, difensore di Cirelli, annuncia l'invio pure alle procure di Bologna e di Roma dell'istanza di autotutela rivolta al Coni per chiedere l'annullamento di quella sentenza e la ripetizione dell'atto. «Se venisse provato che la decisione è stata viziata da indebiti condizionamenti - spiega il legale - così come la Benetton, anche il mio assistito potrebbe chiedere il risarcimento del danno subìto. Era un uomo di spogliatoio e ora si ritrova a lavorare in un'azienda di abbigliamento sportivo di Bologna».
Una città destinata a comparire spesso in questa vicenda. Fra le 1.500 pagine dell'indagine spunta un'informativa dei carabinieri che svela come il pentolone sarebbe stato scoperchiato da una fonte confidenziale avvicinata al PalaMalaguti durante la partita di Fiba Cup fra la Virtus e l'Akasvayu Girona del 20 febbraio scorso. Il sospetto dei trevigiani è che quella «soffiata » sia stata voluta per colpire la Benetton.
Angela Pederiva

carpisanapoli1
00giovedì 9 agosto 2007 13:18
Il pm archivia ma denuncia: condotte «inopportune»

09/08/2007 09:51
Nella richiesta si parla di ingerenze ai massimi livelli. La replica del presidente del Coni: rispettate le leggi

- Corriere della Sera -

Sul caso Lorbek, che turba l'estate del mondo sportivo, arriva la richiesta di archiviazione della Procura di Bologna. Sulla vicenda legata alla Benetton Treviso e ai presunti tentativi di aiutare il club a non avere una penalizzazione eccessiva e fatale per la permanenza nella serieA del basket, non c'è dunque rilevanza penale. «Non sono emersi elementi concreti per ipotizzare la sussistenza (...) di condotte illecite di corruzione penalmente rilevanti», si legge negli atti siglati dal pm Lorenzo Gestri.
Il magistrato però sottolinea il coinvolgimento, se non sospetto almeno «inopportuno», di personaggi appartenenti anche ad altre frange dello sport italiano: «Le emergenze investigative hanno senza dubbio chiarito che la Camera di conciliazione del Coni, presieduta dal professor Ronzani, sia stata oggetto di plurimi tentativi di ‘‘avvicinamento'', prevalentemente riconducibili ai vertici della società veneta, e in particolare del presidente Giorgio Buzzavo».
E ancora: «Il presidente Ronzani risulta aver intrattenuto contatti che potrebbero dirsi ‘‘inopportuni'', anche con figure di rilievo istituzionale del mondo dello sport, che nulla avevano a che fare con Treviso». Il riferimento è al presidente della Federgolf e membro della giunta Coni Franco Chimenti. Viene stigmatizzata l'intercettazione telefonica della conversazione fra il presidente della Ccaa del Coni Pierluigi Ronzani e un conoscente: «C'è Cecinelli (membro della Camera) che appena decidi qualcosa va fuori e telefona a Petrucci... Pensa che ieri all'una avevo già deciso per una stangata incredibile... mi arrivano gli altri e viene a trovarmi anche Bovis... ‘‘Ah, sono qua per caso!''... Ma come per caso? Va' va' va', uno squallore unico». Secondo Gestri «la conversazione fornisce indicazioni idonee a confermare che da parte dei vertici del Coni vi sia stato effettivamente un ‘‘movimento anomalo''».
Dalle indagini emerge che l'11 gennaio 2007 Ronzani avesse deciso di confermare per Treviso la sanzione di 15 punti, che l'avrebbe quasi sicuramente condannata alla Legadue. Interrogato dal pm, Cecinelli aveva negato di avere preso contatti con Stefano Bovis (ufficio legale del Coni) per ammorbidire la pena. Ma dall'inchiesta risulta che i due si sono sentiti addirittura 6 volte fra l'8 e l'11 maggio, cioè durante i lavori della Camera di conciliazione. Perché Bovis teneva contatti con Cecinelli? Lo spiega negli atti il procuratore Gestri: «Le informazioni che Bovis riceveva da Cecinelli le aveva sempre riferite a Petrucci il quale, per il ruolo rivestito, voleva essere aggiornato in tempo reale per sapere se ci fossero state delle ‘‘sorprese'' ». E Bovis precisava che «non avrebbe tenuto una simile condotta se non avesse ricevuto diretta sollecitazione di Petrucci». In sostanza si ipotizza che l'obiettivo del Coni fosse proprio quello di evitare la penalizzazione di 15 punti a Treviso «garantendo — si legge dagli atti — quantomeno una riduzione di 3 punti, ossia la soluzione ‘‘minima'' che avrebbe consentito alla società veneta di giocarsi sul campo — come avrebbe sostenuto secondo Ronzani lo stesso Cecinelli — l'accesso ai playoff». Il presidente del Coni, Gianni Petrucci, si è detto amareggiato per alcuni passaggi degli atti; ma è «sereno in quanto consapevole che il Coni ha operato nel rispetto rigoroso di leggi, regolamenti e codici deontologici ». Il Coni ha inoltre respinto le accuse di mancanza di trasparenza. «In data 22 marzo Petrucci scriveva una lettera riservata personale al presidente della Camera di conciliazione » per mantenere «i necessari caratteri di autorevolezza, indipendenza e trasparenza». La Procura di Bologna invierà la richiesta di archiviazione alla Procura di Roma poiché l'indagine ha investito episodi avvenuti anche nella capitale.
«Sorprese non piacevoli», ha commentato il procuratore della Federbasket Roberto Alabiso dopo aver ricevuto gli atti dell'indagine. Entro il 20 agosto deciderà se aprire una nuova indagine sportiva sul caso. Improbabile una revisione della pena per la Benetton, anche se la Pallacanestro Reggiana si sta muovendo con azioni legali nei confronti della giustizia, sportiva e ordinaria, per scongiurare la retrocessione ottenuta sul campo. Treviso, con Lorbek, aveva tesserato 19 giocatori (anziché i 18 consentiti), cercando poi di nascondere l'errore. Per questo era stata punita.
Federico Pistone

carpisanapoli1
00giovedì 9 agosto 2007 13:21
Caso Lorbek: botta e risposta tra pm Gestri e Coni
Mer 08 Ago, 10:23 PM



vedi foto
Secco botta e risposta tra i vertici del Coni e il pm di Bologna Lorenzo Gestri in merito al caso Lorbek. Il pubblico ministero nella richiesta di archiviazione dell`indagine ha evidenziato un quadro `impressionante` di contatti incrociati fra i vertici delle istituzioni sportive, dirigenti della Benetton Treviso e funzionari della Camera di Conciliazione ed Arbitrato. Tanto da mettere in dubbio la credibilita` dell`operato dei vertici istituzionali dello sport nazionale.

Pronta la risposta del Coni, nelle parole del presidente Gianni Petrucci, `rimasto amareggiato da alcuni passaggi del provvedimento` ma `sereno perche` e` consapevole che il Coni ha operato nel rispetto rigoroso di leggi, regolamenti e codici deontologici` .

Il Coni, prosegue la nota, `respinge inoltre giudizi riguardanti la messa in discussione della credibilita` di garanzia, trasparenza e terzieta` dell’operato dei vertici istituzionali dello sport nazionale, ricordando come in data 22 marzo, il presidente Petrucci scriveva una lettera riservata personale al presidente della Camera di Conciliazione e Arbitrato, Pier Luigi Ronzani, rappresentandogli, qualora il caso Lorbek fosse giunto dinanzi alla Camera di Conciliazione e Arbitrato, che la stessa avesse mantenuto i necessari caratteri di autorevolezza, indipendenza e trasparenza, come di norma stabilito` .

carpisanapoli1
00giovedì 9 agosto 2007 13:22
Reggio Emilia: continua la lotta per la serie A
Mer 08 Ago, 08:18 PM



Prosegue senza sosta la battaglia della Pallacanestro Reggiana per ottenere il diritto di riammissione alla serie A. Il club emiliano intensifica la propria azione legale nei confronti della Giustizia sia sportiva che ordinaria. Lo ha detto oggi l`avv. Alfredo Bassi nella conferenza stampa dove ha spiegato nel dettaglio la posizione che intende far valere il club biancorosso.

Quattro le strade scelte. In primis il ricorso al Tar per chiedere l`ammissione con riserva al campionato di serie A. Quindi l`istanza alla Camera arbitrale del Coni per impugnare il provvedimento della corte Federale, che ha rigettato l`istanza di revisione del provvedimento di omologazione della gara Bipop Carire-Benetton Treviso (persa da Reggio Emilia con Erazem Lorbek, il cui tesseramento non era valido, in campo per i veneti).

Seguira` la richiesta alla Procura Federale di deferimento di Fadini, Buzzavo e Pallacanestro Treviso alla luce dei nuovi fatti (intercettazioni telefoniche), nonche` per chiedere indagini sull`Ufficio Tesseramenti della Fip. Infine la quarta strada, l`istanza al pm di Bologna, per chiedere informazioni sullo svolgimento delle indagini in corso. L`avv. Bassi ha spiegato che in caso di riammissione al campionato di A, saranno lasciate perdere tutte le altre strade della giustizia
carpisanapoli1
00venerdì 10 agosto 2007 12:47
Ora la Benetton teme un’altra stangata

10/08/2007 09:06
La squadra: «Speriamo di non dover subire ancora una penalizzazione»

- La Tribuna -

Il procuratore federale Alabiso ha dunque iniziato ad esaminare le scartoffie ricevute dal collega bolognese Gestri e dopo Ferragosto farà sapere se ci saranno nuovi deferimenti, e per quali reati. Capirci qualcosa adesso è impossibile, anche per le fulminee certezze contrapposte di Alabiso il quale, appena uscito dalla Procura di Bologna, aveva già parlato di «sorprese non piacevoli».
Ma anche di «improbabilità di ulteriori strascichi per la Benetton». L’ipotesi estrema della frode sportiva non è comunque campata in aria: c’è insomma il rischio, nel peggiore dei casi, che la Benetton inizi il prossimo torneo con un altro segno meno. Che ne pensa la squadra, che già ha dovuto pagare un prezzo esorbitante (perdita dei playoff e dell’Eurolega)? Risponde da Cagliari, attuale ritiro della nazionale, l’ultimo arrivato, Giuliano Maresca.
«Io appunto sono nuovo, ciò che è successo l’anno scorso di preciso mi sfugge, e credo non lo sappiano nemmeno i miei compagni. L’unica cosa che posso dire è che mi fido del nome e dell’immagine della società: ammesso che ci siano degli errori sono stati fatti in buona fede, e spero che finisca tutto senza che ne vada di mezzo il presidente o altre persone, ma soprattutto la squadra».
Ci pensate ad un’altra penalizzazione? «Personalmente non ci credo, però qui ci sono le battutine dei giocatori non trevigiani. Tipo: “Ecco, è arrivato Maresca e la Benetton finisce in Legadue...” Scherzare serve anche a sdrammatizzare. Leggiamo i giornali e stiamo aspettando tutti di sapere come finirà, di sicuro non è bello vedere una società importante come la Benetton coinvolta in questa vicenda. Però sono convinto che la situazione non sia così grave come viene dipinta».
Voi 5 azzurri benettoniani riuscite comunque a restare concentrati? «Certo, siamo tranquilli, anche perché qui c’è un ambiente completamente diverso. Tutti siamo vicini alla dirigenza e spero, come anche i tifosi biancoverdi, che questa storia finisca al più presto e per il meglio».
Intanto, venendo al mercato, anche negli Usa sostengono che Josh Powell sia vicino ai Clippers: il blog dei tifosi di Los Angeles definisce entusiasticamente il giocatore come «monster rebounder», mostruoso rimbalzista. Sul fronte Mario Austin nulla di nuovo: ma qui, a scanso di altre sorprese, si tratta solo di definire gli ultimi particolari. Per l’ala piccola, sfumato Kenny Gregory finito all’Efes di Blatt, sempre calda resta la pista Simas Jasaitis.
Un annuncio a sorpresa arriva da Joey Beard, giocatore della Benetton quest’anno in prestito a Reggio Emilia: si ritira per stare vicino alla mamma gravemente malata. Beard, 32 anni, due stagioni a Treviso e padre da poco, giocatore amato dai tifosi sia della Benetton che di Reggio, ha specificato che non ci saranno ripensamenti. «Davvero non ce la faccio. E’ una decisione che ho preso con mia moglie e non voglio più tornare indietro sui miei passi. Mia madre ha la precedenza su tutto e sto pensando ad un’altra occupazione».
SILVANO FOCARELLI

carpisanapoli1
00venerdì 10 agosto 2007 12:48
Quattro ipotesi sul futuro del club biancoverde

10/08/2007 09:08


- La Tribuna -

Una volta che il procuratore federale Roberto Alabiso avrà preso visione degli atti della Procura di Bologna riguardanti il caso Cuccarolo-Lorbek, dovrà emettere, si crede entro il 20 agosto, il suo parere, che riguarderà esclusivamente l’ambito sportivo (di quello penale si occuperà ancora, per la parte non finita in archivio, il Pm di Bologna Gestri e, forse, la Procura di Roma). Analizziamo il ventaglio delle possibilità.
1) Alabiso non ravvede nulla di penalmente rilevante rispetto a quanto non si sapesse dopo il primo procedimento, sfociato con la contestata penalizzazione di -12 punti della Camera di Conciliazione, e chiede l’archiviazione definitiva del caso.
2) Alabiso si convince che dalle intercettazioni sono emerse precise responsabilità di Buzzavo e Fadini e ne chiede il deferimento per frode sportiva, il reato più grave. Frode sportiva significa non solo essere stati al corrente, ma aver partecipato attivamente alla realizzazione del reato con Cirelli e Zanetti (ai quali è stato imputato il «concorso materiale»). Se il conseguente processo dovesse accertare la realizzazione di Buzzavo e Fadini della frode sportiva, che prevede la responsabilità oggettiva della squadra, ci potrebbero essere ulteriori sanzioni a carico della Benetton.
3) Alabiso ravvede nella posizione dei due l’ipotesi non di frode sportiva ma di omessa denuncia, reato senz’altro di minore entità: in pratica, pur sapendo, non sarebbe stato fatto tutto il possibile per impedire il reato. La squadra non rischia nulla, rischiano solo i diretti interessati.
4) Alabiso deferisce uno per frode sportiva e l’altro per omessa denuncia, eventualità francamente abbastanza remota: ognuno ne risponderà personalmente. Ove a fine processo venissero accertate le responsabilità bisognerà vedere a carico di chi sarà l’imputazione più grave. Anche in tal caso la squadra potrebbe rischiare un’ulteriore sanzione. Dunque in teoria il pericolo che per la squadra le punizioni non siano finite con i -12 punti esiste.
Tuttavia nella casistica del diritto sportivo finora non si è mai verificato che una società già condannata con sentenza in giudicato per responsabilità oggettiva fosse punita una seconda volta e in tempi diversi per lo stesso fatto. Tutto perciò dipenderà da se e cosa Alabiso vedrà di penalmente ragguardevole nelle trascrizioni delle intercettazioni telefoniche, che per qualcuno sono sufficienti per riaprire il caso, per altri invece sarebbero già da archiviare. (si.fo.)

carpisanapoli1
00venerdì 10 agosto 2007 12:49
Petrucci si difende: «Ho solo vigilato»

10/08/2007 09:28
Il presidente del Coni si sente sotto assedio: colpa di giochi di potere

- Corriere della Sera -

Chi ha spinto di più? Chi ha alzato più volte il telefono, mandato più emissari, fatto più promesse, interferito più pesantemente con i lavori di una Camera di conciliazione arbitrale peraltro già di suo non proprio impenetrabile? E ancora: quali giochi di potere si nascondono dietro le pressioni che si sono abbattute sulla Camera chiamata a decidere la penalizzazione da infliggere alla Benetton Treviso, rea di aver tesserato un giocatore in più (Lorbek) di quanto fosse consentito?
CONI SOTT'ACCUSA —Il pm Lorenzo Gresti una risposta, almeno alla prima domanda, l'ha data. E, pur archiviando il caso perché non sono emerse corruzioni o altri reati penalmente rilevanti, ha parlato dei «plurimi tentativi di avvicinamento riconducibili ai vertici della società veneta » e soprattutto ha pesantemente coinvolto il presidente del Coni Gianni Petrucci. «La decisione sul Lodo ha subito un'improvvisa virata in conseguenza (...) di un condizionamento anche esterno, questo certamente non accettabile (...) articolatosi attraverso una trama che sembra ricondurre al presidente Petrucci».
LA DIFESA — Il giorno dopo il presidente del Coni fornisce altre risposte. Si sente accerchiato. Convinto di essere caduto in trappola. Tirato in mezzo da giochi di potere che mirano alla conquista di una poltrona, la sua. «Mai ho condizionato i giudici del collegio arbitrale. Anzi, sono stato il primo a denunciare la vicenda Lorbek», scrive in un comunicato. E ribadisce «la piena correttezza e trasparenza del suo operato, improntate al pieno rispetto della legalità e della correttezza sportiva (...)». La difesa di Petrucci, in sintesi, è questa: 1. il suo nome — a differenza di quello di altri membri della giunta Coni — non compare in nessuna intercettazione; 2. il cardine dell'accusa del pm è l'interrogatorio di Stefano Bovis. Ma questi ha contattato più volte Cecinelli, uno dei componenti della Camera di conciliazione, mentre svolgeva le sue giuste funzioni di direttore dell'ufficio affari legali del Coni, che dunque aveva il «diritto-dovere di vigilare »; 3. prova della sua neutralità è che viene accusato di essere sia pro Benetton sia pro Virtus («amico di Veltroni»), la squadra interessata a una pesante penalizzazione dei veneti. Il presidente del Coni porta due documenti a sostegno della sua tesi. Il primo è lo stralcio di un verbale di una seduta della Giunta del Coni: è datato 27 febbraio ed è quello il momento in cui Petrucci solleva il caso Lorbek. «A tal fine gli organi di giustizia sportiva della Federazione dovranno assumere un provvedimento che chiarisca la posizione del tesserato, della società e di eventuali responsabili (...) La situazione presenta elementi di estrema gravità». Il secondo è una lettera che Petrucci scrive al presidente della Camera di Conciliazione Pier Luigi Ronzani il 22 marzo, dopo che su un quotidiano sportivo era stato pubblicato un articolo che avanzava previsioni sull'esito del verdetto ( «Ma se, in caso di condanna federale, l'organismo del Coni guidato dall'avvocato Ronzani — che potrebbe tuttavia delegare ad altri la presidenza — dovesse poi ‘‘assolvere'' la Benetton, la ‘‘sfiducia'' sarebbe ancora più forte»). Commenta Petrucci a Ronzani: «Le chiedo di farmi sapere se Ella è al corrente di fatti o circostanze che possano motivare quanto indicato nell'articolo » e chiude ricordando i caratteri di «autorevolezza, indipendenza e trasparenza».
LA CORSA ALLA POLTRONA —Ma ancora non basta. Perché per capire, Petrucci sostiene che bisogna tenere presente la corsa alla sua poltrona. In tanti chiamano Ronzani per sapere, conoscere, pressare. Tra questi c'è Franco Chimenti, presidente della Federgolf, tifoso della Virtus Roma e pronto a candidarsi in alternativa a Petrucci. In un'intercettazione parla di «un vantaggio pazzesco » che potrebbe derivare a Ronzani con lui come presidente. Ronzani, poi, parla della sentenza anche con l'avvocato Claudio Honorati, che è segretario del circolo canottieri Aniene il cui presidente è Giovanni Malagò, vicepresidente della Virtus oltre che altro possibile candidato anti Petrucci. Che, dunque, si sente sotto assedio. Di sicuro, da oggi, al Coni la guerra sarà durissima.
Arianna Ravelli


carpisanapoli1
00martedì 14 agosto 2007 20:21
Il governo vuol vederci chiaro Il ministro Melandri scrive al Coni


14/08/2007 09:12


- La Tribuna -

Caso Lorbek: adesso anche il governo vuol vederci chiaro. La storia del lodo Benetton così come emerge dalle indagini del pubblico ministero di Bologna Gestri, viziata da pressioni sulla Camera di Conciliazione del Coni (e sul suo presidente Pierluigi Ronzani) e dal coinvolgimento dei più alti vertici dell’istituzioni, il presidente Petrucci in testa, ha suscitato l’interesse del ministro Giovanna Melandri che, dal suo buen ritiro ferragostiano ha deciso di dar mandato all’ufficio legislativo del ministero di raccogliere l’intera documentazione del caso.
Il governo dunque vuole capire se davvero la giustizia sportiva, come appare nelle carte trasmesse dal pm bolognese al procuratore federale Alabiso, sia manipolabile e influenzabile persino nel grado di giudizio più elevato, la Camera arbitrale che dovrebbe essere fondato sui principi di autonomia e indipendenza. Oltretutto il ministro ha ricevuto nei giorni scorsi anche la richiesta di «vederci chiaro» della Pallacanestro Reggiana (che si considera parte lesa per la sconfitta subita contro la Benetton di Lorbek e poi finita in A2), e quindi vuole saperne di più: invierà dunque una lettera ufficiale al Coni per avere tutte le informazioni nel merito.

carpisanapoli1
00sabato 18 agosto 2007 12:59
FIP, supplemento di indagine per la vicenda Cuccarolo-Lorbek


18/08/2007 11:29


- FIP.it -

Il procuratore federale Roberto Alabiso, preso atto del contenuto del fascicolo del pubblico ministero Lorenzo Gestri, in ordine alla vicenda Cuccarolo-Lorbek, con particolare riferimento ad alcune intercettazioni telefoniche, ritiene di dover attivare il proprio ufficio per un'ulteriore indagine avente per oggetto il comportamento di Giorgio Buzzavo (presidente della Pallacanestro Benetton Treviso) e Andrea Fadini (all'epoca general manager della stessa società).

Tale supplemento di indagine si rende necessario perché sono emersi elementi a carico dei suddetti dirigenti, non conosciuti nella precedente indagine, in cui la posizione del presidente Buzzavo venne archiviata e quella del g.m. Fadini non giudicata.

Al momento non appaiono esistere i presupposti giuridici e sportivi per riaprire le indagini nei confronti della Pallacanestro Benetton Treviso e del sig. Andrea Cirelli, già sanzionati dalla Camera di Conciliazione del Coni del 11 maggio 2007.

Il prossimo 21 agosto presso gli uffici della Procura Fip verrà stilato il calendario della escussione dei testimoni sulle nuove circostanze emerse, nonché dell'esame dei tesserati sottoposti ad indagine.

Il procuratore federale Alabiso non esclude di doversi recare nuovamente a Bologna per acquisire ulteriore documentazione ed informa, inoltre, che fino al termine dell'istruttoria non rilascerà alcuna dichiarazione, sia per la delicatezza dei rilievi in corso, sia nel rispetto delle direttive CONI in materia di interviste o dichiarazioni a mezzo stampa.




carpisanapoli1
00martedì 21 agosto 2007 18:20
Procura federale, ecco il calendario delle audizioni
21/08/2007 16:58


- FIP.it -

Il Procuratore Federale , avv. Roberto Alabiso, in data odierna ha emanato l’elenco delle persone che saranno ascoltate come testimoni dei fatti relativi alla vicenda Cuccarolo-Lorbek- Benetton secondo il seguente ordine:

Giovedì 30 Agosto 2007 sono stati convocati Gino Cuccarolo (atleta Benetton), Andrea Cirelli (ex team manager Benetton), Marco Biasin e Riccardo Sbezzi (procuratori di atleti)

Martedì 4 Settembre 2007 sono stati invitati a rendere dichiarazioni utili per le indagini Eugenio Crotti (Presidente Comitato regionale Veneto) e i non tesserati Simone Fregonese(addetto stampa Benetton) e Luigi Maffei (giornalista de il Gazzettino ).

Nel pomeriggio del 4 Settembre verranno ascoltati anche , previa contestazione di addebito, Giorgio Buzzavo (Presidente Pall. Treviso Benetton) e Andrea Fadini (ex direttore generale Pall Treviso Benetton ) , nelle vesti di incolpati.

All’esito di detti interrogatori e delle dichiarazioni dei testi indicati, l’Ufficio della Procura si riserva di valutare l’opportunità di ascoltare altri soggetti coinvolti nelle intercettazioni telefoniche effettuate dalla Procura della Repubblica di Bologna.


carpisanapoli1
00giovedì 23 agosto 2007 12:21
"Indagheremo su quella lettera" È scontro tra Coni e Procura
23/08/2007 09:58
Il legale di Petrucci, teste nell´inchiesta, scrive e accusa il pm di Bologna. Poi ritratta

- La Repubblica -

«Faremo tutti gli accertamenti del caso. E se quanto abbiamo letto su Repubblica dovesse risultare vero, cioè se davvero esiste una lettera che ci accusa di essere stati "preconcetti, incompleti e sommari", e se quella lettera è stata davvero letta nel corso di una conferenza stampa, bene, allora chiameremo i responsabili a rispondere del proprio comportamento. Secondo legge e senza sconti». L´autodifesa, con autoassoluzione finale, del presidente del Coni Gianni Petrucci, innesca un violento scontro istituzionale tra il Coni e la magistratura. Ieri, il procuratore capo di Bologna Enrico Di Nicola ha deciso di intervenire pubblicamente, ed è la prima volta che succede dall´inizio dello scandalo Lorbek, a «tutela dell´ufficio e dell´indagine svolta».
Nel corso della conferenza stampa a chiusura della giunta Coni di martedì, il presidente Gianni Petrucci aveva spiegato ai giornalisti di essere «completamente innocente», a dispetto delle accuse mosse nei suoi confronti dalla procura di Bologna, ed aveva motivato questa sua innocenza appoggiandosi ad una lettera personale inviatagli da Bovis due giorni prima. Nonostante il suo carattere personale, un passaggio di questa lettera è stato letto di fronte ai giornalisti: «Contesto le affermazioni del pm contenute nella richiesta di archiviazione in quanto frutto di una preconcetta e incompleta e sommaria ricostruzione di ipotesi che non solo non sono risultate sorrette ma sono addirittura contraddette dagli elementi acquisiti nel corso delle indagini».
Parole pesanti. Di fronte alle quali la procura sembra intenzionata ad agire secondo i consolidati meccanismi giudiziari: alla ripresa dell´attività chiederà al Coni spiegazioni e, con esse, copia della lettera e registrazione audio della conferenza stampa. Le conseguenze di questa azione potrebbero essere piuttosto pesanti. La più probabile è l´apertura di una inchiesta per diffamazione. Ma molto dipende dal contenuto integrale della lettera che, come ha spiegato ai cronisti lo stesso Petrucci, è stata protocollata e letta durante la Giunta.
Indipendentemente da questo inatteso ritorno giudiziario, la lettera che secondo Petrucci solleverebbe Petrucci stesso da ogni responsabilità ha messo il Coni in rotta di collisione con la Procura. «Per prima cosa - dice infatti Di Nicola - voglio precisare che quella richiesta di archiviazione non è stata opera del pm Lorenzo Gestri ma della Procura di Bologna. Quel documento è firmato dal procuratore aggiunto e controfirmato da me. Quindi la responsabilità di quell´atto è mia». Chiarito questo aspetto il procuratore ha poi voluto spiegare un altro aspetto della vicenda: «Noi abbiamo mandato una copia della richiesta di archiviazione sia al Coni sia al ministero dello Sport. Perché facciano le loro valutazioni e, se lo ritengono opportuno, prendano i loro provvedimenti per migliorare la loro organizzazione. È uno specifico indirizzo dell´ufficio, questo. Ed è un preciso dovere costituzionale oltreché un modo per non fare della magistratura un organismo auto referenziale. Facciamo così con le istituzioni: se riteniamo che le conclusioni a cui giungiamo in una indagine possano essere utili, le inviamo per conoscenza. Abbiamo fatto la stessa identica cosa con le Ferrovie dello Stato ai tempi dell´incidente ferroviario di Crevalcore. L´indagine aveva messo in evidenza alcuni problemi organizzativi. E li abbiamo esposti. Solo che loro non ci hanno insultato: anzi hanno recepito i nostri suggerimenti migliorando il servizio e riducendo il rischio di futuri altri incidenti. Probabilmente un atteggiamento simile, in questo caso, sarebbe stato utile».
Da registrare, infine, un comunicato stampa di Stefano Bovis, che, a tarda sera, contraddicendo la linea difensiva di Petrucci, afferma di non aver avanzato alcun rilievo «sul legittimo operato della Procura di Bologna». Nessuna smentita, invece, da parte del Coni.
EUGENIO CAPODACQUA
MARCO MENSURATI

carpisanapoli1
00giovedì 23 agosto 2007 12:23
La Procura di Bologna con il pm Gestri
23/08/2007 09:30


- Corriere della Sera -

Ancora prese di posizioni e precisazioni sugli strascichi e le polemiche del caso Lorbek. Il vertice della Procura di Bologna si è schierato con il pm Lorenzo Gestri, titolare dell'inchiesta sul caso Lorbek. «Dell'impianto dell'indagine, dei suoi sviluppi e della sue conclusioni — ha spiegato il procuratore aggiunto di Bologna, Luigi Persico — è stata puntualmente informata la dirigenza della Procura dal dottor Gestri, di cui si sono condivisi e controfirmati i provvedimenti». Da ambienti vicini al Coni si è fatto notare come l'altro ieri dal presidente Gianni Petrucci sia stato espresso il massimo rispetto per l'operato del pm che si sta occupando della vicenda. Il dirigente dell'ufficio affari legali del Coni Stefano Bovis ha fatto presente in una nota che «nessun rilievo è stato avanzato da parte sua sul legittimo operato della Procura di Bologna, essendosi limitato ad esprimere il proprio dissenso circa le valutazioni espresse nei suoi confronti nella richiesta di archiviazione».


carpisanapoli1
00venerdì 24 agosto 2007 17:05
La Reggiana chiede alla Fip una Serie A a 19 squadre24/08/2007 13:22


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Pallacanestro Reggiana S.r.l. comunica di avere inoltrato in data odierna alla FIP Federazione Italiana Pallacanestro richiesta di convocazione straordinaria del Consiglio Federale, con proposta di ampliamento del Campionato di Serie A a 19 squadre, con sua inclusione tra le partecipanti, previo benestare (occorrendo) del Coni.
Ciò come atto distensivo ed ultimo tentativo, prima dell’udienza al TAR del 29 agosto dove si deciderà la domanda della Pallacanestro Reggiana di ammissione con riserva al prossimo Campionato, per una soluzione stragiudiziale e possibilmente conciliativa della vertenza occasionata dall’irregolare impiego del giocatore Lorbek da parte della Pallacanestro Treviso, che ha comportato l’ingiusta retrocessione della Reggiana, nonostante l’acclarata consumazione in suo danno di una frode sportiva, favorita anche da omissioni o colpevoli disguidi degli organi preposti al controllo.

carpisanapoli1
00venerdì 24 agosto 2007 18:26
Comunicato della FIP sulla proposta della Pallacanestro Reggiana
24/08/2007 17:39


- FIP.it -

La Federazione Italiana Pallacanestro comunica che non avrà luogo alcun Consiglio federale straordinario per valutare la proposta ricevuta da parte della società Pallacanestro Reggiana di allargare la serie A a diciannove squadre.

carpisanapoli1
00giovedì 30 agosto 2007 20:56
Basket: Reggiana, Tar Respinge Il Ricorso Per La Riammissione In a
Gio 30 Ago, 12:48 PM

Roma, 30 ago. - (Adnkronos) - La Pallacanestro Reggiana non sara' riammessa al prossimo campionato di serie A. Il Tar del Lazio ha respinto il ricorso del club emiliano contro la sentenza di ultimo grado della giustizia sportiva, emessa dalla Camera di conciliazione e arbitrato del Coni, contraria a riammettere la Reggiana al massimo campionato dopo il caso Lorbek. Il giocatore fu tesserato, contro i regolamenti, dalla Benetton Treviso e per lo svantaggio indirettamente subito la Reggiana aveva chiesto la riammissione alla massima serie.

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